La scuola ha fame di una vera politica. Che oggi non c’è
Data: Venerdì, 27 maggio 2011 ore 08:49:57 CEST Argomento: Rassegna stampa
La scuola ha
fame. E io digiuno con lei. Lo slogan scelto da genitori e docenti di
Bologna che da alcuni giorni digiunano sotto l'Ufficio Scolastico
Regionale, ha una sua forza icastica che bene descrive la situazione
d’emergenza in cui versa la scuola. Ha fame di buona volontà e di
politiche nazionali serie, e di risorse, perché il governo Pdl-Lega non
ha fatto altro che sottrarre: via il tempo pieno, via le compresenze di
insegnanti, via il sostegno, via i laboratori, via le certificazioni di
sicurezza, via i progetti innovativi. L’obiettivo del governo
Berlusconi è quello di ridurre la scuola pubblica italiana alla
completa anoressia. E così non basta più che i genitori paghino la
carta igienica, che si improvvisino imbianchini o muratori per
sistemare le aule, ora debbono pagare ciò che la scuola dovrebbe
garantire.
A Milano da settembre i tagli della terza tranche, che incidono
sull’organico di diritto, costringeranno i genitori a pagare di tasca
propria una cooperativa esterna per il tempo scuola pomeridiano. Ma non
è l’unico caso in Italia. Nei giorni scorsi due senatori del Pdl hanno
presentato un disegno di legge che prevede di “appaltare” ai privati il
sostegno scolastico agli alunni disabili. L’ennesima assurdità. Ma di
assurdità in assurdità, ecco che prende forma la scuola berlusconiana:
i docenti malpagati e umiliati; i libri di scuola sottoposti a censura
preventiva; i servizi essenziali per le famiglie come il tempo pieno o
il sostegno privatizzati e magari ‘regalati’ a qualche azienda amica;
gli alunni costretti in edifici non a norma e in classi superaffollate;
l’autonomia scolastica, svuotata di risorse umane e finanziare, ridotta
a parola vuotamente burocratica. Intanto un economista come Eric
Hanushek ci dice che c’è un rapporto diretto tra i bassi livelli di
apprendimento degli studenti italiani certificati dai test Pisa Ocse e
il decennio di “crescita perduta” del nostro Paese. La Germania dal
2000 al 2009 ha investito per far recuperare ai propri ragazzi lo
svantaggio: scuole aperte tutto il giorno, servizi educativi 0-6,
formazione per gli insegnanti. Nel tempo della crisi, continuano ad
investire in istruzione e la loro economia tira. Da noi la scuola non è
neppure governata: in ben cinque regioni manca il dirigente
dell’Ufficio Scolastico Regionale e 2871scuole aspettano un dirigente
scolastico da troppo tempo. Non sorprendiamoci dunque se a Napoli i
bambini trovano topi e scarafaggi in una scuola materna, se a Bologna
si fa lo sciopero della fame e a Milano si paga per un diritto: questa
è esattamente la scuola che vuole il governo di centrodestra. (di
Francesca Puglisi da L'Unità)
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