Scuola, Emilia-Romagna regione più tagliata d'Italia
Data: Lunedì, 13 giugno 2011 ore 21:11:10 CEST Argomento: Rassegna stampa
Un calo di
risorse così consistente altrove non si è visto. Eppure qui si registra
il maggior numero di nuovi iscritti. E anche la percentuale più alta di
alunni figli di immigrati. La richiesta dell'assessore Bianchi: "servono almeno duemila insegnanti in più".
Bologna, 13 GIU. 2011 - Iscritti in aumento e personale in diminuzione.
Andamenti che fanno presagire un futuro anno scolastico pieno di
difficoltà per l'istruzione in Emilia-Romagna. Lo dicono i numeri del
primo 'Report sul sistema educativo in Emilia-Romagna', presentato
stamattina. La nostra è la regione che registra la spesa più elevata
(1.495 euro per ogni studente all'ultima rilevazione del 2007), un
numero medio di alunni per classe pari a 22,2, il più alto nel Paese, e
un incremento della popolazione studentesca, negli ultimi 10 anni, del
26,6% (oltre 107.000 alunni), il più consistente in Italia e ben
superiore alla media nazionale pari al 3,4% nel medesimo lasso di tempo.
Numeri che mostrano l'importanza di un comparto centrale nella vita
della Regione. I giovani che frequentano le scuole statali in
Emilia-Romagna sono 510.316 - con un incremento medio annuo pari al 2%:
dall'anno scolastico 2000-2001 l'aumento è stato pari al 26,6% - mentre
il numero degli alunni medi per classe è pari a 22,2, il più alto in
Italia, come il più alto nel Paese è il dato sull'accoglienza di
studenti stranieri, pari al 15,7%, oltre 1.700 ragazzi.
Decisamente elevata, ancora, l'adesione al 'tempo pieno', pari al 45,9%
(fanno meglio solo Piemonte, Lombardia e Lazio) e capillare la
diffusione degli istituti tecnici e professionali, frequentati dal 61%
degli studenti della scuola secondaria superiore (il 37,4% studio in un
istituto tecnico, il 23,6% in uno professionale), il numero più alto
registrato a livello nazionale. A fronte di questi dati, il sistema
educativo regionale rappresenta il 6,5% di quello nazionale.
Tuttavia - evidenzia il Report - dal Ministero viene assegnato
all'Emilia-Romagna il 6,3% dell'organico docente e il 6,2% del
personale ausiliario tecnico amministrativo: in pratica 1.500 posti in
meno cui vanno aggiunti i tagli agli organici degli scorsi anni. "A
questo punto - ha osservato Bianchi - è importante che venga fatta
chiarezza sulla ripartizione degli organici a livello nazionale",
soprattutto dopo la riforma del Titolo V della Costituzione.
Considerati i numeri dell'Emilia-Romagna, ha sottolineato, sarebbe
consono "un aumento di 2.000 posti, un 4-4,5%. Tuttavia - ha aggiunto -
l'importante non è solo avere 2.000 persone in più o in meno,
l'importante è che vi siano regole e venga fatta chiarezza sulla
ripartizione".
Pertanto, ha spiegato ancora Bianchi, è stato predisposto "un tavolo
fra le regioni" le cui istanze dovranno poi essere portate su un tavolo
congiunto regioni-governo. "Abbiamo in piedi una trattativa e fra le
stesse regioni c'è già condivisione su questi aspetti - ha
puntualizzato l'assessore regionale -. Abbiamo proposto un fondo di
solidarietà perché non si può fare un federalismo a pugni in faccia. A
settembre comincia il confronto con il governo: adesso non ha più
alibi, da parte nostra quello che dovevamo fare l'abbiamo fatto".
viaemilianet.it
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