Il Bonus punti è un diritto di tutti e va a tutelare i diritti acquisiti (di tutti)
Data: Giovedì, 02 giugno 2011 ore 20:25:00 CEST
Argomento: Opinioni


Lettere in redazione
Vorrei, riguardo alla questione del bonus punti, precisare alcune cose: 
1) Il bonus punti viene dato a TUTTI coloro che scelgono di restare (o di ritornare) nella provincia scelta nel 2007 quindi esso è un diritto di TUTTI:  è un diritto dei no pettine come dei pro pettine. Dal momento che i pro pettine sostengono che l’inserimento ‘a pettine’ è un diritto di tutti e quindi anche di chi non lo vuole, io, per par condicio, sostengo la medesima cosa col bonus punti. Ritengo che la legge che, per Costituzione è uguale per tutti, venga salvaguardata, dal momento che tale bonus è dato appunto a tutti!
2) In un momento come quello che stiamo vivendo il bonus punti ha anche un valida giustificazione  giuridica: esso nasce infatti per salvaguardare i DIRITTI ACQUISITI di chi nel 2007 fece una scelta di vita, sulla base degli accordi stipulati dallo Stato. A chi sostiene che i no pettine si riempiono la bocca con la frase “diritti acquisiti” va fatto, sempre per par condicio, notare che anche i pro pettine si riempiono la bocca con le loro frasi di battaglia tra cui quella che suona più o meno così “rispetto della Costituzione” ebbene: la Costituzione tutela i diritti acquisiti e il bonus punti rientra perfettamente tra le norme transitorie che dovrebbero  tutelare tali diritti e ricordo che i “diritti acquisiti” di chi nel 2007 fece una scelta di vita sono anch’essi di TUTTI sia dei pro che dei no pettine…
 
3) A chi sostiene l’urgenza delle graduatorie nazionali vorrei solo ricordare tre cose: 1) che noi insegnanti non siamo pedine e se dobbiamo esserlo, sì da essere di anno in anno spostati in regioni e province diverse questo dovrebbe, per correttezza da parte dello stato, essere solo a condizione di avere un doppio stipendio e di avere l’affitto pagato (i militari hanno almeno una caserma, ma noi docenti non abbiamo neanche il porto d’armi tra la nostra attrezzatura didattica…), ma non mi pare che il nostro Stato sia disposto a pagarci affitto, bollette e a darci uno stipendio (tra i più bassi d’Europa) più generoso in cambio di una nostra disponibilità alla mobilità nazionale quindi meglio evitare di “inguaiarci” letteralmente più di tanto. 2) Le graduatorie nazionali mancano di rispetto appunto ai diritti acquisiti di chi nel 2007 fece la famosa scelta di vita e questi diritti acquisiti sono, sempre appunto, di tutti sia dei pro che dei no pettine. 3) Le graduatorie nazionali avvantaggiano solo e soprattutto i colleghi che hanno maggiore anzianità di servizio ( e ricordo che il punteggio allo stato attuale delle cose viene dato più sull’esperienza quantitativa che non qualitativa e quindi non alla effettiva bravura ed alla effettiva passione) e non i più giovani rei soltanto di non essere nati 10/15 anni prima e sono quindi anche per questo molto discriminatorie poiché rischiano di danneggiare soprattutto quei docenti più giovani che nel 2007 hanno fatto una scelta più fortunata o più coraggiosa e grazie ad essa riescono ora a lavorare, si sono nel frattempo integrati nel posto dove sono andati, hanno magari messo famiglia e bimbi (in un paese che ne ha tanto bisogno!), si sono intestati forse mutuo o affitto pluriennale e così facendo si vedrebbero stravolte le proprie vite, messi per l’ennesima volta in coda ad accontentarsi delle briciole a livello nazionale. Sotto tale aspetto, è pertanto un’idea molto ingiusta e forse anche pericolosa a livello sociale (per dare un’idea della pericolosità di tale iniziativa, basti chiedere ai colleghi che la sostengono con tanto entusiasmo cosa ne pensino di graduatorie nazionali “al contrario” dove ad avere la precedenza e ad essere premiata sia più la giovine età che non la quantitativa anzianità di servizio…) e non mantiene forse nemmeno quella tanto auspicata continuità didattica. Tale iniziativa temo rischi soprattutto di celare la malsana e in questo caso gerocratica mentalità del “ciascuno pensi all’orticello proprio!”. Mi chiedo cosa ne pensino al Ministero delle politiche giovanili a tal riguardo…
 
4)  Il Bonus punti si continua,  attualmente, a dare nella Regione Trentino Alto Adige quindi una certa famosa sentenza alla lunga è risultata essere stata solo un’ennesima vittoria di Pirro


 gianlucamungo@hotmail.com





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