Bonus, non bonus, pettine non pettine, mutuo non mutuo. Ma siamo tutti ciechi!?
Data: Mercoledì, 08 giugno 2011 ore 07:01:56 CEST
Argomento: Opinioni


Lettere in redazione
Riprendo un concetto già espresso in un intervento precedente, secondo il quale l’equazione “diritto = interesse del singolo” non dovrebbe funzionare in un paese come il nostro. E rispondendo a chi si ostina a premettere alla lotta per i diritti la questione degli interessi, per quanto comprensibili che siano, dico che l’unica dialettica possibile è al contrario quella che si risolve nella tutela dei diritti, e non degli affari propri! E poi puntualizziamo: il pettine è stato sancito dalla CORTE COSTITUZIONALE, non dal partituccio di turno in cerca di consensi e assensi con gli emendamentini dell'ultim'ora!
E’ vero anche questo, che con i soli diritti e i soli ideali non si mangia. Anche io, ovvio, ho degli interessi personali da tutelare, ma vorrei che tutti la smettessero con gli abusi in termini, con il particolare preposto al diritto di tutti. Ad ogni istanza, ad ogni legittima e comprensibile ricerca di tutela personale c’è già, pronta per il dibattito, una contro-istanza, una contro-tutela. E’ facile capire il perché con un po’ di esempi:

-  istanza: i docenti trasferiti o già residenti al Nord nel 2007, lo hanno fatto rispettando la normativa vigente e programmando la propria stabilità di vita in base a quella.
- contro-istanza: i docenti del Sud che non si sono spostati lo hanno fatto in base alla normativa del 2007 che garantiva in era pre-Gelmini, lo scorrimento delle graduatorie ad esaurimento, senza il blocco dei tagli, programmando la stabilità della propria vita.

- istanza: i docenti si sono accollati spese mutui e progetti di vita, perché penalizzarli?
- contro-istanza: i docenti si spostano, fanno sacrifici e sconvolgono la propria vita: perché penalizzarli ulteriormente?

- istanza: ho diritto ai 40 punti per la mia permanenza.
- contro-istanza: io, che mi sposto di centinaia di chilometri, avrò meno punti anche se i titoli sono gli stessi? Cos'è? Servitù della gleba rivestita di democrazia?

- istanza: gli alunni hanno diritto alla continuità didattica che sarebbe sconvolta dai trasferimenti (balla strumentale!).
- contro-istanza: se il mutuo, la famiglia e il tenore di vita vi sta tanto a cuore, vorreste dire che preferireste ritornare in alta montagna invece che andare in una eventuale scuola sotto casa in città?

Aggiungerei: chi ha lavorato tramite coda, o graduatorie di istituto, non ha “diritto” l’anno prossimo a garantire la continuità ai propri alunni? Sono gli alunni ad avere il diritto alla continuità didattica o sono i docenti ad avere diritto alla continuità stipendiale?

Si potrebbe continuare all’infinito. Chi ha ragione?

Il re è nudo ed è sotto gli occhi di tutti: se gli interessi e le esigenze di stabilità e progettualità di vita dei docenti del Nord, del Centro e del Sud, fossero stati la priorità di chi ci governa, la Gelmini li avrebbe fatti tutti quei tagli? Se fosse stata la continuità didattica una delle esigenze irrinunciabili, avrebbe agito come sta agendo? Se la Lega avesse a cuore gli insegnanti del Centro-Nord, come dice sul proprio sito web, avrebbe fatto parte di una coalizione di governo che ha falciato la scuola di tutta Italia e che ha condannato alla disoccupazione centinaia di docenti del Nord che lavoravano da anni tramite graduatorie di istituto (perché non abilitati) e che ora sono fuori quasi da ogni gioco? Eppure mutui, figli, casa, macchine ecc. ce li hanno anche loro, progettati da anni in suolo autenticamente nordico!

Il problema è politico. Politico in senso triviale, perché legato al consenso che le parti in gioco ricercano affannosamente, fregandosene dei diritti degli elettori. Politico in senso nobile, perché è in gioco (e anche in bilico!) la nostra Costituzione. E la “guerra Nord-Sud” non è strumentale, è reale nella misura in cui è un problema di consenso per un movimento politico secessionista. E’ una manovra tutta italiana: mira all’elettorato, mira al potere. E non mira al diritto dei docenti elettori, ché altrimenti questi non avrebbero subito il danno all’origine, e cioè non avrebbero subito i tagli. Stesso discorso vale per i bambini, i poveri alunni per i quali ai piani alti si preoccupano tantissimo…

Dobbiamo difendere i nostri diritti, non venderci a chi ci offre la polpetta dietro l’angolo e di nascosto (leggi: decreti blindati). E dovremmo anche difendere il diritto di mandarli a casa questi avvoltoi, questi baby pensionati, questi pluribocciati ma dirigenti, ecc. Non lasciamoci irretire da chi promette con l’inganno, tanto da farci dire che l’ingiustizia che gli altri subiranno sarà il nostro diritto. Se Pasolini ci vedesse, ci leggerebbe la sua Ballata delle Madri, perfetta per questa italietta.

Il bonus è un abuso ed è incostituzionale. Punto. Non giusto, né ingiusto. In-co-sti-tu-zio-na-le.
 
Però, si sa che in Italia tutti gridano agli ideali, tutti abbracciano il tricolore ed elogiano la Costituzione, tutti gridano contro le ingiustizie, fanno manifestazioni in piazza, ma se poi ci offrono il bonus sotto banco… ma si, va’… che quest’anno rateizziamo pure l’auto e mandiamo i bambini in piscina.

 Angelo Ciotola
 galeon77@gmail.com






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