In 1.500 per il concorso che ha posti zero
Data: Lunedì, 04 luglio 2011 ore 11:12:47 CEST
Argomento: Rassegna stampa


La gara è la solita roulette russa, in 1.500 per il concorso di precari degli asili nido. Si prevedono valutazione dei titoli e prove scritte. Solo che il concorso è senza speranza. Senza vie d’uscita. Un concorso a posti zero. Succede il 22 prossimo a Firenze: Palazzo Vecchio ha organizzato un concorso per educatori di asili nido. Obiettivo, stilare una graduatoria di 4500 persone cui attingere per le supplenze quando si crea un vuoto di personale nei nidi comunali.          
Un intoppo che si verifica quasi giornalmente nel settore istruzione del Comune, che conta complessivamente 1.200 dipendenti: «Sono migliaia le giornate di supplenza di cui abbiamo bisogno nel corso dell’anno in conseguenza di maternità, aspettative e malattie», dice l’assessore all’istruzione Rosa Maria Di Giorgi. «Basti dire che, dopo aver assunto 100 persone lo scorso dicembre, abbiamo inoltrato in questi giorni all’ufficio del personale la richiesta di altre 97 persone: la scuola non è come gli uffici, i vuoti vanno riempiti subito», aggiunge. E quasi annualmente il Comune ricorre a concorsi pubblici per aggiornare le graduatorie.

Questa volta però è diverso: «La manovra Tremonti ci ha detto che non possiamo più assumere a partire dal primo luglio», spiega Di Giorgi. Nei Comuni dove la spesa per il personale supera la soglia del 40 per cento il blocco è impietoso: niente assunzioni, nessun tempo determinato. «E visto che a Firenze, con tanti asili e materne, siamo al 40,3 per cento ogni assunzione è vietata». Per i 1.500 provenienti da tutta la Toscana che venerdì 22 si presenteranno al concorso non c’è storia.

«Se tutto rimarrà così, sarà una graduatoria inutile», dice la responsabile istruzione. Nessuna speranza neppure per un posto da precario. Si tratti di una sostituzione annuale o anche di una settimana. E senza poter contare sul personale non di ruolo, il Comune non ha trovato di meglio che ricorrere agli appalti esterni, alle cooperative sociali. Sollevando il disappunto dei sindacati: «Che dobbiamo fare, chiudere i nidi se la maestra va in maternità?», replica l’assessore alle Rsu.

Si poteva bloccare il concorso? «Quando l’abbiamo lanciato non potevamo immaginare regole così restrittive. La gente ha studiato e noi speriamo in tempi migliori», dice Di Giorgi. Una possibilità in effetti ci sarebbe: l’Iti Da Vinci. Da tempo Palazzo Vecchio prova a trasferirlo allo Stato. E se il passaggio dei 180 dipendenti dell’Iti venisse definito, Palazzo Vecchio scenderebbe sotto la fatidica soglia del 40 per cento riaprendo lo spiraglio delle supplenze: «C’è un tavolo aperto con il ministero dell’istruzione, Tremonti però ha detto che si può fare a patto che non ci siano aggravi per l’erario», spiega l’assessore Di Giorgi. E quello che sembrava fatto è ancora per aria. «E’ sempre la solita storia, il governo taglia in modo lineare senza curarsi degli effetti — conclude Di Giorgi — che in settori strategici come la scuola sono invece devastanti».   (di Massimo Vanni  da http://firenze.repubblica.it)

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