Insegnare? Professione per pochi. Il ministero ha stimato il fabbisogno di nuovi docenti fino al 2015. Nelle università corsi a rischio
Data: Martedì, 21 giugno 2011 ore 09:29:20 CEST Argomento: Rassegna stampa
A una prima lettura,
sembra tutto ok, anzi. Sapere che la scuola italiana, da qui a 4 anni,
ha bisogno di 23 mila nuovi docenti da abilitare alla professione può
apparire addirittura consolante, dal punto di vista delle opportunità
formative ma anche occupazionali. Ma quando si leggono i dati
disaggregati per grado di scuola e per classe di concorso, la
percezione cambia
radicalmente.
Perché i 23 mila docenti che le università potranno formare fino
al 2015 si traducono tra primaria e secondaria, spalmati tra
matematica, lettere, inglese e lingue, storia e filosofia, latino e
greco, e poi suddivisi su tre annualità accademiche, in una manciata di
posti. Risicate chance lavorative che parlano di una professione in
declino, in cui c'è poco spazio per nuovi docenti. In alcuni casi, come
per esempio la classe 050 alle superiori, ovvero Lettere, vi sarebbero
in tutta Italia solo 75 posti disponibili da occupare. Del resto, ci
sono già circa 230 mila insegnanti abilitati, quelli delle graduatorie
permanenti, che vanno immessi in ruolo. Una situazione choc che, se
confermata, renderebbe l'organizzazione di alcuni nuovi corsi un affare
in perdita per le università. Già, perché i nuovi percorsi abilitanti
previsti dalla riforma Gelmini (laurea magistrale e tirocinio attivo)
sono blindati: per evitare il formarsi di nuovo precariato, gli atenei
formeranno solo in base ai flussi programmati a livello regionale. Le
prime stime sul fabbisogno di nuovi docenti fatte dal ministero
dell'istruzione, università e ricerca sono state trasmesse in questi
giorni ai direttori scolastici regionali. Obiettivo: prendere contatto
con le varie università del territorio perché queste abbiano l'ordine
di grandezza dei corsi di laurea a decorrere dal 2012. ItaliaOggi ha
avuto modo di leggere le stime. Complessivamente, ci sono 23.200
disponibilità per la formazione: 4.550 per il 2012/2013; poco più di
7.400 per il 2013/2014 che salgono a 11.200 per il 2014.2015. L'ordine
di scuola più affamato sarà la scuola media con 8.200 nuovi docenti,
seguito dalla secondaria di secondo grado con 5.100 e poi la scuola
dell'infanzia quasi a quota 5 mila e la primaria a poco meno di 4.900.
Le stime sono state elaborate tenendo conto, su un organico di 605 mila
unità, dei posti vuoti in organico e delle cessazioni dal servizio che
si avranno, a legislazione vigente. Sommando i due dati, vanno poi
sottratti gli abilitati ad oggi già iscritti in graduatoria. Ovviamente
le stime non sono in grado di dire cosa accadrebbe in caso di ulteriori
strette sugli organici.
A spulciare i dati emerge per esempio che per la Campania alle
superiori la classe di concorso A013, Chimica, avrà una disponibilità
di 4 posti; A034, ovvero elettronica, in Abruzzo avrà un fabbisogno di
zero docenti per il 2012, sempre zero per il 2013 e un solo nuovo
docente per il 2014/2015. Va meglio per Igiene, A040: a livello
nazionale quasi 400 posti, sempre su tre anni ovviamente. Per A036,
ovvero Filosofia e pedagogia, ce ne saranno nel triennio 75; 184 per
Storia e Filosofia. Difficile immaginare che le università possano
realizzare corsi per un solo potenziale aspirante o comunque poche
decine. Ecco perché il ministero sta studiando integrazioni legislative
per accorpare presso un solo ateneo regionale o anche nazionale i corsi
di laurea più poveri. Se la strategia, avviata dal precedente governo
di centrosinistra, è quella di non formare più docenti di quelli che
presumibilmente potrà assorbire il sistema, per un po' di anni
bisognerà inevitabilmente mettere il lucchetto ad alcune classi di
concorso. Ed evitare che, come invece avvenuto per le Siss, le maglie
per l'accesso vengano via via allargate.
(da ItaliaOggi di Alessandra Ricciardi)
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