Le stravaganze del Miur
Data: Domenica, 29 maggio 2011 ore 18:18:07 CEST Argomento: Rassegna stampa
Non era mai
successo che scoppiasse una guerra tra precari della scuola, quelli del
nord contro quelli del sud, a causa di un vuoto di organico
padano che rischia di attirare masse di insegnanti in cerca di posto
tra le sue brume e che pertanto viene conteso a colpi di punteggi o di
franchigie, di ricorsi o di appelli, di accuse o di difese; né era mai
capitato che il ministro della istruzione, a cui solo spetta di
disciplinare con sapienza e imparzialità i flussi, stesse a guardare
senza prospettare una tregua risolutiva, anzi pare abbia lasciato al
senatore Pittoni della Lega il proprio dicastero. E in effetti fa
capolino la sensazione che sia diventato lui la bussola dentro cui
guardano i sudisti e i nordisti, anche perchè dispensa promesse o
mostra muscolature celtiche.
Certamente Pittoni fa il suo mestiere, contrariamente alla
ministra che sta a guardare, mentre i docenti seguono l'iter di un
“pacchetto bonus”, di sua invenzione e da intrufolare nel decreto
“omnibus”, che consentirebbe punti aggiuntivi (una sorta dei premio
fedeltà del supermercato) a chi decide di non trasferirsi dalla
provincia di appartenenza. Compreso tuttavia che questo è un modo per
aggirare la sentenza della suprema corte, che si era espressa a favore
dei punteggi a pettine dei precari e non in coda, nei cassetti di chi
si sente trombato è già pronta la carta bollata, cosicchè ancora una
volta tutta la materia rischia di passare dalle mani del giudice e
prima ancora degli avvocati che ringraziano.
Ma c'è anche un secondo aspetto assai inquietante per capire l'evidente
stravaganza del Miur. Cosa fa infatti per avviluppare,
ingarbugliandola, la vita dei precari? Invece di legiferare subito sul
reclutamento dei docenti, si intrattiene sulla formazione iniziale che
in ogni caso è successiva alla vera emergenza occupazionale e alle
migliaia di richieste di stabilizzazione dei docenti.
Ma non solo, più di 20mila professori sono stati abilitati proprio
sugli indirizzi complessivi di quella formazione varata dal Governo,
però non viene loro riconosciuto il titolo sottoscritto dal ministro,
costringendoli così ancora fuori dalla porta e dalle delle graduatorie
a esaurimento. Bizzarrie bizzarre che non trovano giustificazione
alcuna, nemmeno quella del risparmio visto che la gran parte
occupa posti liberi e che a conclusione dell'anno scolastico fa pure
richiesta del sussidio di disoccupazione.
Non chiedono questi docenti grandi
cose, solo uno scapolo di certezze, non quanto basta ma quanto bisogna.
Pasquale
Almirante - La Sicilia del 29 maggio 2011
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