Esami conclusivi del 1° ciclo, Flc Emilia Romagna: la prova scritta di seconda lingua comunitaria NON è obbligatoria!
Data: Lunedì, 06 giugno 2011 ore 07:27:12 CEST
Argomento: Sindacati


Negli scorsi giorni gli organi di stampa e le televisioni hanno annunciato che da quest’anno fra le prove scritte dell’esame conclusivo del 1° ciclo sarà inserita obbligatoriamente quella della seconda lingua comunitaria.
Questa notizia, frutto di una superficiale e pressapochista lettura della circolare ministeriale, ha messo in serio allarme le moltissime scuole secondarie di primo grado che non avevano previsto tale prova nel loro piano dell’offerta formativa e i cui studenti e docenti si sarebbero ritrovati di fronte ad una modifica delle regole di svolgimento dell’esame con due sole settimane di preavviso. In realtà, la circolare ministeriale n. 46 del 26 maggio 2011, che conferma le disposizioni della circolare 49 del 20 maggio 2010 si limita ad affermare: “si ravvisa l’opportunità che il collegio docenti preveda anche autonoma valutazione per la seconda lingua straniera all’interno dell’esame di stato”.
Dovrebbe essere inutile sottolineare come il “ravvisare un’opportunità” non possa certo rappresentare una qualsiasi forma d’obbligo.
In base alla circolare, i collegi dei docenti possono introdurre la prova scritta di seconda lingua comunitaria (ove non l’abbiano già fatto in passato).
Possono, non devono; c’è una bella differenza!
Da questo punto di vista, quindi, i collegi docenti possono ritenersi pienamente legittimati a deliberare di non svolgere la prova scritta di seconda lingua comunitaria e a limitarsi al colloquio orale.
Sarebbe inaccettabile, d’altronde, a due settimane dall’esame, cambiare le procedure e prevedere una prova scritta anche per la seconda lingua comunitaria, laddove l’istituto scolastico non l’avesse già autonomamente prevista ed inserita nel POF, oltre che comunicata con adeguato anticipo agli alunni e alle loro famiglie.
Questa vicenda offre l’occasione per sottolineare anche per quest’anno la singolare e sorprendente tempistica di emanazione da parte del MIUR delle norme organizzative sull’esame del primo ciclo.
Si tratta di un modo di procedere assai poco rispettoso prima di tutto degli studenti e in secondo luogo di tutti coloro (personale ATA, docenti e dirigenti) che tutti i giorni operano in una situazione di crescente difficoltà in un segmento del sistema di istruzione che è stato gravemente penalizzato dal riordino voluto da questo governo.
Tra l’altro tanti docenti e dirigenti ci esprimono la loro preoccupazione circa il rischio di esporre le scuole a possibili contenziosi: se la prova di seconda lingua comunitaria non era stata prevista al momento dell’iscrizione e viene introdotta miracolosamente all’improvviso pochi giorni prima dell’esame, cosa dovrebbero pensare studenti e genitori?
L’esame conclusivo del primo ciclo ha anche tante altre zone d’ombra che andrebbero risolte con urgenza: fra le altre, l’arido meccanismo delle medie aritmetiche per la “costituzione” del voto finale dell’esame fa sì che ciascuna prova, compresa quella INVALSI, abbia il medesimo peso del voto di ammissione determinato collegialmente dal consiglio di classe sulla base di un percorso educativo durato almeno 3 anni. L’irragionevolezza di quanto previsto dal Regolamento sulla valutazione (DPR 122/09) trova persino eco nella circolare laddove si blocca qualsiasi tentativo, proposto dalle scuole, di mitigare, tramite bonus o medie ponderate, l’assurdità della norma.
Come FLC chiediamo che le scuole, le organizzazioni sindacali, le associazioni professionali, il mondo accademico e politico facciano sentire la loro vibrante protesta contro questa deriva culturale, didattica e pedagogica senza fine.

(La Segretaria Generale FLC CGIL Emilia Romagna, Raffaella Morsia)   (da http://www.sassuolo2000.it/)

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