I precari della scuola, da Facebook a Montecitorio. Un presidio aperto a tutti nato da un tam tam sul social network contro il decreto sviluppo e i tagli agli organici
Data: Domenica, 19 giugno 2011 ore 07:15:21 CEST Argomento: Rassegna stampa
Non una sola
sigla, ma tutti «i precari della scuola uniti contro i tagli». Gli
insegnanti si sono dati appuntamento sabato 18 giugno per un presidio
in piazza Montecitorio. «L’appuntamento è stato lanciato su Facebook –
fanno sapere dal Movimento insegnati precari (Cps) – e non ha un colore
né riguarda una sola categoria. Invitiamo tutti i cittadini a
partecipare senza bandiere o segni distintivi di sindacati e partiti
politici. Chiediamo a tutti i precari che parteciperanno al presidio di
non cadere nel bieco tranello della politica che mira ad alimentare
divisioni tra lavoratori con false promesse
corporative».
STOP AI TAGLI – Sul tavolo del contendere c’è il decreto sviluppo,
emanato un mese fa, e protagonista in commissione parlamentare di una
serrata battaglia a suon di emendamenti. «Il decreto – fanno sapere i
precari – contiene norme che, contrariamente a quanto propagandato dal
governo, contribuiscono ad affossare definitivamente i lavoratori
precari della scuola». Secondo quanto riferiscono gli insegnanti, «si
parla genericamente di un piano triennale di immissioni in ruolo senza
fornire nessuna cifra, mentre viene invece chiarito che i precari della
scuola non rientrano nella normativa europea che impone la loro
assunzione dopo tre anni di lavoro».
PRECARI UNITI – E c’è preoccupazione anche per i tagli agli organici:
«In compenso i tagli proseguono inesorabili – continuano dal Cps – è in
corso la terza tranche dei 150 mila tagli agli organici e degli 8
miliardi ai finanziamenti imposti dalla Finanziaria del 2008». Dal
mondo della scuola arriva un nuovo invito a scendere in piazza «per il
ritiro degli 8 miliardi di tagli che peggiorano la qualità
dell’insegnamento ed estromettono dalla scuola migliaia di lavoratori –
concludono dal Movimento insegnanti precari – per l’immissione in ruolo
di tutti i precari e per il rispetto della normativa europea che impone
l’assunzione dopo tre anni di lavoro». (da
http://roma.corriere.it/)
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