Calcoli matematici creativi, numbers e “sbocciature” di lodi e baci in fronte.
Data: Sabato, 11 giugno 2011 ore 19:59:23 CEST
Argomento: Redazione


Altro che 100 e Lode! Se invece di fare l’esame nel 1967 lo avessi fatto oggi, il mio voto finale sarebbe 64/100. La media dei miei voti di maturità classica è stata 6,4. Dieci materie: in quattro ho preso 7 e nelle altre 6. Non ero il più bravo della mia classe: 8 siamo usciti promossi a giugno, 15 rimandati a settembre, 4 bocciati e respinti, come si diceva allora senza mezzi termini. Dal 1969 al 1999 il voto massimo era 60/sessantesimi. In proporzione io avrei avuto 38/60. Per questo più volte ho dovuto mostrare ai miei alunni increduli il mio diploma preuniversitario.
Dal 2000 ad oggi le O.M. sull’esame di Stato  ripropongono l’art. 8  sul credito scolastico col copia-incolla: “In considerazione dell'incidenza che hanno le votazioni assegnate per le singole discipline sul punteggio da attribuire quale credito scolastico e, di conseguenza, sul voto finale, i docenti, ai fini dell'attribuzione dei voti sia in corso d'anno sia nello scrutinio finale, utilizzano l'intera scala decimale di valutazione”. (O.M. 42/201, art. 8 c. 1). Quest’anno viene aggiunta la motivazione del rapporto dei i voti decimali al punteggio finale dell’esame. Siccome fare cambiare mentalità agli insegnanti sulla valutazione è cosa ardua, il ministro di turno usa l’indicativo: “i docenti utilizzano” i voti da 1 a 10. Quanti lo facciamo? Il decreto appositamente ignora il calcolo matematico e la proporzione numerica. Così, se una prova scritta è valutata sufficiente dovrà avere 10 punti e non 9/15 e al colloquio la sufficienza porterà al candidato 20 punti e non 18/30, in barba ad Archimede Pitagorico. Il Legislatore inoltre ha inventato il sistema della integrazione del punteggio, fino a 5 punti, che tutti chiamano “bonus”.  Siccome per arrivare a 100/100  potrebbero mancare pochi punti, allora la commissione può assegnare, secondo dei motivati criteri, da uno a cinque punti a coloro che hanno iniziato l’esame con almeno 15 punti di credito e hanno conseguito almeno 70 punti (nelle tre prove scritto-grafiche più il colloquio). Facendo due conti: se un alunno per tre anni ha avuto una media di 6,3 possibilmente ha già 15 punti di credito. Gli basta fare discretamente l’esame con la media decimale di 7 ed avere speranza di integrazione-bonus. Così il suo punteggio lieviterà da 85 a oltre 90/100. Un bel risultato. Si chiama meritocrazia? No, si chiama calcolo matematico creativo. Il voto finale dell’esame di Stato si costruisce infatti numericamente come un edificio di mattoncini Lego: si sommano i punti  credito del triennio, quelli delle tre prove scritto-grafiche, quelli del colloquio e - se occorre - l’integrazione (il cosiddetto “Bonus”). Il cento non è impossibile, con buona pace dei voti decimali dei nostri tempi.
Altro discorso è il conseguimento della Lode. Il D.M. 99/2009 ha deliberato sui criteri uniformi per l’attribuzione della lode nei corsi di studio di istruzione secondaria superiore in seguito ai risultati di eccellenza negli ultimi tre anni del percorso scolastico e nelle prove d’esame. Esattamente nell’art. 3 ci dice che lode può essere attribuita ai candidati che:  a) abbiano conseguito il credito scolastico massimo complessivo attribuibile (25/25) senza fruire di integrazione e per voto unanime del Cdc;  b) abbiano riportato negli scrutini finali relativi alle classi penultima e ultima (e anche nella terzultima dal 2012) tutti voti uguali o superiori a otto decimi, anche nel comportamento; c) abbiano raggiunto, all’unanimità della commissione, il massimo punteggio in tutte le prove degli esami (75/75). Solo così i ragazzi delle scuole superiori italiane potranno fregiarsi della lode -  prestigioso titolo di superbravo – e di un assegno dallo Stato che in soldoni vale 650 €. Prima veramente erano 1000 €, ma ormai siamo passati dai soldi ai saldi. Con tutte queste clausole  è facile anche prevedere un drastico calo di centisti laudati rispetto ai tre anni passati. I numeri di Tremonti vanno al risparmio taglia-taglia. Non sono profeta, né figlio di profeti. Prevedo però che il prossimo anno l’OM. 2012 sugli esami, all’art. 20, aggiungerà oltre la lode… il bacio in fronte, che è a costo zero, o quasi.
Il vecchio docente ama e odia questo nuovo esame di Stato. Ne conosce tutti i meandri anche i più nascosti.  Ma sono d’accordo quest’anno con la Gelmini per  il ritorno nelle bacheche scolastiche dei voti di ammissione. Siamo art. 3 c.6: “L’esito della valutazione, se positivo prevede la pubblicazione, all’albo dell’Istituto sede d’esame,  del voto di ciascuna disciplina e del comportamento, del punteggio relativo al credito scolastico dell’ultimo anno e del credito scolastico complessivo,  seguiti dalla dicitura «Ammesso». Brava Mariastella. Le consiglio, se il prossimo anno sarà ancora ministra del MIUR, di autorizzare la pubblicazione distinta dei tre punteggi delle prove scritto-grafiche precedenti il colloquio. Si chiama “trasparenza degli atti”. Spesso viene sacrificata sull’altare della cosiddetta “privacy”. 
Buoni numbers a tutti i docenti.


Giovanni Sicali
giovannisicali@gmail.com







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