I ladri di Stato
Data: Lunedì, 04 luglio 2011 ore 11:16:51 CEST
Argomento: Rassegna stampa


La manovra del governo non contrasta la crisi, lascia intatti i privilegi dell’oligarchia e colpisce i soliti noti. Per gli ‘estimatori’ di Tremonti la dimostrazione che il tributarista del Pdl, dai tagli lineari alla gestione dell’economia, è inadatto al suo ruolo.
Le misure annunciate per ridurre gli enormi vantaggi che il ‘sistema’ regala ai politici (di tutti gli schieramenti), neppure a farlo apposta, sono state dimenticate, salvo un paio di ridicole mosse propagandistiche (auto blu e voli di Stato). In compenso la mannaia contro i pensionati ha colpito con la consueta puntualità.
Colpiti in moltissimi, a partire da chi riceve assegni previdenziali da 1.400 euro al mese in su. In cifre più di 13 milioni di italiani. Ma non solo: il governo è pronto ad un blitz contro le pensioni di reversibilità.                              
 Il decreto preparato dal governo è l’ennesima bomba atomica contro l’equilibrio sociale del Paese. Le ultime scelte berlusconiane (come tutte d’altronde) randellano non solo chi percepisce pensioni ragguardevoli, 2.300 euro al mese, ma anche chi ne riceve di minori, 1.428. Per queste ultime la rivalutazione che considera il tasso di inflazione coprirà solo il 45 per cento dell’indice, di fatto certificando la volontà politica di impoverire anche il ceto medio italiano dopo averlo già fatto con operai, contadini e piccoli commercianti. Poi, dal 2014 si allungherà l’età minima pensionabile almeno di tre mesi a causa dell’agganciamento automatico alle speranze di vita.
La questione delle pensioni è, con sanità, trasporti, istruzione ed energia uno dei marcatori della civiltà di un popolo. Difendere tutti i cittadini, in particolare i più deboli, dovrebbe essere uno dei principi democratici fondamentali per qualsiasi governo. Non dovrebbe esistere alcun obiettivo di bilancio che giustifichi i tagli degli aiuti previsti per le fasce meno abbienti della popolazione.
In generale, infine, è del tutto demenziale l’idea di aumentare l’età pensionabile. Il tasso di disoccupazione giovanile crescente, quasi al 30 per cento, impone un ricambio di mano d’opera. Perchè i ragazzi, tra precariato, contratti imbroglio o addirittura nulla non avranno mai una pensione, poichè non raggiungeranno in nessun modo i requisiti per ottenerla se non troveranno un ‘posto’ prima dei 35 anni (come avviene, quando avviene, adesso).
L’Italia non cresceva e non cresce e questo è il problema. Perchè senza sviluppo non ci sono lavoro, entrate per le tasse, consumi, reddito, civiltà. Stabilire quale deve essere il tipo di ‘sviluppo’, poi, è la questione più delicata.
Berlusconi e soci non solo non hanno fatto nulla o quasi per rilanciare l’economia, ma hanno privilegiato strategie vecchie e demenziali. Il ponte sullo Stretto, il nucleare, l’accelerazione sui contratti di precariato, i tagli a ricerca, istruzione pubblica, servizi pubblici, sanità. Cianfrusaglie che non hanno prodotto alcun effetto positivo, ma allargato il numero di famiglie in difficoltà e pompato a dismisura la distanza tra elite ricca e massa di cittadini poveri o quasi.
Tuttavia, non si deve nascondere una verità: il centro sinistra non è immune da responsabilità. Fin dai primi ‘esperimenti’ di contratti truffa, quelli definiti di “lavoro interinale” inventati da Tiziano Treu nel 1997. Ed anche la Cgil ha fatto poco, dilaniata tra i conservatori della Fiom che non riescono a vedere la realtà e propongono modelli ormai decotti ed i conservatori della Camusso (e dei suoi predecessori) che a furia di guardare nel vuoto ci si sono abituati. Per Cisl e Uil, poi, non c’è nulla da osservare, sono diventati supporter del governo ed ormai rappresentano interessi molto lontani da quelli concreti dei lavoratori.
In un Paese nel quale non c’è più una sinistra progressista ed una destra conservatrice mancano le idee per costruire il futuro. Il centro sinistra è un pasticcio senza fine. Nel Pd i principi laici sono contrastati dai dogmi cattolici. Su scuola, ricerca, sanità e diritti civili la mediazione tra le due componenti è impossibile. Lo stesso su istruzione pubblica, privilegi e soldi dati agli istituti cattolici privata, ricerca senza vincoli religiosi o paletti determinati dai vescovi e dal Papa, sanità. Decisioni impossibili alle quali si devono aggiungere i nodi sulle libertà collettive ed individuali, dal divorzio all’interruzione di gravidanza, alla contraccezione, alla identità sessuale. Questioni sulla quali i cattolici fanno barriera silenziosa e impongono regole inammissibili in tutti gli altri partner europei con ruolo equivalente a quello italiano.
La manovra in discussione in queste ore non arriva inaspettata. Era noto da mesi che l’Europa chiedeva al nostro Paese di mettere i conti in ordine. In tutto questo tempo era possibile elaborare una strategia alternativa a quella nullista del governo e, soprattutto, era possibile sensibilizzare l’opinione pubblica sulla disastrosa situazione dell’economia nazionale.
Invece si è giocato col ‘bunga bunga’, ci si è dedicati al piccolo chimico delle relazioni tra partiti, si è polemizzato su primarie e leader. E soprattutto non ci è compreso come sia centrale il tema della corretta informazione ai cittadini, che privi di una idea chiara sulla realtà sono vittime della demagogia del centro destra.
Adesso, con quasi 50 miliardi di euro da trovare in quattro anni, sarà difficile salvare il Paese dal collasso. Anche perchè non c’è nessuno in grado di imporre regole oneste. E le proteste lasciano il tempo che trovano a meno che il decreto governativo non sia bocciato in Parlamento. E sostituito immediatamente con una strategia seria, naturalmente. Accadrà?
     (da http://www.inviatospeciale.com/)

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