Treviso. 266 bocciati nella Marca. «Troppi analfabeti in arrivo dalle Medie»
Data: Sabato, 18 giugno 2011 ore 11:00:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
Un esercito di
bocciati. Ben 266 per l'esattezza. È quello che si ottiene mettendo
assieme gli esiti degli scrutini di fine anno finora pubblicati nelle
scuole della Marca. I tabelloni sono già stati completati all'istituto
per geometri Palladio, al liceo Duca degli Abruzzi, allo scientifico Da
Vinci e al classico Canova. E il numero è destinato a lievitare
ulteriormente tra domani e lunedì quando si conosceranno i risultati
dell'itc Riccati, dell'itis Fermi e del liceo artistico.
Ma se gli scrutini fanno tremare molti studenti, l'ammissione agli
esami di maturità, già definita in tutte le scuole, non è stata certo
da meno. Con casi come la 5 C dell'indirizzo servizi sociali
dell'istituto professionale "Besta", dove a un terzo della classe (6 su
18) è stata sbarrata la strada verso le prove finali. Oppure come la 5
A dell'indirizzo termotecnica del "Fermi", dove sono stati ammessi
all'esame solo 5 studenti su nove. «Ogni classe ha la sua storia e non
tutte le ciambelle escono con il buco ma è certo che, per mantenere
alta la qualità di una scuola, non si possono promuovere anche gli
asini. Non ci si dovrebbe meravigliare di questi numeri quanto di
quelle scuole dove tutti vengono promossi - spiega il preside del
"Besta" Carmelo Ruggeri - . In più c'è da dire che i ragazzi escono
dalle medie pressoché analfabeti. Mentre per quanto riguarda gli
insegnanti non c'è continuità, tra sforbiciate, ridimensionamenti e
precariato, e in tutto questo l'orientamento non funziona come
dovrebbe».
Già, quell'orientamento, che dovrebbe traghettare dalle medie alle
superiori, già entrato nel mirino del provveditore Maria Giuliana
Bigardi. E non solo. «Nelle classi prime abbiamo avuto varie bocciature
perché molti ragazzi non avevano i requisiti minimi per affrontare un
liceo. Il punto è che le famiglie spesso non seguono i consigli dei
docenti delle medie, vedono l'indicazione di una scuola professionale
come un declassamento, e così mandano il figlio verso un insuccesso
quasi certo - incalza Renata Moretti, vicepreside del Duca degli
Abruzzi - una delle conseguenze è che ci sono sempre meno bravi tecnici
e bravi professionisti. Bisogna mettersi in testa che non servono solo
liceali e che tutte le scuole hanno pari dignità». Anche perché, alla
fine degli studi, in ballo c'è un posto di lavoro.
«Se è vero che Treviso è una delle città simbolo della locomotiva del
Nordest che va all'attacco della ripresa economica allora le scelte
delle famiglie dovrebbero essere coerenti - conclude Ruggeri - noi non
abbiamo problemi legati alla disoccupazione dei ragazzi una volta
usciti dalla scuola questo vuol dire che è inutile per il proprio
figlio rincorrere sempre l'utopia universitaria». (da
http://www.gazzettino.it)
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