Non sono le sedie che contano ma le rotelle
Data: Mercoledì, 01 giugno 2011 ore 09:00:00 CEST
Argomento: Redazione


Vorrei parlare con il senatore Bevilacqua o con Gentile del PDL, primi firmatari di una proposta di legge che intende “privatizzare gli insegnanti di sostegno”, per dirgli, con garbo ma con vigore, “Ma tu ‘u sai cu sunu ‘i chistiani? Hai mai parlato con un alunno, con una mamma, con un insegnante di sostegno!?”. Vi chiediamo, semplicemente di lavorare nell’interesse della collettività, di lavorare con zelo, con sollecitudine. Perché il mondo non aspetta e neanche la sofferenza ed i sacrifici dei nostri tanti alunni disabili e delle loro mamme. Quindi, fatelo pure il vostro lavoro di parlamentare, ma fatelo, per favore, “regolare e preciso”, come direbbe il mio caro collega calabrese.
Parlare, quindi, attraverso un’auto-intervista del mio amico poeta Angelo Signorello. Una dichiarazione d’intenti in un tempo di indifferenza e di inquietudine. Ma anche di speranza e di riscatto. Un modo elegante e “più umano” per dire, “e non ci ascoltano solo cicale del biviere, agavi lentischi”, che il tempo della gloria e delle vane promesse, per voi, cari senatori, è passato!
“Uso” Angelo, perché la sua è una parola forte e gentile; una parola “dall’interno dell’imbuto”. Una voce di dentro. Per il buon intenditor…

Sei felice?
No. Non lo sono perché c’è sempre un anello mancante. Chiedo di più di quello che ho per  me e per la Società, soprattutto, per i più deboli. Ecco perché è anni luce distante il raggiungimento della felicità.
Cosa rimpiangi?
L’attimo dopo, quando qualcuno di importante esce da quella porta, pensando di non avere abbastanza per lui. E poi rimpiango di non aver saputo lottare a sufficienza, per cui, col senno di oggi, mi accorgo come fosse stato indispensabile un grado di studio più avanzato convinto come sono che l’istruzione sia l’arma di difesa ne confronti di chi magari vorrebbe plagiarti.
A quale vocabolo della lingua italiana sei più legato?
Provo eccitazione per il significato etimologico della parola ribellarsi. Vuol dire riavere indietro il Bello. Ed ecco ciò che manca, ciò che manca alla collettività è l’educazione ad esigere un benessere intellettuale e morale, insomma, una rivoluzione a nome di noi stessi.
Non sopporti chi e che cosa?
Certa gente che non suda il denaro e afferma senza alcun ritegno di avere “due mestieri” in tempi di austerity. Non sopporto le menzogne perché mi reputo una persona che ci abbocca. Non mi piace che mi sta troppo ai tacchi non rispettando la mia privacy.
E il momento di…?
Unirsi ed uscire dalla nicchia per essere finalmente riconosciuti nella competenza, nei doveri e nei diritti.
La notte è…?
Una preziosa occasione per esplorare ciò che il sole nasconde di giorno. Un paesaggio, qualcuno e persino le chiacchiere con amici in notturna diventano più belli ed intriganti. La notte comporrei meglio; insomma W la notte e le stelle.
Ti saltano i nervi…?
Reggo pochissimo le staffe soprattutto con l’accumulo degli anni che mi porto addosso, ma non gradisco assolutamente gli ordini senza spiegazione perché ogni cosa va proposta e non im-posta. Nella proposta creo un punto di dialogo con l’altro, nell’imposizione invece demolisco a priori quell’arricchimento psico – morale che sicuramente ha il mio interlocutore.
Di che cosa ha paura?
Le mie paure sono molto e a mio avviso non puoi essere persona esente da timori; vorrei ricordare che perfino Gesù Cristo, conscio della sofferenza e la successiva morte in croce, ha chiesto l’allontanamento del calice e dalla terribile Sua esperienza. Temerei parecchio se un giorno la mia corda della Ragione posta al centro della fronte girasse a vuoto esente da sensi logici.
Ha dovuti lottare e alla fine ce l’hai fatta per…?
Premetto che per quanto riguarda la realizzazione del più futile gesto diventa una grande conquista. Ho gridato ce l’ho fatta, per esempio, quando all’età di 16 anni sono andato a fare campeggio con persone che non conoscevo, tagliando almeno per un po’ il cordone ombelicale con i miei. L’iscrizione all’AIDO (Associazione Italiana Donatori di Organi) è stata un’altra battaglia a denti stretti tra me e la famiglia ed anche stavolta la bilancia ha giocato dalla parte mia.
La tua dimensione di passione?
Il sapere ed il volere agire per il bene del prossimo sfidando chi vorrebbe spegnere il fuoco dell’operare. Gli sfiduciati dovremmo volgere lo sguardo a chi ambisce ad una visione ben più alta delle cose. Con la passione genuina si supera ogni insidia.
Sogni?
Ho sempre stillato i sogni a letto; sognavo e mi rianimava l’entusiasmo o l’amarezza che vivevo. Attualmente devo ammettere ch’è come se l’interruttore fosse guasto del tutto; mi lascio prendere dalla realtà che per quanto riguarda è povera di balzi.
Qual è il bisogno più impellente che ha?
Eh! Bella domanda!!!
Iniziare ad educare la gente che le molteplici tematiche delle minoranze all’interno della società dovrebbero essere centrali dell’impegno delle istituzioni e del singolo cittadino. È un bisogno urgente ma molto utopistico considerato che la gente piuttosto di soccorrere il prossimo volta le spalle credendo che sia un fatto che non la riguarda.
Piangi mai?
Chi afferma che un maschio non debba piangere per non mettere in dubbio la propria virilità, dice una colossale baggianata. Si piange e di gran lunga per essere veri con se stessi e con gli altri.
Quando ti senti ferito?
Quando un amico se ne va, perché assieme a lui se ne parte anche il vissuto che ho condiviso. Mi è molto difficile il distacco da chi voglio bene, anche se sono abbastanza collaudato a questi feroci urti e so che riaccadranno.
Com’è la vita?
Neutra. È come tu la vuoi vivere ma è anche come gli altri te la fanno vivere.

Angelo BattiatoArcangelo Gabriele Signorello





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