Se nessuno insegna a ''sentire'' oltre che a tenere in mano gli strumenti, chi frequenterà le sale da concerto fra 20 anni?
Data: Sabato, 11 giugno 2011 ore 07:15:46 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Nei licei, la musica è stata cancellata tout court, con l´eccezione, ancora da rodare, di 40 istituti musicali nei quali le domande sono almeno il triplo dei posti disponibili. Pochi giorni fa, un grande maestro come Riccardo Muti ha gettato benzina sul fuoco condannando senza appello "gli infami flautini" in voga nelle scuole. Apriti cielo. Gli insegnanti hanno protestato in massa, come Paolo Capodacqua: «Non sarà granché, ma è uno strumento democratico che costa dai 5 agli 8 euro e che chiunque può acquistare e imparare ad usare. Forse dall´empireo dove si trova il maestro Muti non si rende conto dello sforzo che facciamo per avvicinare alla musica nelle classi sovraffollate dell´era Gelmini».                  
  Ma lo strappo è ancora più profondo. «Qualcuno ha stabilito che la musica fosse una cosa per musicisti, della quale tutti gli altri potevano fare a meno - dice Gigi Caramia, insegnante di chitarra al Conservatorio di Monopoli e sindacalista della Flc-Cgil - Il risultato? Alle elementari il decreto sullo strumento rischia di essere mera propaganda alle medie si fa fatica a mantenere la musica che c´è, mentre da tutti i licei non finalizzati a questo la materia è semplicemente sparita, un delitto vista l´importanza che ha per i ragazzi». Nonostante dati che dimostrano come l´ascolto regolare della musica aumenti tutte le capacità dei più piccoli (è l´"effetto Mozart", studiato all´Università di Parma: nell´80 per cento dei casi crescono attenzione e capacità di studiare), registrazioni e concerti dal vivo sono una rarità per chi va a scuola. E se nessuno insegna a "sentire", (oltre che a tenere in mano flauti, triangoli e percussioni, gli strumenti più diffuso tra i 6 e i 14 anni), chi frequenterà le sale da concerto tra dieci o vent´anni? «La riforma dell´istruzione musicale è stata fatta al contrario, dall´alto verso il basso, stabilendo che i Conservatori diventassero università senza preoccuparsi di ciò che veniva prima - dice Enrico Bronzi, docente di violoncello al Mozarteum di Salisburgo, uno dei tanti "cervelli in fuga" - Prima che a suonare bisognerebbe imparare ad ascoltare, anche da adulti. Dove questo sforzo si fa, come a Portogruaro (Bronzi è il direttore artistico della scuola musicale veneta, ndr), a Fiesole o a Imola, i risultati sono eccellenti. Meglio abolire la ritualità dei concerti che farli solo per gli over 60».
«Sopprimere le scuole medie interne ai Conservatori è stato un crimine - dice senza mezzi termini Daniele Spini, che insegna storia della musica in quello di Firenze - i musicisti non sopportavano di vedere i ragazzi con i libri in mano, e viceversa, quasi che a chi vuole suonare non sia consentito studiare. Invece, a 6 anni si possono ascoltare dischi o usare le percussioni in qualunque scuola, come avviene negli Stati Uniti e nel resto d´Europa, mettendo le basi per il futuro». E se alla fine a salvare Mozart e Wagner, Rossini e Vivaldi, fossero proprio quegli ignobili flautini?  (da la Repubblica di Vera Schiavazzi)

redazione@aetnanet.org






Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-242446.html