Dalle categorie tre ricette per il rilancio
Data: Lunedì, 13 giugno 2011 ore 21:23:20 CEST
Argomento: Rassegna stampa


«Il calo degli iscritti agli esami di Stato? È la reazione alla crisi: le aspettative di lavoro diminuiscono, gli anni '80, con il boom di aspiranti, sono lontani. Oggi sempre più spesso chi si affaccia alla libera professione deve mettere in conto un lavoro parasubordinato pagato a fattura». Andrea Bonechi, consigliere nazionale dell'Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili, non è per nulla sorpreso dai dati diffusi dal ministero dell'Università.     
Gli Ordini si interrogano sul fenomeno e studiano formule di intervento a misura di giovani: un praticantato più breve o più integrato con l'Università, una formazione più professionalizzante e incentivi per gli studi professionali. Ma anche, in alcuni casi, la ricerca di una maggiore selezione.
Per gli architetti il calo è consistente: quasi il 36% di candidati in meno in quattro anni. «Non parlerei però di fuga – puntualizza Giorgio Cacciaguerra, presidente del Dipartimento Università e formazione – perché il numero di architetti nel nostro Paese resta molto elevato: quasi 145mila, un terzo del totale europeo. Con la riforma Gelmini si verificherà inevitabilmente un ridimensionamento dei corsi, in alcuni casi verrà reintrodotto il numero chiuso, com'è successo alla facoltà di Medicina vent'anni fa.
E questa situazione gioverà sicuramente alla professione».
L'appello a una maggiore selezione arriva anche dal Consiglio nazionale forense. «Da sempre - spiega Andrea Mascherin, consigliere segretario del Cnf – chiediamo il numero chiuso all'Università, perché altrimenti si usa la libera professione come una fabbrica di illusioni e disoccupazione. C'è poi una grossa componente che non esercita e non si iscrive e sarebbe necessario un percorso più professionalizzante».
Il calo del 30% del numero di ingegneri che partecipano alle prove di esame nasconde invece alcune sfumature. Sono infatti in forte aumento gli aspiranti al titolo di ingegneri civili e ambientali «L'iscrizione all'Albo – spiega il presidente del Consiglio nazionale Giovanni Rolando – è obbligatoria per poter esercitare questa specialità. Puntiamo a estendere questo obbligo anche per il settore dell'elettronica e dell'inforrmatica». E se oggi per gli ingegneri non è previsto un periodo di pratica prima dell'esame di Stato, per creare un ponte tra i libri e il mondo del lavoro Rolando guarda con favore all'introduzione di un «apprendistato remunerato, durante gli ultimi anni di Università». Non solo. Per gli ingegneri occorre un dietrofront sulla riforma universitaria che ha mandato in soffitta il ciclo unico istituendo il triennio di magistrale e i due anni di specialistica.
Per i commercialisti la chiave del rilancio sta invece in un accorciamento del tirocinio che oggi dura ben tre anni. «In una situazione di crisi – afferma Bonechi – sono sempre meno i laureati disposti a investire su un periodo così lungo». Così dal prossimo anno accademico andrà in scena il nuovo corso, con lo sconto di due anni di praticantato e una prova di esame in meno per chi sceglie la laurea specialistica.
C'è poi un'altra barriera che i commercialisti vorrebbero rimuovere: le difficoltà per i giovani di diventare soci degli studi in cui lavorano. «Abbiamo presentato una proposta di legge per la società di professionisti – spiega Bonechi – dove il reddito viene determinato non dal capitale sociale ma dal lavoro professionale. L'aggregazione è la chiave per ripartire, contro l'abusivismo dilagante».
Spicca tra tutti l'aumento in controtendenza degli iscritti agli esami di Stato per l'ingresso nell'Albo degli assistenti sociali, l'unica professione regolamentata nell'area delle scienze sociali. Dal 2006 al 2009 i candidati alle prove sono raddoppiati. «La nostra – dice la presidente del Consiglio dell'Ordine, Edda Samory – è un'occupazione in fase di sviluppo che cresce sulla spinta del disagio sociale in aumento e garantisce la piena occupazione, con tipologie contrattuali diverse. Occorre però puntare su una formazione più specifica e più scientifica per prevenire il disagio e non intervenire solo per curarlo». http://www.ilsole24ore.com/

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