Formazione: Sacconi, rivitalizzarla con pluralismo educativo  
Data: Sabato, 28 maggio 2011 ore 23:00:00 CEST
Argomento: Comunicati


''Abbiamo bisogno di rivitalizzare la scuola con il pluralismo educativo rivalutando tutte le forme di apprendimento anche quello di carattere pratico; perche' non c'e' un apprendimento di serie A di tipo intellettuale e di serie B di tipo pratico''.                      
 Lo ha affermato il Ministro del Lavoro Maurizio Sacconi a margine del convegno di presentazione del quinto rapporto sulla Sussidiarieta' da titolo ''Sussidiarieta' e istruzione e Formazione Professionale'' organizzato nell'ambito del Festival regionale delle scuole di ristorazione gestito a Villa Contarini di piazzola sul Brenta dalla Fondazione Giacomo Rumor - CPV (di Vicenza) e curato dalla Direzione regionale formazione dell'Assessorato all'istruzione e alla formazione lavoro della Regione del Veneto. Presente anche l'assessore Elena Donazzan, il dirigente Santo Romano e con loro al tavolo dei relatori il presidente della Fondazione Sussidiarieta' Giorgio Vittadini e il sociologo Daniele Marini.

''Ogni forma di apprendimento quando e' organizzata in funzione della capacita' critica della persona verso la vita, quando muove da valori solidi, quando cerca di organizzare l'occupabilita' di una persona concorre a realizzare una societa' attiva'', ha detto ancora Sacconi.

Rispetto al dato che dimostra come i ragazzi che escono dagli ISP (istituti statali di formazione professionale) e dai CFP (Centri di Formazione professionali solitamente gestiti a livello regionale) trovino lavoro entro l'anno dal diploma, in media molto prima dei neolaureati, il ministro ha affermato: ''Dobbiamo guardare con attenzione alle vocazioni dei nostri figli, dobbiamo cercare di capire se magari hanno l'intelligenza nelle mani'', ha sottolineato Sacconi, ''e badate bene: questa non e' un tipo di intelligenza inferiore a quella di un percorso liceale. Insomma dobbiamo aiutare davvero i nostri figli e i nostri ragazzi a cercare percorsi corrispondenti alle loro vocazioni''.

''Troppo spesso'', ha aggiunto il ministro, ''poi ci sono percorsi universitari costruiti sugli interessi dei docenti che non sono per nulla apprezzati dal mercato del lavoro. Un altro problema e' che i nostri giovani in generale sanno poco di scienza matematica tecnologia come ci dice un'indagine dell'OCSE'' ''E allora - ha concluso Sacconi - cerchiamo di guardare quali siano le caratteristiche del mercato del lavoro e quali siano le vocazioni dei nostri giovani; e accompagnamoli verso percorsi di studi che li rendano davvero occupabili! Evitiamo le fabbriche della disoccupazione, ne abbiamo parecchie''.   (ASCA)

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