Sopresa Ocse: i ''poveri'' prof italiani sono i pių soddisfatti d'Europa. Ma lamentano troppa burocrazia; i norvegesi ritengono di essere i pių bravi
Data: Lunedė, 20 giugno 2011 ore 17:54:05 CEST
Argomento: Sondaggi


I docenti italiani sono i piu' soddisfatti della loro professione, ma sono i norvegesi a ritenere di essere i piu' bravi. Non c'e' solo l'Ocse-Pisa (il test che misura la preparazione dei quindicenni). L'Ocse testa anche il grado di soddisfazione degli insegnanti. Ma l'ultima indagine in tal senso e' rimasta nell'ombra. L'ha tirata fuori la Uil Scuola constatando che persino il ministero, che ha messo i suoi soldi nella ricerca, non ne ha dato notizia. L'indagine internazionale Ocse-Talis sull'insegnamento e l'apprendimento e' stata condotta in 23 paesi del mondo, Italia inclusa.                   
 ITALIANI I PIU' SODDISFATTI - Sono gli insegnanti italiani quelli piu' soddisfatti del lavoro svolto in classe. Il 95% dei prof di scuola media dichiara di essere appagato del proprio lavoro anche in relazione al clima disciplinare in aula e al rapporto con gli studenti. Nella classifica internazionale gli italiani registrano 6 punti percentuali in piu' rispetto alla media (89,6%) seguiti dai colleghi sloveni, belgi, messicani, bulgari e austriaci. Ad essere i meno soddisfatti sono gli australiani (82,4%) e poi gli ungheresi, i turchi, i brasiliani e i portoghesi.
MA LA BUROCRAZIA SI MANGIA IL TEMPO - I nostri docenti lamentano di dover utilizzare il 14% del tempo per mantenere l'ordine in classe. Piu' alto della media dei 23 paesi e' anche il tempo che e' sottratto all'insegnamento per espletare troppi adempimenti burocratici (8,8%). Una situazione che accomuna gli insegnanti italiani a quelli spagnoli. Il maggior peso negli adempimenti burocratici tocca agli insegnanti messicani con un carico di pratiche pari al 16,5% del tempo, quasi il doppio rispetto alla grande maggioranza degli altri paesi.
SIAMO NOI I PIU' BRAVI (DICONO IN NORVEGIA) - Sono i norvegesi a sentirsi 'piu' bravi'. Gli italiani sono al secondo posto. All'estremo opposto, si situano i professori coreani e quelli spagnoli.
POCA FORMAZIONE - I docenti italiani esprimono una diffusa domanda di formazione, superiore di 10 punti alla media dei colleghi delle altre nazioni. Per loro rappresentano delle priorita': l'insegnamento a studenti con bisogni speciali (35,3%), l'esigenza di migliorare la pratica didattica (34,9%), l'accrescimento delle competenze nel proprio ambito disciplinare (34%).
VALUTAZIONE, SIAMO PRONTI - Una parte dell'indagine Talis e' dedicata alla valutazione degli insegnanti. Il 13,8% dei docenti dei 23 paesi esaminati dichiara di non aver ricevuto alcun tipo di valutazione. Per gli italiani questa percentuale e' del 20%. Sono gli spagnoli, i danesi, i portoghesi, gli austriaci e gli irlandesi i meno valutati. Coreani, ungheresi, slovacchi e turchi sono quasi tutti sottoposti a processi di valutazione.
Per quanto riguarda la valutazione interna quasi la meta' degli insegnanti italiani e' impegnata almeno una volta l'anno nelle pratiche di autovalutazione della scuola, livello simile alla media degli altri paesi. Per quanto attiene alla valutazione esterna oltre il 60% dei nostri insegnanti non e' mai stato coinvolto Inoltre e' un 'grazie' il riconoscimento piu' diffuso in Italia. Niente soldi ne' bonus. Quanto alle esperienze degli altri paesi, la valutazione ha ricadute diverse. L'incremento della retribuzione e' assolutamente marginale per la media dei Paesi: si verifica nel 9,1% dei casi, mentre in Italia e' dichiarato nel 2%. Ma che cosa pensano gli insegnanti di cio' che accade dopo la valutazione sulla propria scuola? L'indagine si occupa anche di questo: il 70% dei professori italiani pensa che la valutazione porti ad 'azioni di aggiornamento o formazione affinche' i docenti migliorino il proprio lavoro'. Il 40% sostiene che nella 'scuola la revisione del lavoro dei docenti ha scarso impatto sul modo in cui i docenti insegnano in classe'. Il 33% pensa che la valutazione venga fatta 'soprattutto per finalita' amministrative'.
    (da www.dire.it)

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