Studiare d’estate fa bene? Arrosto a fuoco lento per studenti e famiglie
Data: Martedì, 28 giugno 2011 ore 08:51:48 CEST Argomento: Redazione
Non mi pare una
soluzione didattico-pedagogico-formativa saggia e buona
quella di assegnare agli alunni compiti, esercizi di grammatica e
riassunti nel periodo delle vacanze estive. Qualche suggerimento
di letture, sì!, lo si può- e si deve -dare; ma non più di tanto.
Per un adolescente che si è impegnato a scuola
tutto l’anno, a prescindere dai risultati ottenuti, le
vacanze sono comunque un’ aspettativa di sacrosanto e
meritato riposo, direi quasi una boccata d’aria
salutare, un ricostituente necessario per la sua igiene
psico-fisico- mentale, che non vanno disattesi. Sono,
inoltre, un’occasione per fare esperienze di vita e
riflessioni diverse rispetto a quelle imposte dai “tempi
curricolari” della scuola!
Cari genitori, non giudicate male gli insegnanti che non assegnano
compiti per l’estate! Non abbiate paura: vostro figlio non corre
nessun rischio di rincretinimento, né s’imbarbarisce più di tanto
se per poco più di un mese, staccando la routinaria spina
che ha alimentato il suo stress scolastico, lascia le
“sudate carte” per dedicarsi ad altre cose. Fosse pure alla
sublime e pura esperienza dell’otium!! Dopo tutto, c’è un
tempo per ogni cosa, ogni stagione ha i suoi frutti e i
suoi colori, e le sue vocazioni. E l’estate, si sa, rifiuta
i luoghi chiusi e polverosi delle biblioteche; non concilia la
concentrazione per risolvere un problema di trigonometria o una
versione greca ; l’estate è vocata alla fuga, alla libertà;
ad essa si addice lo stupore dei sensi aperti al mistero panico
della calura meridiana e tesi alla auscultazione delle voci della
natura nell’ora della siesta! L’estate – ammonisce il poeta
Ungaretti-:” [ …]è furia che s’ostina, è l’implacabile,/sparge spazio,
acceca mete,…”. ! No, no, non rubiamo ai giovani il
tempo magico delle vacanze estive, sovraccaricandoli di compiti
domestici, perché è proprio allora, nella “vacatio”, che spesso matura
il sentimento pieno del tempo, non più solo umano e
storico, ma assoluto e universale , nonché il desiderio
della scoperta di letture”altre” ! Non neghiamo ai
giovani il fascino di cotali esperienze .”La scuola – scrive
Marco Lodoli – “insegna con metodo e pazienza…Ma l’estate è una maestra
straordinaria. D’estate c’è la folgorazione, e nessuna versione di
latino o problema di matematica potrà portare un adolescente là dove lo
porta un pomeriggio di luglio…” “Meriggiare pallido ed assorto/
presso un rovente muro d’orto,/ascoltare tra i pruni e gli
sterpi/ schiocchi di merli, frusci di serpi”, ecc. ecc. Ecco
un’occasione epifanica! E un “osso” montaliano sotto
l’ombrellone, o “sub tegmine fagi”, letto così, per
puro godimento spirituale e senza l’assillo di dover fare
il riassunto o la parafrasi del testo per il professore, può dare una
vertigine conoscitiva che vale più di mille esercizi
grammaticali! Ma poi, signori professori che assegnate compiti
per l’estate, come si fa a dimenticare le parole del Gattopardo? Non
sapete che da noi, in Sicilia, l’estate “ è lunga e tetra quanto
l’inverno russo e contro la quale si combatte con minor successo? che
da noi si può dire che nevica fuoco, come sulle città maledette della
Bibbia”, e che, se a luglio e agosto” un Siciliano lavorasse sul serio
spenderebbe l’energia che dovrebbe essere sufficiente per tre?
Nuccio Palumbo
redazione@aetnanet.org
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