Movimento Docenti No Pettine. Lettera aperta al presidente Napolitano
Data: Venerdì, 03 giugno 2011 ore 21:48:32 CEST
Argomento: Opinioni


Illustrissimo Presidente,
questa non vuole essere una lettera per suscitare compassione, né tantomeno pietà. Vuole invece essere un richiamo alla verità. Una verità che molto spesso viene messa in discussione da ragionamenti semplicistici, interessi personali e logiche avulse da qualsivoglia principio morale.
Si parla tanto di scuola oggi. Purtroppo è un parlare che si discosta dalla natura vera e profonda di questa istituzione che è alla base della nostra società. Scuola come miscela naturale di passato, presente e futuro, come connubio tra educazione ed istruzione, come fondamenta del mondo civile, come impalcatura mentale, culturale e valoriale.
E’ questa la sua natura. Ed è da questa che tutti ci stiamo allontanando. Tutti senza esclusione alcuna.
Ma come naturalmente succede negli eventi umani, ogni fatto è provocato inevitabilmente da un altro, ed è dovere di chi si trova a vivere, andare a ritroso per reperire le cause prime di ogni male, analizzando criticamente le conseguenze reali o quelle possibili.
Fatto. Il DM 44/2011 riapre le Graduatorie ad Esaurimento ai trasferimenti. Esse erano state trasformate da Permanenti ad Esaurimento (Ministro Fioroni, legge finanziaria 296/2006), con l’intento di bloccare il loro continuo stravolgimento a cadenza biennale, promettendo stabilità a TUTTI precari della scuola.
Cause. Sono tante le cause che probabilmente hanno portato la Ministra Gelmini alla decisione di riaprire le Graduatorie ai trasferimenti. Prima fra tutte una grande ed interminabile stagione di ricorsi, intentati da quei docenti che, pur avendo accettato i dettami della 296, hanno proclamato il loro diritto al trasferimento, mossi unicamente da bisogni personali e non curanti di tutti gli altri colleghi che, ad oggi, continuano a perseguire una scelta sancita da una legge dello Stato. Una legge che ancora c’è.
Conseguenze. Lo scenario che si apre di fronte a questa situazione è a dir poco caotico. Ma ancor prima delle implicazioni deleterie sulla vita dei docenti che saranno travolti dai colleghi “trasferisti”, c’è la storpiatura dell’essenza vera e profonda di legge e di diritto. All’interno della classe docente sono stati, infatti, tutelati solo i diritti di alcuni, mentre sono stati lesi quelli della stragrande maggioranza degli insegnanti italiani. E cosa ancor più grave, una legge dello Stato italiano è stata gettata in balia dei facili ricorsi e delle interpretazioni contingenti. Allo stesso modo sono stati lesi i diritti di tutti quegli studenti che vedranno nuovamente cambiare i propri insegnanti, che si troveranno privati della continuità didattica ed educativa, la quale rappresenta uno degli elementi fondamentali per la crescita intellettuale, culturale, etica e morale.
Presidente, oggi ci rivolgiamo a lei come garante della legge e del diritto. Legge e diritto che non devono essere declinati alle esigenze di pochi, ma che devono necessariamente trovare la loro giusta applicazione in funzione della realtà a cui vengono applicati.
L’articolo 3 della Costituzione afferma che:
“[... ]È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
Allo stesso modo l’articolo 4 asserisce che:
”La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.”
Questi due principi fondamentali sono oggi, più che ieri, stati violati. Ed è una violazione ancor più grave se rapportata al caso specifico di tantissimi insegnanti che hanno rispettato una legge di cui ora, i più, sembrano essersi dimenticati.
Gli insegnanti che non hanno optato per il trasferimento verranno di fatto privati della loro libertà personale, essendo costretti a dipendere dalle scelte individuali di altri. Il diritto al lavoro di tutti sarà  dunque piegato alle esigenze di pochi. Allo stesso modo come si può oggi parlare di dovere nel concorrere al progresso materiale e spirituale della società, quando la passione, la dedizione e l’amore verso una professione non vengono minimamente presi in considerazione e gettati nelle fauci della casualità?
La verità Presidente è questa. Semplice e chiara. Ma è altrettanto vero che ad ogni azione erronea, sia essa politica, legislativa o individuale, si può porre rimedio.
Oggi le chiediamo di cambiare il corso degli eventi. Nel DL Sviluppo n° 70, verrà proposto un emendamento che attribuirà un bonus per chi ha preso la decisione di non cambiare provincia, continuando a lavorare e a vivere nel luogo scelto nel 2007. Una scelta che, come lei comprenderà, ha innescato una molteplicità di dinamiche esistenziali.
La preghiamo di sostenere questa causa. La preghiamo di non prestare attenzione a quei discorsi semplicistici che vogliono far passare il bonus come volontà di discriminazione fra Nord e Sud del Paese. Infatti, esso sarà valido per tutti i docenti italiani, siano essi settentrionali o meridionali. Tale bonus deve essere visto come tutela di diritti acquisiti, del diritto al lavoro, della dignità umana e professionale di ciascuno e, non da ultimo, come difesa a più livelli della continuità didattica ed educativa, ovvero della qualità della scuola.
Una scuola che noi amiamo. Una scuola che oggi viene messa in secondo piano rispetto a problematiche politiche, economiche e sociali, per la cui risoluzione basterebbe solo un po’ di buon senso.
E’ la nostra scuola Presidente. Quella in cui oggi più che mai vogliamo lavorare, riversando in essa tutta la nostra passione e la nostra dedizione.
In fede.
Movimento Docenti No Pettine


chiaramilone@alice.it







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