Gelmini, l’Invalsi e le bucce di banana
Data: Domenica, 26 giugno 2011 ore 00:35:00 CEST Argomento: Opinioni
Gelmini ha cercato
di fare buon viso a cattiva sorte di fronte alla Caporetto (1) o
Waterloo (2) dei suoi test Invalsi di terza media (20 giugno scorso),
prima negando la realtà (3) e poi promettendo test anche alla maturità
a partire dal 2012 (4).
In soccorso delle tesi della ministra e dell’Invalsi, interviene oggi
il prof. Andrea Ichino con un articolo su Il Sole 24 Ore (5). I toni
semplici e pacati dei suoi ragionamenti nascondono però almeno un paio
di bucce di banana (o bachi) necessari per far scivolare e ingannare il
lettore e portarlo ad accettare le conclusioni dell’autore.
La prima grossa, macroscopica buccia di banana è costituita dal
paragonare i test Invalsi al termometro e il loro uso alla misura della
febbre di un figlio da parte di un genitore. Il paragone è semplice,
suggestivo e comprensibile ma limitato, imperfetto, fuorviante e
ingannevole. Vediamo alcuni perché.
Intanto i test Invalsi sono sempre diversi, vengono confezionati di
volta in volta (non si sa da chi, come, con quali criteri) e non c’è
nessuna prova che test diversi diano risultati uguali o equivalenti.
Sono test non tarati, non riproducibili, mono-uso in un certo senso. Il
termometro è cosa del tutto diversa! Esistono infatti criteri precisi
per la sua costruzione e per tarare la scala termometrica.
Ancora, non si può individuare, materia per materia, una grandezza
unica che possa essere paragonata alla temperatura. Non esiste perciò
nemmeno una soglia, statisticamente individuata, oltre la quale si
possa parlare di “febbre” o ipotermia didattica o dell’apprendimento.
E’ (o sembra) tutto arbitrario, pragmatico, empirico. Lo stesso A.
Ichino infatti osserva: “i test Invalsi non possono misurare le
infinite dimensioni e sfumature di quello che un insegnante può offrire
ai suoi alunni”. E allora quale dimensione o sfumatura viene scelta?
Il termometro clinico ha delle semplici modalità d’uso in relazione al
tempo di contatto con l’epidermide e all’interpretazione della
temperatura se interna o esterna. Il paziente o l’ipotetico malato non
ha nessun interesse ad alterare la misura della propria temperatura, né
potrebbe copiarla da altri! Anche l’interesse del medico e del
farmacista è neutro rispetto alla temperatura misurata.
C’è poi tutta l’operazione Invalsi che risulta pasticciata o non
comunicata a sufficienza. Intanto l’Invalsi è al guinzaglio del Miur
per quanto riguarda direttive e finanziamenti. La prima conseguenza è
che l’operato del Miur stesso (dal ministro fino ai dirigenti
territoriali e forse anche ai presidi) è al di fuori, immune da
qualsiasi ipotesi di valutazione Invalsi. Vengono misurati gli “altri”.
Ai quali “altri” si scaricano perciò le colpe e le responsabilità di
tutto ciò che non funziona.
Non si capisce perché le prove Invalsi (per di più con gli errori
visti) si debbano intrufolare e contribuire in modo trasversale alla
valutazione finale di terza media. Le prove dovrebbero essere esterne,
valutate a parte, svolte non in coincidenza temporale con gli esami e
magari facoltative. Quest’anno non si è capito se le prove riguardavano
solo gli alunni, o anche e di soppiatto i prof e le scuole. Nel dubbio,
sembra che in alcune scuole si sia massicciamente copiato (6).
E poi va chiarito bene a che servono i risultati Invalsi. Scrive il
nostro articolista: “eventuali interventi terapeutici potrebbero essere
necessari”. Certo in via ipotetica non si può escludere nulla, però
veniamo da un triennio di tagli reali (8,5 mld), di affollamento delle
classi oltre i limiti di sicurezza, di 150.000 licenziamenti, di 65.000
precari storici (supplenti veterani) menati ancora per il naso. E siamo
arrivati a ridurre dell’86% i già scarsissimi fondi per i corsi di
recupero (7).
La seconda buccia di banana è nascosta e subdola e consiste in una
trappola o trucco dialettico. A. Ichino fa riferimento a “ tutti coloro
che sono pronti a criticare, ma mai fanno lo sforzo di offrire
soluzioni al problema” e aggiunge: “Se i critici conoscono un metodo
migliore e non più costoso ce la facciano sapere.”
In sostanza invece di replicare alle critiche (sono moltissime, basta
cercarle in internet) , si sfidano coloro che le formulano a risolvere
loro il problema! La proposta è paradossale, i critici infatti non
avrebbero alcuna possibilità pratica di attuare i loro metodi che
verrebbero sicuramente scartati a priori e verbalmente.
Implicitamente il professore di Bologna ammette che le prove Invalsi
non sono una soluzione. Peraltro, se si volesse davvero portare avanti
il confronto, in rete si troverebbero certamente interlocutori
numerosi, seri e validi. Bisognerebbe però partire da un progetto
ministeriale completo ed esaustivo (che al momento non risulta),
conoscere i fondi disponibili (sia per la parte diagnostica che per
quella terapeutica). Insomma fare sul serio. Intanto Miur & C.
potrebbero cominciare a valutare e ribattere alle critiche già
formulate.
Roma, 25 giugno 2011
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(1) Invalsi, un'altra Caporetto della Gelmini
http://beta.partitodemocratico.it/doc/211665/invalsi-unaltra-caporetto-della-gelmini.htm
(2) Test Invalsi per la scuola media: un'altra Waterloo del ministro
Gelmini
http://www.step1.it/tribu_di_zammu.php?sez=post&id=41562
(3) Polemica sul test Invalsi di terza media. Il ministero: nessun
errore, prova valida
http://www.corriere.it/cronache/11_giugno_22/test-invalsi-errore-griglie-correzione_5b3f3aaa-9ccf-11e0-ad47-baea6e4ae360.shtml
(4) Maturità: Gelmini, da 2012 test
http://www.la-cronaca.it/news/417868
(5) La scuola all'esame dei risultati
http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2011-06-25/scuola-esame-risultati-081433.shtml?uuid=Aax5gtiD
(6) Gelmini, l'Invalsi e i santi professori
http://www.repubblica.it/scuola/2011/06/22/news/l_opinione_invalsi-18073284/
(7) Recupero debiti formativi, ma con quali fondi?
http://www.tecnicadellascuola.it/index.php?id=32422&action=view
Vincenzo Pascuzzi .
vvvpascu4@libero.it
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