Promozione senza lode per le scuole bresciane
Data: Lunedì, 13 giugno 2011 ore 10:21:03 CEST Argomento: Rassegna stampa
La scuola
bresciana non va male, ma neanche tanto bene. Nella classifica delle
100 province italiane è 26a. In testa alla classifica c'è Biella, e
prima di Brescia figurano solo province del Nord con le eccezioni di
Potenza (19a) e Prato (21a): il verdetto emerge dal secondo rapporto
sulla qualità della scuola in Italia di «Tuttoscuola», la rivista
diretta da Giovanni Vinciguerra che ha analizzato una massa enorme di
dati divisi in 96 indicatori. IL PUNTEGGIO FINALE è la risultante di
una situazione che mette insieme risorse, strutture, organizzazione,
servizi, condizioni del personale e risultati scolastici. Brescia non
precipita, anzi è in ascesa rispetto alla prima edizione del 2007, ma
neanche eccelle. Deve guardare con invidia a Biella, dove secondo la
rivista ci sono le scuole migliori del Paese. Ma è pure molto distante
dalla maglia nera Isernia finita in ultima posizione prima di Catania e
Napoli. In condizioni migliori delle scuole nostrane, ci sono quelle di
Lodi (3a), Milano (7a), Lecco (9a), Cremona (11a) e Bergamo (20a, per
restare alla Lombardia). A volersi consolare, Mantova è in posizione 49
con trend in discesa, Sondrio è al 63° posto, ed è anche una delle
province del nord scese più in basso.
Il voto descrive una situazione complessa, e risulta dall'importanza
che gli analisti hanno dato ai vari indicatori. Un peso di rilievo
nella valutazione hanno avuto il numero di alunni per classe, ad
esempio (e le più affollate risultano proprio a Mantova), i voti
ottenuti dagli studenti, le disponibilità della mensa e del tempo
pieno, le assenze degli insegnanti e la messa a norma degli edifici.
Brescia non eccelle su nessun fronte, ma neanche precipita. In sostanza
pure la scuola conferma che ci sono due Italie, con il Nord (in
particolare il Nord ovest) che fa meglio del Sud, anche se il
Mezzogiorno recupera terreno, tanto che per il patrimonio (attrezzature
didattiche, biblioteche e uffici) ha le scuole più ricche della
Penisola.
Il meglio, però, resta in Piemonte, con Biella in vetta e Torino al
secondo posto. Qui ci sono docenti che fanno meno assenze di tutti in
ogni ordine di scuola dall'infanzia alle superiori (quelli che ne fanno
di più sono in Calabria). Ad Asti in particolare si ammalano in media
per 3.6 giorni all'anno contro i 12.8 dei colleghi di Reggio Calabria
in assoluto i più cagionevoli.
Al Sud c'è più assenteismo, ma ci sono pure gli istituti più
informatizzati. Le scuole della Puglia possiedono più computer di
quelle bresciane. In ogni elementare di Bari ce ne sono in media 19 e
una cifra tale non si riscontra da nessun'altra parte. A Belluno si
limitano addirittura a sette. E sempre al Sud si trova la maggiore
stabilità di docenti, che viene considerata un alto indicatore di
qualità, con un tasso di precariato che nelle medie è del 13.1 per
cento contro il 27.7 del Nord Est, che vede Brescia perfettamente
allineata.
Non finisce di stupire la Calabria: a Vibo Valentia dovrebbe trovarsi
un concentrato di geni, poiché vi si registra una delle più alte
percentuali di promossi con il massimo dei voti alla maturità. Il 33.6
degli studenti può vantare il 100 o il 100 e lode, e quelli con il voto
minimo si contano sulle dita di una mano. Una situazione rovesciata
quasi come un guanto rispetto a Brescia, dove i 100 non sono neanche la
metà (in tutto il Nord Ovest si attestano al 18.7 per cento). Il
confronto a livello regionale lo sottolinea ancora di più: mentre i
voti massimi in Calabria sono il 30.4 per cento, in Lombardia si
fermano al 16.6 con uno squilibrio che lo stesso rapporto di
Tuttoscuola sottolinea. Manco a dirlo, la Lombardia risulta la regione
più severa. Ci sarebbe da chiedersi se in fondo allo Stivale ci sono
gli studenti più bravi o gli insegnanti più generosi. Ma va a capire.
Mimmo
Varone ( da Bresciaoggi)
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