Neo-assunti, blocco quinquennale e il bluff sulla continuità didattica
Data: Lunedì, 06 giugno 2011 ore 09:00:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
Lunedi 6 giugno
scade il termine per la presentazione degli emendamenti al
decreto-sviluppo.
Al comma 23 dell’art.9, in continuità con lo smantellamento delle norme
contrattuali e a modifica della legge 124/99, viene stabilito “il blocco totale” dei trasferimenti
interprovinciali per cinque anni per i docenti neo-assunti.
Contrariamente a quanto prevedeva la legge 124/99 che lasciava aperto
nel triennio il varco alla mobilità annuale, la nuova norma va a
blindare per cinque anni anche le assegnazioni provvisorie e gli
utilizzi interprovinciali in presenza di esubero.
Motivo di propaganda: garantire maggiore continuità didattica nella
sede di prima nomina. Motivo vero: scoraggiare i precari
meridionali, inseriti nelle graduatorie ad esaurimento a
trasferirsi nelle province del nord, dove notoriamente ci sono più
posti
liberi.
E’ tanto vero quest’ultimo motivo che la Lega s’era spinta ad
offrire un “bonus” di 40 punti a quanti avessero deciso di restare
“a casa loro”.
Quindi è abbastanza chiaro l’intento punitivo e intimidatorio. Non
che la legge 124/99, accampando analoghi motivi , fosse meno
propagandistica anche se limitava il blocco ad un triennio ma
lasciava un minimo di mobilità annuale con le
assegnazioni provvisorie. Ancora una volta i problemi veri
non vengono affrontati alla radice. Tutelare la continuità
didattica vuol dire soprattutto favorire la stabilità dei docenti
affinchè gli studenti abbiano diritto agli stessi insegnanti per
l’intera durata del ciclo di studio. Per fare questo non serve né
il blocco dei trasferimenti triennali attuali né quelli quinquennali
dell art.9 del decreto sviluppo. Per il semplice motivo che i
blocchi dei trasferimenti previsti, fanno riferimento non alla
scuola di titolarità bensì al territorio provinciale. La stessa
legge 124/99 oltre al blocco triennale per i trasferimenti
interprovinciali ne prevedeva un altro biennale all’interno della
stessa provincia.
Ma il neo-assunto, il primo anno è su sede provvisoria e ottiene la
definitiva , il più delle volte in altra scuola, l’anno successivo
col trasferimento nella stessa provincia.
Ma già per il terzo anno, fuori dal vincolo biennale può cambiare
ancora scuola. Tuttavia questo finto blocco può essere aggirato
ogni anno con l’assegnazione provvisoria.
Nonostante queste prime ganasce, ogni anno la mobilità coinvolge oltre
200mila docenti. Ma il blocco quinquennale, previsto dal comma 23
, non prevedendo alcun altra forma di mobilità annua, credo sia
facilmente impugnabile sotto il profilo costituzionale.
Quello che la Corte Costituzionale ha sancito per le graduatorie ad
esaurimento,cioè il diritto alla mobilità in altre province, non
può essere stoppato del tutto per quegli stessi precari una
volta immessi in ruolo. E solo per loro. Cosi per il 2011/12
potremmo avere una situazione paradossale con docenti assunti
quest’anno che resterebbero bloccati solo per tre anni ma con la
possibilità dell’assegnazione provvisoria mentre quelli che
saranno assunti col 2011/12 resterebbero fermi senza altra
possibilità nella stessa provincia per cinque anni. Chi invece si trova
già oltre il triennio e sono i più , può fare domanda di
trasferimento annualmente senza alcun blocco, come anche tutte le
categorie protette dalla L.104/90.
Per non parlare di quanti hanno avuto o avranno la retrodatazione
giuridica della nomina in ruolo al 2010/11 che si troveranno a
metà del guado!
Se non è disparità di trattamento è sicuramente un ginepraio
ingestibile.
Ora è del tutto evidente che non si può far carico solo ai neo assunti
del 2011/12 di tutelare la stabilità o la fantomatica continuità
didattica. Quest’ultima semmai si deve cercare di
realizzarla agendo su più fronti..
Lasciando innanzitutto che sia uno strumento flessibile come il
contratto integrativo nazionale e non la legge a dare le risposte più
adeguate. Quinquennali devono essere gli organici d’istituto, superando
ogni distinzione tra diritto e fatto e trasformandoli in veri e propri
organici funzionali.
Lasciando fuori dalle stabilizzazioni solo le supplenze temporanee in
sostituzione dei docenti assenti, vanno coperti tutti i posti vacanti e
disponibili annualmente, riducendo semmai la quota destinata ai
trasferimenti interprovinciali sui posti disponibili sul turn-over.
Limitando le assegnazioni provvisorie ed eliminandone ogni abuso.
Per quanto riguarda la mobilità in generale, ripristinando gli
incentivi in termini di punteggio, innalzando i punteggi da 10 che
erano magari a 50, per favorire la stabilità nella stessa scuola,
tutelando così in maniera più mirata la continuità didattica per
l’intera durata d’un ciclo di studi.
Ancora una volta, invece, si è scelto d’intervenire per legge.
Riteniamo che il terreno della mobilità non sia quello più adatto
.Speriamo che dopo le audizioni delle OO.SS. dinanzi alle Commissioni
parlamentari ci sia un qualche ripensamento a proposito.
Altrimenti , la Babele dei ricorsi non avrà mai fine! (di Pippo
Frisone da http://www.scuolaoggi.org)
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