DIRIGENTI SCOLASTICI: UN ANNO TERRIBILE, DA INCUBO E DA DIMENTICARE
Data: Mercoledì, 29 giugno 2011 ore 13:29:55 CEST
Argomento: Opinioni


I sindacati generalisti dei dipendenti, i sindacati “gialli” che iscrivono i datori di lavoro e i dipendenti, si sono scatenati a inseguire per la penisola i presidi che hanno applicato stricto sensu le prerogative in capo ai nuovi poteri dirigenziali, saturando i tribunali del lavoro con art. 28 di presunta antisindacalità, dove però la magistratura si è spaccata a metà, come una mela, statuendo che nella materia c’è solo confusione legislativa.
E tutti dunque hanno appellato le prime ordinanze sperando che nel frattempo si chiarisse l’interpretazione del d.l.vo 150. E infatti Brunetta ha prontamente presentato un decreto di interpretazione autentica del precedente decreto; ma l’interpretazione è così capziosa a tal punto che forse occorrerà un terzo decreto per interpretare il secondo che interpretava il primo.
E i presidi a loro volta costretti a studiare le pubblicazioni dei vari studiosi che si sono subito precipitati a produrre il proprio articolo nelle riviste specializzate della scuola e nei rispettivi siti web per venire a capo del rompicapo.
E ancora una volta si assiste alla scena pietosa dei 10.000 dirigenti che, sparpagliati su cinque sindacati con chiari conflitti di interessi al loro interno, vengono sacrificati sull’altare della rappresentanza e penalizzati alla resa dei conti.
La contrattazione integrativa di istituto si ripresenterà tutta intatta con le sue contraddizioni alla ripresa autunnale, quando troveremo l’altra sorpresa della campagna elettorale per l’elezione delle RSU di istituto che, a questo punto, non si capisce più a che cosa servono. Non servono più per contrattare tutta la materia che è diventata riserva di legge e non servono più a niente; o meglio a qualcosa ancora servono e cioè a misurare la rappresentatività delle sigle sindacali. Affari interni alle burocrazie sindacali del Pubblico Impiego che avvitate su se stesse non riescono più a uscire dal tunnel in cui è stato precipitato dalle politiche sciagurate dei ministri che si sono susseguiti.
I successi sono stati ottenuti dall’unico sindacato del personale, l’ANIEF, che ha perseguito una politica sindacale diversa e innovativa di attacco frontale a tutto campo utilizzando a fondo i ricorsi alla magistratura. Migliaia di ricorsi hanno ottenuto l’effetto di smuovere una macchina che sembrava imbalsamata con effetti shock quali il ripetuto commissariamento del MIUR con giudici che si sono sostituiti agli uffici nel formare graduatorie a pettine, e giudici che hanno decretato l’immissione in ruolo di docenti con tre anni di servizio continuativo.
Insomma un vero e proprio capovolgimento dei canoni tradizionali di fare sindacato nel pubblico impiego.
E su questa scia del richiamo del diritto comunitario per farlo valere nella legislazione italiana il sindacato dei dirigenti, la “dirpresidi”, ha avviato una gigantesca campagna di ricorsi ai giudici del lavoro in tutta Italia per ottenere la perequazione interna ed esterna che la pentiade non è riuscita a far valere negli ultimi dieci anni. Anzi firmando i CIR a perdere in tutta Italia la pendiade ha conseguito un record mondiale del sindacalismo e cioè quello di firmare per la prima volta contratti integrativi che prevedono una diminuzione di stipendio! Questo record assoluto avrebbe dovuto portare i 10.000 dirigenti a fare della pentiade un falò presso il Colosseo; e invece la rassegnazione e lo sconforto della categoria fa ingoiare dei rospi che nessuna altra categoria di dirigenti avrebbe mai ingoiato.
Per non parlare della via crucis dei 416 presidi siciliani perseguitati dal CGA Sicilia che sistematicamente ha cassato e bloccato ogni provvedimento che invece i TAR e il MIUR hanno fatto passare nel resto d’Italia. Ora finalmente l’USR Sicilia, seppur decapitata da sei mesi e in vacatio senza direttore generale, ha puntato per l’11 luglio la reiterazione delle prove scritte dei 416 congelati per chiudere definitivamente la partita secondo le prescrizioni della legge n. 202. Sempre che il TAR Lazio il 5 luglio non faccia brutti scherzi.
Con l’ultimo pensionamento poi ci sarà il vuoto in tutta Italia di presidenze che con i ritardi incredibili e ingiustificati nell’emanazione del bando di concorso rischiano di gettare nel caos tutte le scuole d’Italia. La soluzione delle reggenze infatti non tiene e nonostante una proposta intelligente della “dirpresidi”, secondo la quale il governo avrebbe dovuto lasciare in servizio i dirigenti che ne avessero fatto richiesta non se ne è saputo più nulla.
In attesa dell’espletamento del concorso prossimo, non si potrebbe pensare a trattenere in servizio quanti sono disposti a rimanervi? È così peregrina la proposta? Necessita forse acuta intelligenza per capirne il valore e gli effetti positivi sulle oltre 2000 scuole che dovranno essere governate da altrettanti reggenti?!
Molti dirigenti si chiedono il perché la pentiade sindacale non ha perseguito la proposta,perché non ci ha pensato per tempo. Avrebbe fatto una cosa semplice e positiva per la scuola e quindi per gli alunni e le famiglie.
Così come molti si chiedono il perché del ritardo nell’emanazione del bando di concorso per i DSGA considerato che questo importante profilo è stato lasciato allo sbando completo e si è consentito che persone senza requisiti, vedi laurea in giurisprudenza e legge, occupassero questa postazione strategica per la scuola dell’autonomia.
Così come tutti siamo preoccupati dal rinvio ulteriore nelle modalità di valutazione della dirigenza scolastica che rispetto a tutte le altre dirigenze viene lasciata sguarnita di questa importante tassello che è poi quello strategico per il successo della scuola.
Insomma un anno scolastico passato da brividi e da seppellire.

Salvatore Indelicato, s.indelicato@tin.it, 330365449
Preside dell’ITI Cannizzaro di Catania
Vicepresidente regionale ASASI Sicilia







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