Nella provincia di Brescia manca la metà dei dirigenti scolastici
Data: Sabato, 25 giugno 2011 ore 09:35:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
Nella provincia di
Brescia manca la metà dei dirigenti scolastici necessari a coordinare
le scuole di ogni ordine e grado. In
tutta Italia sono tremila i nuovi dirigenti che potrebbero essere
assunti, ma il concorso non viene indetto perchè mancano i soldi. E'
partita da qui la denuncia congiunta dei settori scuola del Partito
Democratico, Sel, Psi e Idv di Brescia.
Da ovunque lo si guardi, il pianeta scuola "è un malato da curare a
causa delle politiche perverse attuate dal nostro minitro bresciano
Mariastella Gelimini", ha detto Rosa Leso, responsabile del settore
scuola per il Pd. Forse sono le origini bresciane del ministro "che sta
facendo disastri epocali, altro che riforme", a rendere il problema
della realtà scolastica ancora più bruciante nella nostra provincia.
Alla conclusione dell'anno accademico, le realtà del centrosinistra
hanno colto l'occasione per fare il punto su una situazione definita
"tragica".
"Questo ministro è indisponibile a ogni dialogo e disprezza il
pubblico impiego presente nella scuola", ha detto Leso. Gli esponenti
del centrosinistra bresciano, Mariano Comini per il Psi, Maria Buizza
per Sel e Luca Pelizzari di Idv insieme con Rosa Leso, hanno condiviso
la condanna assoluta di quanto fatto finora da Mariastella Gelmini,
ricordando "che il ministro ha appena perso una class-action contro le
classi-pollaio con più di 25 alunni, per cui oggi è ancora più
necessario un piano di edilizia scolastica per rendere agibili le
classi" ha detto Comini. "Il ministro deve smetterla di raccontare
favole su una scuola in cui introdurre il wii fi o le lavagne
interattive da 1.500 euro l'una quando si sono tagliati i fondi anche
per la carta igienica", gli ha fatto eco Maria Buizza.
Uno dei problemi più gravi che la scuola si è trovata ad affrontare
negli ultimi anni, e a Brescia in particolare, è quello della presenza
di ragazzi non italofoni nelle classi. "Non si può prevedere il 30%
massino di alunni stranieri nelle classi e poi tagliare sull'assistenza
per i docenti", ha detto ancora Buizza, "una sezione con 7 o 8 ragazzi
che non parlano italiano è ingestibile per un unico insegnante".
"C'è bisogno che la Lombardia torni a trasferire fondi alle scuole
bresciane e lombarde secondo la legge 30 del 1981. Sono anni che la
regione non dà soldi per il diritto allo studio, e ora le scuole sono
al collasso" ha concluso Giovanna Benini, della segreteria del Partito
Democratico. ( da http://www.quibrescia.it)
redazione@aetnanet.org
|
|