Hanno studiato per fare i maestri, ma il loro titolo non vale più
Data: Lunedì, 06 giugno 2011 ore 11:56:47 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Tanta fatica per nulla, o quasi. «Se avessi saputo che andava a finire così non mi sarei neppure iscritta», sbotta Veronica Cogo. Lei è una dei quasi 1.500 ragazzi che studiano scienze della formazione primaria a Torino e che meno di un mese fa hanno scoperto che il loro titolo rischia di valere molto meno di quanto credevano all’inizio dei loro studi.
Il motivo? Veronica sognava di diventare una maestra di scuola materna o elementare, solo che dovrà accontentarsi di provare a bussare alle porte degli istituti privati per trovare un posto di lavoro. Perché un posto a tempo indeterminato in quelle pubbliche con ogni probabilità le sarà precluso per sempre. Così ha deciso il ministero dell’Istruzione, che ha varato i nuovi criteri per diventare docente. Dal 2011, infatti, il corso di laurea in scienze della formazione diventerà quinquennale (finora è stato quadriennale) e in futuro diventerà l’unico modo per ottenere una cattedra.
Nel frattempo, però, le scuole continueranno a pescare dalle famigerate graduatorie ad esaurimento, create nel 2007 e aggiornate nel 2009. Finora chi frequentava uno dei percorsi che abilitano all’insegnamento poteva chiedere di essere inserito con riserva e poi entrare ufficialmente nelle liste una volta conseguito il titolo. Da quest’anno, invece, il ministero ha stabilito che non sarà più possibile.
"In questo modo – spiega Veronica Cogo – siamo stati tagliati fuori: ci è stato tolto il diritto di diventare maestri a tempo indeterminato. E la situazione riguarda me come altri 20 mila studenti in tutta Italia che si sono immatricolati in scienze della formazione dal 2008 in poi. L’unica colpa che abbiamo è di essere a cavallo tra un vecchio ed un nuovo ordinamento". Perché lei e i suoi compagni si sono iscritti all’università o troppo presto o troppo tardi: «Il paradosso – aggiunge la studentessa – è che frequento lezioni gomito a gomito con persone che una volta laureate avranno le mie stesse competenze ma che a differenza mia potranno rientrare nelle graduatorie soltanto perché si sono immatricolate un anno prima».

La segretaria della Cisl Scuola Torino, Teresa Olivieri, conferma: "Purtroppo questi ragazzi si trovano in una fase transitoria. Senza la possibilità di essere inseriti nelle graduatorie permanenti l’unica altra strada per diventare insegnante è quella del concorso pubblico, ma rischiano di aspettare anni prima che ne venga indetto uno". Però, dice la sindacalista, una possibilità potrebbe esserci: "Si sta ragionando alla possibilità di avviare dei corsi annuali abilitanti per che in sostanza valgano come il quinto anno del nuovo corso di scienze della formazione. Credo che una scappatoia verrà trovata, ma al momento non si sa ancora nulla".
Non tutto è perduto, comunque. Il coordinamento nazionale “Docenti abilitandi e abilitati per le graduatorie a esaurimento” sta infatti cercando di fare pressioni in Parlamento per ottenere un emendamento al decreto, anche se il tempo stringe e la decisione del ministero potrebbe diventare definitiva in questi giorni. Veronica incrocia le dita: "Non vogliamo che la scuola pubblica sia sanata sulla nostra pelle".
 (di Stefano Parola  da Repubblica)

redazione@aetnanet.org






Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-242319.html