Scrutini, tra stangata e bocciature record; Gelmini: non gioiamo, ma rigore fa bene
Data: Sabato, 11 giugno 2011 ore 19:44:27 CEST
Argomento: Rassegna stampa


La scuola dice addio all’anno scolastico 2010/2011: tra oggi e domani scattano le vacanze in quasi tutte le regioni, fatta eccezione per la Liguria, dove si dovrà attendere fino al 15.
Intanto il referendum accelera gli scrutini: molte scuole seggio hanno già avviato la valutazione dei ragazzi, dando la precedenza alle classi della maturità. Per i dati definitivi bisognerà attendere. Ma i primi exit poll dicono che la percentuale più alta di bocciature e rimandati è prevista allo scientifico, soprattutto nelle prime, dove la riforma Gelmini si è rivelata una batosta per chi si è iscritto a cuor leggero. Ora fisica e scienze si studiano dal primo anno e non tutti hanno retto il carico dei nuovi programmi.       
 Più in generale sono le classi prime a soffrire, come confermano anche dall’istituto Colombo di Roma, mentre si stabilizza il quadro di bocciature e rinvii a settembre nelle classi successive.

«Non possiamo certo gioire se aumentano i bocciati - commenta il ministro Mariastella Gelmini - ma se c’è più rigore a scuola è un bene per il paese, perché è fra i banchi che si forma la nuova classe dirigente». Quest’anno, poi, hanno avuto un peso specifico le assenze: chi non ha frequentato i tre quarti dell’orario sarà bocciato. Le scuole hanno applicato le deroghe previste, ma la tagliola è scattata per molti alunni. Anche se sembra rinviato al mittente l’allarme lanciato dalla Rete degli studenti che parlava di 20mila bocciature per assenza determinate soprattutto dalle proteste autunnali. «Chi non ha superato l’anno per troppe assenze - dicono i presidi - ha anche avuto un rendimento scarso. In nessun caso sono stati decisivi i giorni persi per cortei e occupazioni».

Intanto emergono le prime indiscrezioni sull’andamento degli scrutini. «In una classe prima - dice il preside romano Mario Rusconi, dirigente del liceo scientifico Newton e vice presidente dell’Associazione presidi - abbiamo bocciato 11 ragazzi su 29, il 37%. Nelle altre abbiamo una media di 4-5 bocciati. E i rinviati a settembre sono sempre 5-6 per classe. Alla maturità abbiamo avuto 10 non ammessi. Lo scientifico è diventato più difficile. Spesso i ragazzi arrivano con un’impostazione carente in matematica».

Anche dal Righi, storico liceo capitolino, emergono le stesse considerazioni. Gli scrutini cominceranno a breve, ma, spiegano dalla presidenza, «qualche preoccupazione per le prime c’è. Tante famiglie hanno iscritto i figli sottovalutando l’indirizzo. Abbiamo fatto molte iniziative di sostegno, ma temiamo che qualche bocciato in più ci possa essere». Da un altro liceo Righi, quello di Bologna, spiegano che «a metà anno è stata fatta un’intensa attività di ri-orientamento, in tanti sono andati via perché non ce la facevano - dice il preside, Domenico Altamura - Se non avremo un aumento di bocciati in prima sarà solo perché i più deboli sono andati altrove».

Dall’Avogadro di Roma non si lanciano in previsioni, ma spiegano che «per evitare difficoltà con le materie scientifiche è stato fatto un piano didattico ad hoc valido per tutte le classi prime». Al Pasteur, altro liceo scientifico capitolino si prevede una buona quantità di bocciati e rimandati in prima: «Alla fine del primo trimestre- spiega la preside Scocciolini- abbiamo avuto 190 insufficienze in più rispetto allo scorso anno. La maggior parte in fisica e scienze».

E quest’anno alle superiori ci saranno dei bocciati anche per le troppe assenze fatte. All’istituto Da Vinci di Roma 15 ragazzi hanno sforato il limite e sono stati già avvertiti da tempo: niente promozione. Al Newton sono già 5 i bloccati per lo stesso motivo. Dall’Aristofane di Roma annunciano «massimo rigore» nell’applicazione della norma. Intanto l’effetto annuncio ha dato i suoi frutti «ogni anno a maggio-giugno - spiega la preside del Giulio Cesare di Roma, Micaela Ricciardi - le classi si svuotavano, soprattutto quelle della maturità: i ragazzi preferivano studiare a casa. Ora il fenomeno è sensibilmente ridotto».
 (di Alessandra Migliozzi da Il Messaggero)

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