Notti prima degli esami. La meritocrazia? Non abita qui. E’ di casa la raccomandazione.
Data: Domenica, 05 giugno 2011 ore 19:37:17 CEST
Argomento: Redazione


La meritocrazia promuove e premia i cittadini più meritevoli e capaci (art. 34 della Costituzione).
La valutazione scolastica trova il suo fondamento su parametri oggettivi, prove documentali e principi di equità. La raccomandazione (detta informalmente "spintarella"), segue criteri soggettivi e principi a-teoretici ben lontani da quelli della carta democratica.
Ogni anno, appena si conoscono i nomi dei commissari all’esame di Stato, scatta la gara a chi si fa raccomandare meglio e di più.  In barba all’oggettività della meritocrazia tutti si studiano di contattare questo e quello per avere agevolazioni e favori soggettivi.  E così, per privilegiare un raccomandato,  il raccomandante  esercita un'influenza distorsiva  sulla procedura, a cui dovrebbero attenersi tutti i commissari interni ed esterni,. La raccomandazione, dunque, introduce un criterio di valutazione estraneo ai criteri logici ordinari, che dovrebbero puntare a scegliere i più preparati e i più idonei.  Qualche volta ci possono essere  legami tra raccomandato e raccomandante quando  sussiste un rapporto di parentela tra i due. Si può parlare allora di nepotismo, una variabile della raccomandazione. In sostanza, in questi giorni di pre-esame, c’è un flusso di “amorosi sensi” oleato anche di…contanti.
Dunque nella "pratica di raccomandazione" si ravvisano almeno tre soggetti. Il raccomandante, il  raccomandato e il raccomandatario,  che riceve la segnalazione  col nominativo del soggetto da favorire. Questa pratica tanto diffusa nel Belpaese danneggia non solo la meritocrazia ma anche la giustizia che dovrebbero essere sempre alla base dei criteri valutativi. Se andiamo all’etimologia delle parole troviamo sempre delle sorprese. Raccomandare è affidare qualcuno o qualcosa che è caro alla cura, alla protezione, all'aiuto di qualcuno.  E’ segnalarlo a chi può fargli un favore. E’ un affidamento alla protezione di qualcuno; è  richiesta di favorire in modo particolare una persona rivolgendosi a chi si ritiene possa farlo; è la domanda di appoggi da parte di persone influenti, di cui si è o si diventerà “clienti”.
La Costituzione della Repubblica Italiana ignora la raccomandazione e pone i dipendenti pubblici "al servizio della Nazione". Ma il raccomandato utilizza i particolari benefici (spesso interessati) del raccomandante clientelare. In altri termini la pratica della raccomandazione oltre a sfavorire la meritocrazia e l'efficienza crea un danno morale ed esistenziale per chi invece ne è parte in causa oltre che per la collettività.. Per tutti questi aspetti, le raccomandazioni sono da considerare una vera e propria piaga sociale, che danneggia alle fondamenta il sistema sociale ed economico, incentivando la "fuga dei cervelli", minando la competitività del sistema produttivo, incentivando l'inefficienza, gli sprechi e l'illegalità nella pubblica amministrazione e contribuendo a diffondere un'atmosfera di sfiducia e scarsa propensione al lavoro e allo studio. Secondo l’ultima ricerca dell'Isfol (Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori), il 60% dei ventenni già si è adattato alla spintarella. Non è reato, per carità. E’malcostume.  Che però sortisce con poco grandi risultati.
Addirittura, per i credenti, esiste anche la raccomandazione per il paradiso, ottimamente espressa da Francesco Petrarca a chiusura del suo Canzoniere (CCCLXVI) nella preghiera alla Vergine, somma mediatrice: “Raccomandami al tuo figliuol, verace homo et verace Dio ch'accolga 'l mio spirto ultimo in pace”. Ma persino il buon ladrone riuscì a rubare il paradiso poco prima di morire in croce a fianco del Salvatore del mondo: “Ricordati di me quando sarai nel tuo regno”. E si santificò per l’eternità! Non c’è uguaglianza neppure dinanzi all’Eterno…
Buona raccomandazione a tutti!

 Giovanni Sicali
 giovannisicali@gmail.co






Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-242309.html