''L'impossibilità a 'fare scuola' si combatte con il ricorso al Tar''
Data: Martedì, 24 maggio 2011 ore 02:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


“Cosa rispondere ai Dirigenti Scolastici, agli Amministratori locali, al personale della scuola, ai genitori che chiedevano cosa fare dopo lo scempio perpetrato per il terzo anno consecutivo dai provvedimenti del Governo che ha voluto “essenzializzare” la scuola pubblica anche a Benevento?”: questa la domanda che si pone il segretario provinciale dell'Flc Cgil, Vincenzo Delli Veneri, in avvio della nota diffusa agli organi di informazione, cui ovviamente la parte sociale risponde che “che questo era il momento della protesta “Se non ora quando”.           Assemblee in tutte le scuole, gazebo informativi, fino allo sciopero generale del 6 maggio che assumeva come centrali i temi della conoscenza e il disastro che l’azione della Gelmini stava realizzando sulla pelle dei nostri giovani ipotecando il loro futuro.
Tutto nel silenzio degli altri sindacati che hanno sostenuto l'impossibilità di intervenire evitando qualsiasi forma di protesta con la promessa (elettorale?) della Ministra prima di 30.000 immissioni in ruolo, poi di 60.000, infine di 65.000. Ma se questo era l’obiettivo nobile della Gelmini perché – si chiede Delli Veneri con chiaro riferimento alla realtà locale - consentire, contro le sue stesse leggi, di determinare classi con 31 alunni, anche in presenza di alunni disabili e in quartieri difficili, chiudere plessi scolastici di campagna, da cui non è facile raggiungere la scuola del capoluogo, non garantire il tempo scuola richiesto dai genitori, soprattutto per il tempo pieno?.
Cos’altro rimane della scuola beneventana?
E questo è solo l’anticipo di quello che succederà con gli Istituti superiori che vivranno la “riforma” (…riordino?) con un ulteriore taglio di 1.081 posti per la sola Regione Campania. Meno ore laboratoriali per tecnici e professionali, in dubbio il conseguimento della qualifica professionale triennale, netta separazione tra i percorsi liceali e quelli tecnico-professionali.
Preoccupante la situazione della sicurezza: non è possibile riempire in questo modo le classi di scuole che, nella maggior parte dei casi, non ha aule idonee ad ospitare un tale numero di alunni.
Ci saremmo aspettati che, come in altre regioni, fosse lo stesso Ufficio scolastico Regionale e quello Provinciale a denunciare questa impossibilità “a fare scuola” con i numeri imposti dalla Gelmini. In altre regioni il “Provveditore” non esclude che si debba, in qualche caso, far sloggiare dirigenti e segreterie per allocarli nei corridoi e ricavare quindi aule più capienti.
Da noi c’è silenzio e distanza da questi problemi.
A settembre 2011 verranno tagliate 19.700 cattedre. Per la FLC CGIL si tratta di tagli illegittimi.
L’ufficio vertenze della CGIL ha impugnato avanti al TAR del Lazio la Circolare ministeriale 21/2011 e gli atti adottati dagli Uffici Scolastici Regionali per dare effettività a questi tagli.
Il ricorso comprende la domanda di sospensione urgente degli atti fino ad ora adottati dal Miur e dagli Uffici scolastici regionali.
Il Miur, nonostante sia stato già pesantemente censurato con riferimento alla determinazione degli organici degli anni passati, ha seguito di nuovo lo stesso iter, già dichiarato illegittimo dalla magistratura amministrativa che sulla base dei ricorsi ha accolto le richieste presentate dalla FLC.
Ma perché qualcosa cambi non si può aspettare ci si deve mobilitare tutti”, conclude Delli Veneri.
 (da http://www.ntr24.tv)

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