I disabili e l'art.3 violato
Data: Venerdì, 03 giugno 2011 ore 10:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


C'era una volta l'articolo 3 della Costituzione italiana. Adesso non c'è più. Almeno a scuola. Dopo l'introduzione negli anni settanta dei bambini disabili all'interno della scuola pubblica - un fatto non solo di civiltà, ma che ha riscontri anche di risparmio economico e, per questo, fino a qualche anno fa era studiato in tutto il mondo - ora il Pdl propone di affidare ai privati il sostegno degli studenti disabili. Cosa c'è di meno economico di uno studente disabile? Nulla.  
  Così il governo in carica, che vede nella scuola solo un'azienda in cui non si produce nessun reddito ma ha solo capitoli di spesa, cerca di sbarazzarsene. È da qualche tempo che ci provava. Prima evocando le vecchie classi differenziate per i disabili: la segregazione razzista. Poi accettandoli ma negando loro tutto il monte orario con il docente di sostegno che gli spetta per legge. Poi chiedendo alle famiglie dei disabili di tenere a casa per qualche ora a settimana il figlio. Ora, apertamente, dicendo a queste famiglie: sei stata sfortunata ad avere un figlio disabile, per questo, invece di essere aiutata di più, dovrai pagare di più. Per tutta la vita. Anche a scuola. Esattamente l'opposto di quanto diceva don Milani e ripete la nostra Carta costituzionale all'articolo 3.
Il disegno di legge proposto dal Pdl autorizza infatti «i dirigenti degli istituti scolastici e delle scuole di ogni ordine e grado a definire progetti, con la collaborazione di privati, per alunni con disabilità». Ripeto: già, di fatto, in questi anni è stato largamente inadempiente verso questi alunni speciali - molte delle ore non coperte da docenti specializzati statali sono pagati da educatori di cooperative private pagate dai Comuni - adesso si arriva proprio all'incitamento a sbarazzarsi di questi alunni. Cosa significa, di fatto, passare da un diritto costituzionale - la scuola gratuita per tutti - a una scuola di servizio? Cosa significa insomma affidare ai privati il sostegno ai disabili? Insomma, chi pagherà poi i privati, che certo non offriranno assistenza e servizi - e comunque al ribasso, per risparmiare, - gratuitamente? Semplice: che dovranno pagare le famiglie dei disabili.    (da Il Manifesto di Giuseppe Caliceti)

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