Bocciati, reiscrizioni difficili. Liste di attesa nel vicentino
Data: Venerdì, 01 luglio 2011 ore 22:00:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
Molti genitori di
ragazzi che hanno perso l'anno bussano alle superiori ma si sentono
dire: «Lista d'attesa». Accettati con riserva: gli studenti che
vogliono cambiare scuola dopo un anno negativo non sanno se avranno il
posto in aula
Accettati con riserva. Se lo sentono ripetere gli alunni bocciati
intenzionati a non iscriversi nella stessa scuola ma a cambiare
istituto e indirizzo. Per loro questi sono giorni di domande che in
molti casi non ricevono una risposta da parte delle scuole, se non
quella di attendere per capire se la richiesta potrà essere soddisfatta
o meno. Accade ad esempio al tecnico commerciale Fusinieri. Lì hanno
bussato diversi bocciati che hanno frequentato la prima al Da Schio,
Lioy, Rossi, istituto quest'ultimo dove la percentuale di respinti il
primo anno ha toccato quota 30%. Quello che chiedono è legittimo ma non
scontato, voltare cioè pagina e iniziare un percorso scolastico nuovo e
diverso dal precedente.
Al Fusnieri, però, come in quasi tutti gli altri istituti, frenano.
«Siamo in grado di accogliere studenti esterni soltanto se questo non
comporta un incremento di classi prime che a settembre saranno come
l'anno scorso cinque, ognuna delle quali formata da 31 ragazzi, numero
già di per sé molto alto che rischia di mettere in crisi la didattica»,
fa notare il vicepreside del Fusinieri,
Nicola Tolio che agli aspiranti iscritti ha spiegato che la "riserva"
verrà sciolta nei prossimi giorni, quando verranno confermati sia i
nuovi alunni provenienti dalla terza media, sia i bocciati interni di
prima decisi a ripetere nella stessa scuola. «Al momento i numeri non
ci permettono di accettare trasferimenti – riprende Tolio – ma non è
detto che si liberino dei posti, dovuti a qualche alunno di terza media
che strada facendo ha cambiato idea, oppure a qualche bocciato che se
ne va dal Fusinieri». Calcoli che
devono essere tutt'altro che approssimativi, dato che le classi in più
concesse a cuor leggero dal Miur sono ormai un lontano ricordo,
soppiantato da un organico di diritto da cui le scuole oggi non possono
schiodarsi.
«Tutto è subordinato ai tagli - aggiunge il vicepreside - di
conseguenza anche i diritti degli studenti, nella fattispecie dei
bocciati che desiderano cambiare scuola, vanno in fumo». Una situazione
paradossale che crea malumori e proteste da parte delle famiglie che si
chiedono come sia possibile che le scuole "rifiutino" alunni solo
perchè provenienti da altre realtà. La normativa, però, parla chiaro e
crea di fatto due categorie di bocciati, privilegiando i ripetenti che
"restano" rispetto a quelli che "se ne vanno". «Per quelli che restano
– chiarisce il dirigente dell'Usp, Franco Venturella – lo sdoppiamento
della classe può essere concesso, a patto che il numero di ripetenti
superi il 10%. Lo sdoppiamento scatterebbe, ad esempio, se in una
classe da 30 studenti i bocciati, ma intenzionati a rimanere nella
stessa scuola, fossero 4 o 5. In questo caso nella seconda classe
potrebbero confluire anche quelli provenienti da altre scuole».
Lo sanno bene al Fogazzaro, altro istituto dove si fanno i conti. Il
prossimo anno le prime saranno 11, con classi, soprattutto in alcuni
indirizzi, di trenta- trentuno studenti. E nel frattempo è iniziato il
valzer delle richieste da parte dei bocciati. «Dato che in questo
momento non possiamo dare certezze – sottolinea la vicepreside
Margherita Nardi – invitiamo le famiglie a compilare una domanda che
viene accettata con riserva. Se la scuola sarà in grado di accettare
trasferimenti, lo farà seguendo l'ordine cronologico delle domande,
l'unico criterio che ci è sembrato applicabile in una situazione
simile. Infine una raccomandazione: non chiedere il nulla osta alla
scuola di provenienza, prima di aver avuto il via libera dall'istituto
in cui ci si vuole iscrivere». Per i bocciati un percorso a ostacoli.
«È l'effetto della contrazione di cattedre – conclude Paolo Jacolino,
dirigente del liceo scientifico Lioy – le scuole possono accettare fino
alla copertura dei posti, tenendo conto della sicurezza e degli spazi a
disposizione».
(da http://www.ilgiornaledivicenza.it)
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