Esami Invalsi con sorpresa... ma non tanto
Data: Lunedì, 30 maggio 2011 ore 07:05:09 CEST
Argomento: Redazione


I cinquecentosettantamila studenti delle scuole “medie” ora “scuola secondaria di primo grado, si preparano agli Esami di Stato, conclusivi del primo ciclo di formazione ed istruzione  Una volta questi esami  erano chiamati “esami di licenza media” ed operavano le commissioni interne ,  e senza  aggiunte di prove nazionali .
Da alcuni anni   è stata introdotta la prova Invalsi e si è fatto un certo cammino di esercizi e di didattica finalizzata   per aiutare i ragazzi a prepararsi e quindi affrontarla con responsabilità.
La novità che il Ministero ha lanciato a venti giorni dagli esami  al fine di “di adottare su tutto il territorio nazionale criteri di valutazione omogenei”, riguarda la prova scritta della seconda lingua, ma in molte scuole non è per nulla una novità, perché, in coerenza con la didattica svolte nel corso del triennio anche la seconda lingua, ancorché finalizzata ad una  particolare acquisizione delle competenze  comunicative in francese, spagnolo e tedesco, in molte scuole, specie quelle a tempo prolungato, o nelle classi dove la seconda lingua era “sperimentale”  la prova scritta della seconda lingua è stata sempre fatta ed anche in giorni differenti.
Non si comprende perché il Corriere della sera  di domenica 29 maggio ed altri giornali  annunciano la “sorpresa” e segnalano come “novità” che la prova scritta della seconda lingua contribuisce alla definizione della media finale. Se una prova viene svolta,  è logico che  debba essere valutata come tutte le altre prove, dando pari dignità alle discipline come si legge nella circolare n.46 del 26 maggio.
Stiamo gradualmente maturando e accettando l’idea della media dei voti dei primi due anni e tale  operazione sollecita tra gli studenti un maggiore impegno nello studio già sin dal primo di scuola media .
La scuola nella sua logica di coerenza didattica prevede che a conclusione di ogni attività didattica  si effettui la verifica finale e gli esami  costituiscono, appunto, il momento conclusivo della valutazione del lavoro svolto e delle competenze acquisite.
I Consigli di classe, nella collegiale autonomia didattica  per alcuni “casi particolari”, per  candidati esterni, per alcuni alunni con difficoltà di apprendimento e  con iter didattico poco regolare, hanno deliberato di non far sostenere la prova scritta della seconda lingua, ma  l’eccezione non toglie merito all’impegno degli studenti che hanno svolto un percorso regolare di studio
L’indicazione  nell’attestato finale delle due lingue comunitarie  studiate nel corso del triennio offre inoltre la possibilità di iscrizione a qualsiasi classe nella scuola superiore scelta , mentre prima la discriminante “lingua straniera” studiata determinava anche i corsi nei quali iscriversi per la prosecuzione degli studi.
Nella citata circolare si fa riferimento all’ipotesi di attribuire un “bonus”  per alzare la media dei voti e “tale istituto non è contemplato da alcuna norma per l’esami finale del primo ciclo” , mentre la Commissione esaminatrice potrà assegnare la lode agli alunni che conseguono la votazione di dieci decimi.
L’aver fissato lo svolgimento della prova Invalsi il 20 giugno  come ultima prova scritta  prevede che gli esami in alcune scuole, essendo i docenti impegnati in più classi ed in più scuole, non potranno aver termine il 30 giugno, un motivo in più per richiedere un compenso per il lavoro aggiuntivo svolto.
Quel che non viene detto e sul quale i media dovrebbero fare notizia e scalpore  è il fatto che per gli esami di terza media, sol perché  la commissione è composta da docenti interni alla scuola  non  sono previsti dei compensi aggiuntivi e lo stesso presidente della commissione plenaria, (esterno alla scuola) , il quale coordina anche sei / otto classi  e presiede a cinque prove scritte oltre che agli orali, riceve un compenso irrisorio e mortificante in relazione al lavoro svolto.
Perché non assegnare anche ai presidenti degli esami di scuola media gli stessi  compensi previsti per il presidente degli esami di Stato del secondo grado , il quale presiede soltanto due sottocommissioni  impegnate soltanto in tre prove scritte  ed il colloquio orale?
Possibile che non si trovi la soluzione che possa gratificare i docenti e rendere anche gli esami finali un momento di serenità e di armonia per tutti gli operatori?.
Ogni anno viene rinnovata la richiesta che resta come sempre disattesa.
Quando  e come si potrà prevedere e pianificare un segno concreto di attenzione per i presidenti e per i docenti che svolgono gli esami conclusivi del primo ciclo di istruzione ?

Giuseppe Adernò
Preside Istituto Parini – Catania






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