L'odissea per i precari della scuola finirà, forse, nel 2041
Data: Mercoledì, 22 giugno 2011 ore 08:46:13 CEST Argomento: Rassegna stampa
2041: fine
dell'Odissea dei precari. Non è il titolo dell'ultimo film inedito di
Stanley Kubrick, non è fantapolitica ma purtroppo la cruda realtà dei
precari dell'Istruzione pubblica, fotografata dalla rivista
specializzata Tuttoscuola. Inutile illudere l'esercito di supplenti che
sogna il posto fisso in classe e una cattedra in esclusiva. Un sistema
strutturalmente sbagliato nella sua impostazione ha creato un vero e
proprio esercito, cresciuto a dismisura nonostante negli anni si siano
moltiplicati i tentativi dei vari governi di trovare una soluzione. I
precari restano dunque la più dolorosa spina nel fianco anche per
questo governo. Soprattutto dopo che un giudice del lavoro di Genova ha
condannato il ministero dell'Istruzione a pagare un risarcimento di
quasi mezzo milione di euro a 15 precari perchè avevano lavorato per
tre anni di seguito e dunque avevano diritto
all'assunzione.
Una sentenza in primo grado contro la quale il governo ha presentato
ricorso ma che ha preoccupato il ministro dell'Economia, Giulio
Tremonti, che ha fatto due conti scoprendo così che sono, guarda il
caso, circa 65.000 i precari con almeno tre anni di contratto. Se tutti
facessero ricorso si arriverebbe così ad un risarcimento di quasi 3
miliardi di euro. E anche oggi i precari sono tornati a protestare
davanti a Montecitorio.
Ma quanti sono e quanto tempo sarà necessario per assorbirli tutti con
contratti a tempo indeterminato? Tuttoscuola calcola che ci vorranno
dieci anni per mettere in ruolo i precari della primaria e addirittura
trenta anni per quelli della scuola dell'infanzia. Non solo. In caso
fossero indetti nuovi concorsi i tempi raddoppierebbero.La rivista
Tuttoscuola ha analizzato la situazione esistente alla fine del 2010,
quando risultavano iscritti nelle graduatorie provinciali per la sola
scuola primaria circa 67.000 docenti. Quindi è andata a calcolare, un
stima soltanto ovviamente, quanti posti si libereranno nei prossimi
anni per pensionamenti. Negli ultimi cinque anni i pensionamenti nella
scuola primaria statale sono stati complessivamente circa 40mila
(39.958) con punte comprese tra i 6.166 dell'anno scorso e gli 11.630
del 2007-08. Quindi in media all'anno hanno lasciato il servizio con
varie motivazioni circa 8.000 insegnanti. Con questa media per
assorbire 67.000 docenti di scuola primaria iscritti nelle graduatorie
ad esaurimento ci vorranno, quindi, tra gli otto e i dieci anni, sempre
che i posti che si rendono vacanti per pensionamento coincidano con il
numero di iscritti in graduatoria per la stessa provincia e che nel
frattempo non vengano banditi, come invece è probabile, nuovi concorsi
con diritto di utilizzare il 50 per cento dei posti vacanti. A quel
punto questi conti già pesanti raddoppierebbero.
E se la situazione è preoccupante per la primaria le cose vanno peggio
per la scuola d'infanzia: nel 2010 aveva un numero addirittura maggiore
(oltre 72.000 unità) di iscritti nelle graduatorie provinciali ad
esaurimento. Oltretutto in questo settore scolastico l'organico è circa
un terzo di quello della scuola primaria e dunque si dispone di una
quantità minore di posti. Nell'ultimo quinquennio i pensionamenti nella
scuola dell'infanzia statale sono stati complessivamente poco più di
13mila (13.094) con punte comprese tra i 1.944 del 2008-09 e i 3.838
dell'anno scolastico precedente. Ogni anno, dunque, hanno lasciato il
servizio nella scuola dell'infanzia con varie motivazioni in media
2.600 insegnanti. Dunque i tempi di assorbimento per tutti i 72.000
iscritti nelle graduatorie ad esaurimento salgono vertiginosamente: tra
i 28 e i 30 anni. E se poi venissero banditi i concorsi ci vorrà un
tempo doppio: dai 56 ai 60 anni almeno. (di Francesca
Angeli da Il Giornale)
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