Servizio militare di leva non in costanza di nomina
Data: Sabato, 18 giugno 2011 ore 20:02:12 CEST
Argomento: Opinioni


Da anni è in atto un contenzioso tra il MIUR e migliaia di docenti precari che rivendicano il riconoscimento nelle GaE del servizio militare di leva o il servizio civile sostitutivo, svolto non in costanza di nomina, ai sensi della Legge 24 dicembre 1986 che all’art.20 prevede che il servizio militare prestato dopo il 30.1.1987, data di entrata in vigore della citata legge, è valido a tutti gli effetti, purchè prestato dopo il conseguimento del titolo di studio che dà accesso all’insegnamento (laurea o diploma). A dare ragione ai ricorrenti ci sono ben 43 pronunce, tra sentenze e ordinanze, di diversi TAR, C. di Stato e Tribunali ordinari. L’ultima sentenza di merito è stata emessa dal TAR Lazio il 14 aprile u.s. e depositata il 3 maggio scorso, come ci fa sapere il prof. Sebastiano Spatola che da anni, insieme al prof. Libero Tassella di Professione Insegnante, si batte per la soluzione di questo problema. Ciònonostante, il MIUR , mentre riconosce al personale amministrativo (ATA) il servizio militare di leva e quello civile sostitutivo, prestato anche non in costanza di nomina, valutandolo come “servizio reso alle dipendenze delle amministrazioni statali”, discrimina il personale docente negando ad esso uguale diritto e portando avanti un contenzioso seriale con spreco di risorse economiche che potrebbero essere meglio impiegate per risolvere qualcuno dei molti problemi della disastrata scuola italiana. Il 24 giugno 2010 ci fu il primo commissariamento di 17 USP da parte del TAR Lazio, per il mancato riconoscimento del punteggio per il servizio militare, su ricorso dell’Avv. Ganci (che fa parte dello staff di legali che patrocinano i ricorsi sponsorizzati dall’ANIEF), da allora altre sentenze ed ordinanze sono state emesse fino a raggiungere, come detto, l’esorbitante numero di 43 pronunce, ma altri ricorsi sono a ruolo presso il TAR Lazio ed altri ne vengono annunciati, anche dall’ANIEF che sembra sia divenuto l’incubo del MIUR per i numerosi ricorsi proposti e vinti contro di esso. Presto usciranno altre sentenze che vedranno ancora una volta l’Amministrazione soccombente, perchè ormai l’ orientamento della giurisprudenza è univocamente favorevole ai ricorrenti.
Il MIUR dovrebbe prendere atto della realtà e smettere questo assurdo braccio di ferro contro questi docenti che chiedono soltanto il riconoscimento del sacrificio che sono stati costretti a fare, spendendo un anno (e forse più) della loro vita al servizio dello Stato, perdendo opportunità di formazione e di lavoro. Riconoscendo i 12 punti, tanti ne sono previsti, equivalenti ad un anno di insegnamento, che non costano nulla allo Stato, ma consentono a quanti ne hanno diritto di poter conseguire qualche incarico di docenza, la Gelmini potrebbe evitare un’altra figuraccia come quella rimediata con la lunga vicenda delle graduatorie di coda che la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 41/2011 ha dichiarato illegittime.
Si sarebbe potuto, già da quest’anno, risolvere la questione inserendo nel D.M. n. 44/11 di aggiornamento delle GaE le due magiche paroline anche e non : “il servizio militare di leva ed i servizi sostitutivi assimilati per legge sono valutati anche se prestati non in costanza di nomina”, come proposto dal prof. Libero Tassella di Professione Insegnante. A tal proposito, dispiace constatare l’ambiguo atteggiamento dell’ANIEF che mentre si appresta a sponsorizzare nuovi ricorsi per il servizio militare, come ha annunciato sul proprio sito web, non ha presentato all’audizione in Commissione Cultura alla Camera, tra i vari emendamenti proposti ed accolti anche tale argomento, che avrebbe potuto mettere la parola fine a questo estenuante e penoso contenzioso. Evidentemente l’ANIEF conta di cavalcare questo problema, organizzando migliaia di ricorsi che portano soldi alle sue casse.
Farebbe bene allora Maria Stella Gelmini a dare scacco all’ ANIEF, dando disposizioni agli A. T. Provinciali (ex USP) che ancora non vi hanno provveduto di dare esecuzione alle ordinanze dei TT. AA. RR. attribuendo i 12 punti ai legittimi destinatari. Eviterebbe così quello che rischia di diventare un nuovo tormentone per la scuola: la mobilitazione di migliaia di docenti precari che reclamano il giusto riconoscimento di un loro diritto, con un altro duro colpo alla credibilità del suo Ministero e dei suoi consiglieri, giudicati pessimi da tutto il mondo della scuola, con ulteriore danno d’immagine per l’ intero Governo.
E le recenti vicende elettorali, amministrative e referendarie, sono un chiarissimo campanello d’allarme.

Dino Dinapoli
dino.dinapoli@libero.it





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