Il vento del cambiamento ha reso possibile l'accordo interconfederale del 28 giugno
Data: Giovedì, 30 giugno 2011 ore 07:37:21 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Questa volta il sindacato nel suo insieme ha saputo cogliere con immediatezza il vento del cambiamento. La novità e che novità, è che finalmente la CGIL torna a giocare la partita da titolare, portando al tavolo contrattuale interconfederale, il peso e la responsabilità di maggiore forza sindacale del Paese, dopo quattro anni di rotture, lotte e scioperi in solitario, compreso l’ultimo del 6 maggio.       
Che lo sciopero generale della CGIL del 6 maggio fosse già parte non secondaria di quel vento
del cambiamento , iniziato col movimento delle donne il 13 febbraio, è oramai questione che
s’intreccia nella più complessa “rosa dei venti e dei movimenti” della primavera italiana.
La firma dell’accordo è importante perché rilancia l’azione sindacale unitaria in una fase delicata
per il nostro Paese.
Riaffermare la centralità del lavoro, favorire la crescita e la competitività dell’impresa, aumentare
l’occupazione stabile e ridurre il precariato sono obiettivi che richiedono un rinnovato sistema di
relazioni sindacali e contrattuali.
Tra i punti più importanti, l’accordo prevede :
 
A) rappresentatività delle organizzazione sindacali –
 
Va ponderato il dato associativo, certificato dall’INPS col dato elettorale, trasmessi entrambi al
CNEL, relativi ai consensi ottenuti nelle elezioni periodiche, triennali, delle RSU. E’ legittimata a
negoziare l’organizzazione sindacale che superi il 5% del dato di rappresentatività cosi realizzato
del totale dei lavoratori della categoria cui va applicato il CCNL.
 
B) livelli di contrattazione
 
Rimangono i due livelli attuali. Quello del contratto nazionale che tutela i trattamenti economici
e normativi comuni e quello della contrattazione collettiva aziendale che si esercita sulle materie
delegate dal CCNL
 
C) validazione dei contratti
 
-I contratti collettivi aziendali hanno efficacia erga omnes per tutto il personale in forza nell’azienda
se sottoscritti,vincolando tutte le OO.SS. firmatarie dell’accordo interconfederale, se approvati dalla
maggioranza delle RSU elette.
-In assenza delle RSU i contratti aziendali hanno pari efficacia se vengono sottoscritti dalle RSA
che rappresentano singolarmente o insieme la maggioranza delle deleghe,cioè degli iscritti ai
sindacati in quella azienda,rilevati nell’anno immediatamente precedente a quello della stipula del contratto.Le RSA analogamente alle RSU durano in carica tre anni. I contratti aziendali stipulati dalle RSA devono essere sottoposti al voto dei lavoratori se a chiederlo è una organizzazione firmataria o almeno il 30% dei lavoratori. La consultazione è valida se partecipa almeno il 50% dei lavoratori +1. L’accordo è respinto a maggioranza semplice dei votanti.
 
D)clausola di tregua sindacale
 
I contratti aziendali possono prevedere clausole di tregua sindacale. In tal caso sono vincolati le
organizzazioni firmatarie dell’accordo aziendale e quelli firmatarie dell’accordo interconfederale
operanti nell’azienda.
Tuttavia i singoli lavoratori non sono sottoposti ad alcun vincolo in materia di sciopero.
 
E) adattamenti modificativi dei CCNL
 
I contratti aziendali per aderire alle esigenze degli specifici contesti produttivi, possono definire
intese modificative del CCNL, nei limiti e con le procedure previste dagli stessi CCNL
In effetti si tratta di vere e proprie deroghe al CCNL pur se nei limiti consentiti.
 
F) detassazione
 
Richiesta al Governo d’incrementare tutte le misure tese a detassare gli incrementi retributivi legati
all’aumento della produttività nella contrattazione di secondo livello.
 
L’accordo porta la firma di CGIL-CISL-UIL e Confindustria.
I giudizi non sempre sono concordi.
Secondo i laudatori è una risposta alla sfida lanciata da Marchionne. Secondo i detrattori, pochi in
verità, è una copertura allo strappo voluto dalla Fiat.
Una cosa è certa. L’accordo non ha alcun effetto retroattivo, e non limita il diritto di sciopero dei
lavoratori. Come tutti gli accordi è una mediazione tra diversi punti di partenza.
Nonostante alcune perplessità sulla partecipazione dei lavoratori nella validazione dei contratti,
ritenuti a torto protagonisti di seconda fila o a richiesta, l’accordo indubbiamente costituisce
un grosso passo avanti, quantomeno rispetto alla situazione attuale e alle fratture di ieri che ci
auguriamo siano lasciate alle spalle.
Siamo e restiamo convinti che senza la spinta vincente alle amministrative e ai referendum,
difficilmente ci sarebbe stato quell’accordo unitario e con la firma della CGIL.
Il vento del cambiamento soffia ancora. Speriamo che duri (da ScuolaOggi di Pippo Frisone)

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