Presidi siciliani: dopo la magistratura palermitana anche il TAR Lazio squaglia come neve al sole il teorema “Virgilio” costruito sulla sabbia
Data: Martedì, 05 luglio 2011 ore 17:40:06 CEST
Argomento: Opinioni


Insomma tutto tranquillo; la prova si farà e tutta la macchina procede serenamente e tranquillamente verso la rinnovazione del concorso secondo le prescrizioni del D.M. n. 2 e del decreto dell’USR Sicilia.
C’era stato anche un giallo in questi giorni suscitato sempre dagli ambienti di contrasto per creare apprensione e turbativa e cioè le notizie, alimentate anche da qualche studio legale, secondo cui gli elaborati delle prove concorsuali del 2006 custodite presso l’archivio della Direzione Generale avrebbero subito danni a causa del principio d’incendio avvenuto il giorno 6 maggio scorso.
L’USR Sicilia in data odierna, con Avviso prot. n. 11722 del 04/07/2011, pubblicato nel sito ufficiale, ha smentito le notizie non veritiere diffuse anche a mezzo stampa.
Gli elaborati dei bocciati sono ben salvi e pronti per essere riesaminati dalla nuova commissione.
Svanisce ogni pretesa o aspettativa circa un possibile e ancora perseguito tentativo da parte dei ricorrenti di arrivare a un pronunciamento anche postumo di incostituzionalità della L. n. 202, ritenendo che così si potrebbe avere un ulteriore annullamento delle prove dell’11 e 12 luglio.
Infatti una sentenza della Corte Costituzionale, ammesso e non concesso che ci si possa arrivare in un immaginario futuro, non potrebbe mai avere effetti retroattivi rispetto alla data della pronuncia e quindi non potrebbe mai e poi mai incidere sui diritti acquisiti; cioè le prove dell’11 e 12 luglio sono inattaccabili.
Qualsiasi legale sa bene che : "L'efficacia retroattiva della sentenza dichiarativa dell'illegittimità costituzionale di norma di legge non si estende ai rapporti esauriti, ossia a quei rapporti che, sorti precedentemente alla pronuncia della Corte Costituzionale, abbiano dato luogo a situazioni giuridiche ormai consolidate. (Trib. Roma 14 febbraio 1995)".
Questo significa che una legge, anche se fosse dichiarata incostituzionale, continuerebbe ad esplicare i suoi effetti per quei rapporti costituitisi prima della sentenza della Corte Costituzionale per un principio che può definirsi "di legalità".
Quindi fallito il tentativo di incendio, andato a buca l’intervento del TAR di Palermo e quello del Lazio non resta che auspicare che la vicenda si possa chiudere onorevolmente per tutti e cosa ben più importante per la scuola siciliana.
Dopo la conclusione della procedura incomincerà la fase del redde rationem e la sede più ovvia sarà il Consiglio Superiore della Magistratura.







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