Precari di nuovo in piazza “Nessuna prospettiva per il futuro”
Data: Venerdì, 17 giugno 2011 ore 06:58:55 CEST Argomento: Rassegna stampa
I precari della
scuola sempre sul piede di guerra per tentare di sbloccare una
situazione che li vede sempre più penalizzati e senza prospettive per
il futuro. Sabato torneranno in
piazza, davanti a Montecitorio, in un clima reso ogni giorno
sempre più esasperante a partire dagli insulti che ha loro riservato il
ministro Brunetta. Le motivazioni della nuova manifestazione: “Il Dl
sviluppo – si legge in un comunicato dei promotori della protesta –
contiene norme che, contrariamente a quanto propagandato dal governo,
contribuiscono ad affossare definitivamente i lavoratori precari della
scuola.
Si parla genericamente di un
piano triennale di immissioni in ruolo senza fornire nessuna cifra,
mentre viene invece chiarito che i precari della scuola non rientrano
nella normativa europea che impone la loro assunzione dopo tre anni di
lavoro. In compenso i tagli proseguono inesorabili: è in corso la terza tranche dei 150.000
tagli agli organici e degli 8 miliardi ai finanziamenti imposti dalla
Finanziaria del 2008. Per il ritiro degli 8 miliardi di
tagli che peggiorano la qualità dell’insegnamento ed estromettono dalla
scuola migliaia di lavoratori, per l’immissione in ruolo di tutti i
precari, per il rispetto della normativa europea che impone
l’assunzione dopo tre anni di lavoro, i
precari della scuola scenderanno in piazza con un presidio davanti a
Montecitorio che partirà il 18 Giugno alle ore 14. Invitiamo
tutti i cittadini a partecipare senza bandiere o segni distintivi di
sindacati e partiti politici. Chiediamo a tutti i precari che
parteciperanno al presidio di non cadere nel bieco tranello della
politica che mira ad alimentare divisioni tra lavoratori con false
promesse corporative”.
In effetti anche i più recenti interventi del governo in questa materia
non sono per nulla chiari e tanto meno tranquillizzanti. Lo hanno fatto
notare dall’opposizione i parlamentari Ghizzoni e Bachelet: “Si tratta
di una proposta che non affronta e anzi elude il problema del
superamento effettivo del precariato scolastico. Si tratta di un’
ipotesi mistificatoria e propagandistica che non indica in alcun modo
il numero delle nomine di docenti e di ATA da effettuare nel prossimo
anno scolastico e nei seguenti e allo stesso tempo mantiene in vita il
sistema autorizzatorio vigente delle nomine a tempo indeterminato che
consente al governo di imporre qualsiasi soluzione quantitativa
rispetto alla reale consistenza degli stessi posti disponibili e
vacanti”.
Il problema riguarda innanzitutto l’assegnazione dei posti di fatto
vacanti, quelli cioè che senza i precari continuerebbero a essere
scoperti. Una materia peraltro che ha già visto ripetuti interventi
della magistratura che ha riconosciuto che non è possibile mantenere
nel precariato persone che occupano posti vacanti condannando di
conseguenza lo Stato a risarcimenti ingentissimi che a lungo andare
potrebbero mettere in crisi lo stesso bilancio. Ma quanti sono i posti
vacanti? Secondo i calcoli degli esperti attualmente al netto dei tagli
sarebbero 60 mila per i docenti e quasi 40 mila per i non docenti.
Insomma cento mila precari potrebbero subito avere un posto fisso.
Prospettiva che tuttavia il decreto sullo sviluppo non solo non
conferma, ma che attraverso il sistema “autorizzatorio” da parte
di Tremonti potrebbe ampiamente ridurre a poche decine di migliaia di
assunzioni.
C’è poi tutto il sistema delle supplenze, vale a dire i posti liberi ma
formalmente occupati da chi si ammala o viene destinato ad altro
incarico. Qui la situazione è ancora più sconcertante. E’ in atto
infatti la proposta di rifare le stesse graduatorie da cui attingere i
nominativi a cui assegnare le supplenze. E qui arriva l’ultima trovata
della Lega: riconoscere ai “residenti” un bonus di 40 punti in modo da
superare i docenti che vengono dal Sud. Come se i “residenti” non
fossero in gran parte appunto di origine meridionale. Solo un brutto
segnale, dunque, per segnare ancora una volta la discriminazione .
(da http://www.ilfattoquotidiano.it/ di Augusto Pozzoli)
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