La Scuola e l’ordinamento scolastico in Italia (parte IV)
Data: Giovedì, 16 giugno 2011 ore 09:30:00 CEST Argomento: Redazione
Il
Collegio Capizzi di Bronte e l’Istituto Nautico di Riposto
Giunto, ormai alla fine delle lezioni, concludo, per quest’anno, il
lungo percorso storico – documentaristico sull’ordinamento
scolastico in Italia, che ho intrapreso, qualche mese fa, con i lettori
di AetnaNet.org. Spero mi perdonerete le tante dimenticanze e i troppi
errori che, in buona fede, ho commesso. Certamente, il mio intento non
è stato quello di raccontare, in maniera completa ed esaustiva,
l’origine dell’istruzione pubblica in Italia e in Sicilia, ma, semmai,
ho voluto solo dare uno stimolo in più per studiare e conoscere la
nostra storia recente. Una lunga e affascinante avventura di donne, di
uomini, di idee. Un’epopea coinvolgente, ma, ahimè, quasi sconosciuta.
E mi auguro, soprattutto, che dalla conoscenza del nostro passato,
possa scaturire una maggiore consapevolezza del futuro. Un nuovo e più
convinto senso di responsabilità e di partecipazione. Perché soltanto
chi conosce è capace di amare e di costruire un futuro migliore. Anche
per la scuola pubblica.
Per chiudere…in bellezza, quindi, ho scelto di raccontare la storia di
due istituzioni scolastiche siciliane con una lunga e gloriosa
tradizione di efficienza e di eccellenza: il Collegio Capizzi di Bronte
e l’Istituto Nautico di Riposto.
Il Real Collegio Capizzi di Bronte, il cui complesso monumentale
(convitto e scuole), iniziato il 1° maggio del 1774 ed inaugurato il 4
ottobre del 1778, è frutto dell’iniziativa, dell’ingegno e della
perseveranza del sacerdote brontese, Eustachio Ignazio Capizzi. Il
religioso, durante i quattordici anni trascorsi nella diocesi di
Monreale, maturò una straordinaria esperienza di fondazione e di
costruzione di collegi, che mise in atto con la fondazione di questa
scuola nella sua città d’origine. Ignazio Capizzi avvertiva il
movimento di studi e il fervore culturale che si diffondeva in Sicilia,
nella prima metà del Settecento, ma comprendeva, altresì, per averlo
sperimentato personalmente, che di tale fervore, vivissimo in altri
centri dell’Isola, Bronte era condannata a non ricevere neppure gli
echi più lontani. Lui stesso, da giovane, era stato costretto a
lasciare il suo paese natale per poter proseguire gli studi e
conseguire un ragguardevole livello d'istruzione. Il paese era privo di
scuole pubbliche e l’analfabetismo dominava incontrastato tra il popolo
di Bronte, agli studi potevano accedere soltanto il clero e i figli dei
nobili, così, Capizzi sviluppa l’idea di dotare il suo paese di
un’istituzione scolastica in grado d’istruire tutti i brontesi, ma,
soprattutto, di elevare culturalmente la città. Il sacerdote brontese,
dopo aver affrontato e superato notevoli difficoltà di ordine economico
e organizzativo, riuscì, in poco tempo, a realizzare il suo
lungimirante sogno. In soli quattro anni, Bronte ebbe un maestoso
collegio capace di dare all’intera città una supremazia culturale e un
prestigio in grado di porla in posizione di preminenza su molti centri
siciliani.
Il 25 giugno 1771, in una lettera inviata al sac. Sinatra di Bronte,
Ignazio Capizzi stabilisce il luogo dove far costruire la scuola: al
quartiere S. Rocco, in pieno centro storico cittadino. Dopo, solo, due
anni, vengono comprati, per 80 onze, il terreno ed un gruppo di case di
proprietà del dott. Rosario Stancanelli. Capizzi, il 1 maggio 1774,
“con alquanto solennità portò sulle sue spalle la prima pietra, la
depose, la benedisse e la murò”. Dopo una serie di “suppliche” inviate
al sovrano, il 18 Aprile 1778, re Ferdinando concedeva 200 onze annue
in perpetuo, a spese della Mensa Arcivescovile di Monreale, e decretava
che l’erezione delle scuole pubbliche di Bronte dovesse comprendere
cinque insegnamenti: aritmetica, grammatica inferiore e superiore,
filosofia e teologia. Nel 1808 vennero aggiunte altre materie,
raggiungendo il numero di dieci. Nel 1837, il collegio assunse il
titolo di “Real Collegio Borbonico”, fu creata la “scuola dei piccoli”,
venne introdotto il metodo normale, aggiunto l’insegnamento della
lingua italiana, mentre la teologia venne divisa, in dogmatica e
morale. Successivamente, nel 1848, il Parlamento siciliano lo denominò
“Collegio Nazionale”. Dopo l’unità d’Italia mutò ancora nome in quello
di “Real Collegio Capizzi” e tale è rimasto sino ai nostri giorni. Dal
1926 è diventato “pareggiato” ai licei statali.
Nel 1866, il ministro Ruggero Bonghi, per la secolare e rinomata opera
di formazione e d’istruzione di tanti giovani siciliani, definì il
Collegio Capizzi, “foro della lingua latina”. Fucina del sapere e della
cultura siciliana, il collegio ha, sicuramente, favorito la crescita e
lo sviluppo culturale della città di Bronte ed ha contribuito alla
formazione di una vasta schiera di personaggi illustri, di filosofi,
poeti latini, giuristi, economisti, medici illustri, docenti
universitari, sacerdoti. Intere generazioni di siciliani si sono
formate dentro le mura del famoso collegio. Si ricordano, tra gli
altri, Arcangelo Spedalieri, Benedetto Radice, Alessandro D’Antona,
senatore e chirurgo, Luigi Capuana, i fratelli Antonino, Placido e
Gesualdo De Luca, i fratelli Cimbali, e tanti altri.
L’Istituto
Tecnico Nautico di Riposto, tra le più antiche scuole nautiche
d’Italia, è espressione della città costiera siciliana, in quanto
strettamente legato al tessuto connettivo della comunità ed alla sua
crescita culturale e sociale. Ferdinando I di Borbone, il famoso re
nasone, con Reale Iscritto, datato 12 febbraio 1820, istituiva a
Riposto una scuola nautica per capitani di cabotaggio e d’altura, che
iniziò immediatamente a funzionare sotto la guida del capitano
ripostese, Ferdinando Coco, che ebbe l’incarico di Lettore Nautico,
cioè preside ed unico insegnante. In Sicilia, la scuola di Riposto, era
la seconda istituzione del genere che sorgeva, dopo il Seminario
Nautico di Palermo, fondato nel 1788 e nel quale si era diplomato il
capitano Ferdinando Coco, divenuto poi docente. L’istituto nautico,
però, non sorgeva soltanto per la generosità del re, ma per il generoso
impegno dei commercianti ripostesi, guidati da Gaetano De Majo, che nel
1819 avevano chiesto al governo borbonico l’istituzione di una scuola
nautica, obbligandosi al mantenimento della stessa. La scuola nautica
funzionò dal 1820 al 1864 ed ebbe un totale di 540 allievi,
provenienti da famiglie di marinai; la direzione scolastica d’allora
accettava solo i figli della gente di mare. La scuola aveva i locali in
una casa privata nei pressi della Chiesa dalla Lettera, la strada,
dalla quale si entrava, si chiamava, appunto, vicolo della Scuola
nautica. Le materie che si insegnavano erano, aritmetica, algebra,
geometria piana, geometria sferica, navigazione, nozioni della sfera
celeste. Dopo l’unità d’Italia, con il regio decreto del 26 gennaio
1865, la scuola ripostese diventa “Scuola Nautica e Costruzione
Navale”, con il conseguente aumento del numero degli insegnanti, da uno
a quattro, due nominati dallo Stato e due dal Comune.
La nuova istituzione iniziava i corsi nell’anno scolastico 1869/70 ed
oltre ai sei insegnamenti impartiti dal 1820, vi si insegnarono la
lingua italiana, matematica complementare, geografia descrittiva,
osservazioni pratiche di meteorologia, nozioni di codice del commercio.
Nel breve volgere di un quadriennio, la scuola nautica diplomava ben
sessantasei alunni.
Nel 1873, con un regio decreto, la scuola venne elevata a Regio
Istituto Nautico, dedicata al navigatore siciliano, Luigi Rizzo, con
tre sezioni di capitani di cabotaggio, di lungo corso e di costruttori
navali. Quest’ultima, nel 1985, fu sostituita con la sezione dei
macchinisti navali.
(...fine)
Angelo
Battiato (inviato speciale a Brescia)
angelo.battiato@istruzione.it
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