Colori e musica di un bel pensiero... poetico
Data: Domenica, 05 giugno 2011 ore 10:00:00 CEST
Argomento: Recensioni


Vogliamo dare un’idea di come proponiamo di affrontare l’argomento “poesia” inserendolo in modo strettamente connesso ai nostri percorsi che, ben inteso, partono dalla scuola dell’infanzia e arrivano alla secondaria di primo grado. La poesia è un momento sempre presente, in ogni anno, sia come fruizione sia come produzione, ma è un momento che trae vigore, ricchezza, ispirazione dagli argomenti che, come un filo rosso, attraversano tutti i nostri percorsi; percorsi dove l’oralità, le letture, le scoperte grammaticali, i testi scritti, e quant’altro sono aspetti indispensabili del lavoro.                      
Vorremmo, quindi, che questa nostra proposta di lavoro fosse accolta nella sua interezza, non applicata così a sé stante, ma stimolo ulteriore per un avvicinamento ai percorsi stessi (i percorsi sono pubblicati in: M. Piscitelli, I. Casaglia, B. Piochi, “Proposte per un curricolo verticale”, Tecnodid, Napoli 2007). In classe prima, nella fase della letto-scrittura, si parte dalla filastrocca, continuando ad approfondire la sensibilità per i suoni e la rima che già alla scuola dell’infanzia è stata avviata, per poi approdare, in classe seconda, alla scoperta dei dialoghi, di quelle parole che escono dalla bocca delle persone e che, per passare dall’orale allo scritto, hanno bisogno che il bambino, dopo una fase di ricerca che lo ha fatto sentire un detective in azione nel mondo linguistico che lo circonda, scopra e utilizzi tutta la punteggiatura.


In questo sarà aiutato dall’ immaginare che i punti diventino persone, operazione compiuta con la drammatizzazione, il disegno, le discussioni collettive, la scrittura individuale e in gruppi: il mettere in filastrocca, appunto, tutta la famiglia Punti. In conclusione la piacevole scoperta che “un tale scrittore” di nome… Gianni Rodari ha avuto la stessa idea; una scoperta che, fatta alla fine, dopo essersi cimentati in prima persona nell’apertura all’immaginario, renderà lo scrittore un amico, un compagno di giochi che si diverte come noi. Quale modo migliore per avvicinare alla letteratura! La classe terza è l’anno dell’autobiografia che, per essere narrata e scritta, ha bisogno di interviste, fotografie, oggetti, e che, con più consapevolezza, traghetterà all’osservazione di “chi sono nel presente”. La poesia entra qui in modo dirompente come un aiuto a vedersi, scoprirsi, come una lente davanti al cuore. Lavori di calco su poesie di Ettore Petrolini, di Arthur Rimbaud; lavori proposti da Kennet Koch, poeta americano che ha lavorato nelle scuole con i bambini, e che li aiuteranno a mettere i contenuti dei loro testi in frasi musicali, frasi emozionate, frasi anche un po’ pazze, frasi che i bambini spontaneamente sono portati a declamare o cantare.


I contenuti dei testi già da loro scritti per descriversi “di fuori”, guardandosi allo specchio, e per tentare di vedersi “dentro”, in un viaggio alla scoperta del proprio carattere, delle preferenze, dei gusti e, perché no, dei propri pregi e difetti, sono la ricchezza di questo avvio al fare poesia.. Ed eccoci alla classe quarta: si riparla di dialoghi, ma con particolare attenzione a ciò che ci sembra un comando o un divieto e da qui… via alla scoperta delle regole, dell’educazione stradale, dei testi regolativi. Ma anche la poesia ha delle regole e nasconde, come altre cose, un mondo che può essere avvicinato senza la pretesa di far grande Poesia, ma con l’umiltà di conoscerne una tecnica. Ed ecco che ci addentriamo in un mondo di suoni: le assonanze, le allitterazioni, gli anagrammi, le sciarade… e poi in un mondo di significati: le analogie, le similitudini, le metafore. Un mondo che ci aiuta ad assaporare, a gustare le parole per poterle scegliere, per scrivere anche noi poesie, ma soprattutto per fruire, in modo più consapevole, di quelle scritte dai Poeti che con la loro visione ci comunicano capacità di vedere.


  (di Attilia Greppi e Silvia Cassinese da Educazionepuntozero)

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