Possono coesistere croce, mezzaluna e stella di Davide? Forse dei viaggi di istruzione fra i luoghi di culto?
Data: Sabato, 28 maggio 2011 ore 17:00:00 CEST
Argomento: Redazione


I have a dream: sogno un luogo di culto a forma di stella a dodici lati, con due torri gemelle (un minareto e un campanile) per ricordare a chi crede e ai laici che è giunta l’ora di cercare tutto ciò che ci unisce e lasciare perdere le divisioni.
Nel medio evo (spesso vituperato) Federico II di Svevia fu il più laico sovrano del sacro romano impero.  Conosciuto con l’appellativo di stupor mundi ("meraviglia del mondo"), era dotato di una personalità poliedrica e affascinante;  fu convinto protettore di artisti e studiosi.  Sarà sempre ricordato nella storia per la sua intensa attività legislativa e culturale per la convivenza e l’unificazione dei popoli.
La sua corte fu luogo di incontro fra le culture greca, latina, araba ed ebraica. Preferì la scomunica di papa Onorio III alle continue richieste di intraprendere una crociata contro i musulmani!
Nell’anno regio 1904 fu inaugurata a Roma la nuova Sinagoga ebraica.  Fece impressione ovviamente il nuovo edificio, la sua imponenza, la visita del Re, la solennità della cerimonia augurale. Le parole pronunciate dal presidente della Comunità e dal Rabbino furono valutate con attenzione: da molti applaudite, da altri commentate con acidità. Il messaggio ideale era quello di preferire i ponti ai muri, e porre fine alle miserie legali degli ebrei romani ancora costretti nei recinti del Ghetto. Qualche decennio dopo, però, lo stesso re Vittorio Emanuele III e Mussolini firmarono le leggi razziali.
Nel 1974 il Consiglio Comunale di Roma deliberò la donazione del terreno per la costruzione di una grande Moschea.  L'inaugurazione avvenne nel 1995. La Moschea di Roma sorge ai piedi dei Monti Parioli ed è sede del Centro Culturale Islamico d'Italia. È la più grande d'Europa   e fornisce, oltre che un punto d'aggregazione e di riferimento in campo religioso, anche servizi culturali e sociali variamente connessi all'appartenenza alla fede islamica: celebrazione di matrimoni, assistenza per i funerali, esegesi, convegni, e molto altro. Poi c’è stato l’11 settembre, che ha portato indietro di secoli il lento cammino della convivenza dei popoli e delle religioni.
La laicità non è una patologia dello Stato né una brutta bestia. Semmai è in assenza della laicità che si autogenera il mostro del fanatismo che è la “teocrazia”. Questa  rimanda  a visioni dell’antichità quando la religione suppliva  il deficit del potere laico, obbligando anche i non credenti  ad accettare concezioni e visioni fideistiche, a-razionali e irrazionali. Se da un lato il  “credente” ritiene di dover conciliare o sottomettere la propria e l'altrui libertà all'autorità di un'ideologia o di un credo religioso, il  “laico” è sicuro di poter e dovere garantire incondizionatamente la propria e l'altrui libertà di scelta e di azione  socio-politica-religiosa. La legittimità di uno Stato laico non può essere subalterna rispetto ad altri poteri, istituzioni religiose o partiti politici confessionali. Uno Stato laico infatti: rifugge da qualsiasi mitologia ufficiale, ideologia o religione di Stato; è imparziale rispetto alle differenti religioni e ideologie presenti al suo interno;  garantisce l’eguaglianza giuridica di tutti i cittadini, senza discriminarli sulla base delle loro convinzioni e fedi; riconosce e tutela i diritti di tutti i suoi cittadini: libertà di pensiero, di parola, di riunione, di associazione, di culto, ecc. In uno Stato laico, le leggi non devono essere ispirate a dogmi o altre pretese ideologiche, ma devono essere mosse dal fine di mantenere la giustizia, l’uguaglianza, la sicurezza e la coesione sociale dei suoi cittadini.
Nell’anno del 150.mo dell’Unità dell’Italia penso a Cavour che aveva cercato di trovare una soluzione  all’annoso problema dei rapporti tra il potere religioso spirituale e quello secolare,  proponendone autonomia e separazione secondo il principio “libera Chiesa in libero Stato”.  Mi viene in mente che nello statuto albertino (dal 1861 al 1946) il primo articolo  dichiarava la religione cattolica apostolica e romana la sola religione dello Stato.  E tale rimase  fino all’entrata in vigore della Costituzione  repubblicana, vera Bibbia laica. Recita l’art. 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Dal 1948 ne è passato di tempo! Troppo poco per attuare l’apertura mentale dell’imperatore Federico II di Svezia! Eppure  nella ricchissima Segrate, la Milano 2 costruita da Berlusconi, c’è la prima moschea costruita in Italia, con cupola e minareto. Ci vanno a pregare i musulmani e le scolaresche in gita per  conoscere gli altri e la loro cultura…

Giovanni Sicali
giovannisicali@gmail.com






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