CislScuola, Manovra: passare dai tagli agli investimenti
Data: Venerdì, 01 luglio 2011 ore 07:17:52 CEST Argomento: Sindacati
In queste condizioni di
finanza pubblica e di clima politico era impensabile che la scuola
uscisse del tutto indenne da una manovra volta a recuperare risorse per
oltre quaranta miliardi di euro; il peso degli interventi previsti per
il settore dell’istruzione potrebbe anche dirsi sopportabile, se non
fosse che il comparto ha già pagato in questi anni un costo
elevatissimo alle politiche di risanamento.
Il fatto che non si prevedano ulteriori riduzioni di posti rispetto a
quelli attivati nel 2011/12 può essere una prima risposta alle nostre
ripetute richieste di porre fine a un’insostenibile politica di tagli
agli organici. Lo stesso vale anche per l’esplicita conferma dei
parametri attualmente vigenti per l’organico del sostegno, presupposto
necessario per chi, come noi, punta a mantenere e consolidare le
pratiche di integrazione che qualificano il nostro sistema
scolastico.
Interventi più consistenti attengono al dimensionamento
della rete scolastica: al riguardo, rischia di essere riduttivo
limitare la questione ad un mero ritocco di parametri numerici,
trattandosi di una rivisitazione di modelli organizzativi che
necessariamente chiama in causa le competenze di altri livelli
istituzionali (regioni, province, comuni).
Sul versante assunzioni, non è messo in discussione il piano triennale
per la scuola previsto dal decreto sviluppo, di cui è imminente la
conversione in legge. L’immediata copertura di tutti i posti vacanti e
disponibili del personale docente e a.t.a. resta l’obiettivo che
vogliamo conseguire in tempo utile per l’avvio del prossimo anno
scolastico. Su questo abbiamo chiesto al Governo di convocarci, ci
attendiamo che lo faccia nel giro di pochi giorni.
All’ulteriore rinvio dei rinnovi contrattuali diciamo no, anche perché
la contrattazione può essere fattore importante per migliorare la
qualità del servizio, attraverso una valorizzazione delle
professionalità legata ad un ottimale utilizzo delle risorse.
Resta la necessità che di scuola si parli non soltanto in relazione a
provvedimenti di emergenza economico finanziaria, vincolati al
contenimento dei costi. Va invece assunto fino in fondo il concetto che
la scuola e la formazione sono settori strategici su cui investire per
accelerare l’uscita dalla crisi e offrire al Paese prospettive di
crescita e sviluppo.
Non possono essere comunque i lavoratori a sopportare, da soli, il
costo del pur necessario risanamento della finanza pubblica. La CISL lo
ha detto chiaramente, ogni richiesta di sacrifici al Paese può essere
fatta solo a fronte di interventi chiari e credibili che assumano come
obiettivo una maggiore equità fiscale, a partire dal recupero delle
scandalose quote di evasione, l’eliminazione degli sprechi
nell’utilizzo delle risorse pubbliche e un consistente abbattimento dei
costi della politica. (da CislScuola)
redazione@aetnanet.org
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