Chiusa da sola in aula con un autistico: prof denuncia preside
Data: Mercoledì, 06 luglio 2011 ore 07:33:51 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Un’insegnante di sostegno costretta a prendersi cura di un alunno disabile, restando chiusa a chiave in un’aula diversa da quella destinata alla classe di appartenenza. Il caso raccontato dal Corriere del Mezzogiorno è stato denunciato dal provveditore agli studi, Giovanni Lacoppola, che inoltrerà segnalazione agli organi competenti.                     
   "È una vicenda che ha dell’incredibile - spiega il provveditore -. Quando mi è stata riferita, davvero non ho voluto crederci. Non è concepibile trattare un disabile in questa maniera». Il ragazzo è affetto da autismo e frequenta un istito superiore della città di Bari. A raccontare il caso al dirigente dell’ufficio scolastico provinciale è stata la docente, chiedendogli di poter ottenere il raddoppio del punteggio in graduatoria per il servizio prestato. «L’insegnante si è ritenuta reclusa dalla dirigente di questa scuola - prosegue Lacoppola -. L’aula dove operava era inoltre priva di ogni arredo. Per di più, la dirigente in questione avrebbe imposto alla docente di chiudere a chiave la porta dell’aula per evitare che l’alunno potesse uscire e dirigersi altrove in maniera incontrollabile".
All’insegnante sarebbe stato imposto anche di provvedere all’assistenza dell’alunno: sarebbe quindi stata costretta a lasciare lo studente in aula, chiuso all’interno della classe, ogni volta che doveva allontanarsi, ad esempio, per provvedere alla pulizia del ragazzo, affetto da problemi di incontinenza. In base a un accordo con i genitori, l’insegnante ha dovuto trascorrere del tempo con il ragazzo anche in orario extracurriculare, accompagnandolo in un centro commerciale e ai giardini pubblici. «L’insegnante di sostegno - prosegue Lacoppola - è assegnato alla classe, non direttamente a un alunno diversamente abile. Lo studente deve restare insieme ai suoi compagni proprio per favorirne l’integrazione». Il provveditore non esclude la possibilità di richiamare ufficialmente la preside della scuola superiore. «È agevole rilevare - continua Lacoppola - che quanto denunciato potrebbe integrare, a carico del capo d’istituto, una condotta suscettibile di valutazione sotto il profilo della responsabilità disciplinare e, conseguentemente, sanzionabile per violazione degli obblighi del contratto di lavoro. Si potrebbe, inoltre, ipotizzare che nella fattispecie si sia realizzato un sequestro di persona e/o una sottrazione di incapace, che, in quanto veri e propri reati, andrebbero sottoposti al vaglio della magistratura».
Lacoppola invierà una lettera a tutti i dirigenti scolastici delle scuole del Barese. «L’intera vicenda - conclude il provveditore, da sempre impegnato in battaglie per tutelare i ragazzi disabili - appare davvero assurda, anche senza considerare le sue implicazioni, che vanno ben oltre la violazione del diritto all’integrazione. Ritengo che la questione si commenti da sé e ho avvertito l’esigenza di richiamare l’attenzione dei dirigenti esclusivamente perché desidero evitare che fatti analoghi si ripetano in futuro».    (da http://affaritaliani.libero.it/)

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