ISTAT: Sempre piu' giovani non studiano e non lavorano, 2,1 mln in 2010  
Data: Luned́, 23 maggio 2011 ore 14:35:00 CEST
Argomento: Sondaggi


Continuano ad aumentare in Italia i cosiddetti ''Neet'' (Not in education, employment or training): i giovani fra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non frequentano alcun corso di istruzione o formazione. Nel 2010 sono poco oltre 2,1 milioni, 134 mila in piu' rispetto a un anno prima e rappresentano il 22,1 per cento della popolazione nella stessa fascia di eta' (20,5 nel 2009). E' quanto emerge dal ''Rapporto annuale sulla situazione del Paese nel 2010'' diffuso oggi dall'Istat.  Nonostante l'incidenza del fenomeno continui a essere piu' diffusa tra le donne (24,9%), tra i residenti nel Mezzogiorno (30,9%) e tra i giovani con al piu' la licenza media (23,4%), l'incremento osservato tra il 2009 e il 2010 ha colpito maggiormente i giovani del Nord-est (+20,8%), gli uomini (+9,3%) e quanti hanno un diploma di scuola secondaria superiore (+10,1%). Aumenta, tra i giovani Neet, anche la componente straniera che, nel 2010, raggiunge il 14,7% del totale, con un incremento, rispetto al 2009, di quasi 50 mila unita' (+17,8%). Sono 310 mila gli stranieri Neet, un terzo della popolazione tra i 15 e i 29 anni. Il 65,5 per cento dei ''Neet'' e' inattivo, anche se solo la meta' non cerca un impiego e non e' disponibile a lavorare. I disoccupati rappresentano il 34,5 per cento dei Neet; nel Mezzogiorno circa il 30 per cento e' disoccupato e il 45 per cento e' comunque interessato a lavorare. Tra i Neet, vive con almeno un genitore l'87,5 per cento degli uomini e il 55,9 per cento delle donne. Fra queste ultime, circa 450 mila sono partner in una coppia, con o senza figli e rappresentano il 38,3 per cento delle Neet italiane. La condizione di Neet permane nel tempo: oltre la meta' dei Neet, infatti, resta tale per almeno due anni. D'altro canto, piu' si rimane fuori dal circuito formativo o lavorativo, tanto piu' e' difficile rientrarvi.

Il confronto europeo mette in luce come, nel 2009, la quota dei Neet in Italia (20,5%) sia significativamente superiore alla media Ue (14,7%) e prossima solamente a quella spagnola (20,4%). Ma, a differenza degli altri paesi, la condizione di Neet in Italia e' in buona misura riconducibile all'area dell'inattivita' piuttosto che a quella della disoccupazione, riflettendo una situazione di preoccupante scoraggiamento: gli inattivi rappresentano il 13,5% dei giovani tra i 15 e i 19 anni, contro il 7,7% della media europea. Sul fronte delle differenze di genere, nel 2010 quasi un quarto delle giovani donne appartiene a questa categoria ed emergono forti diversita' nell'organizzazione dei tempi della giornata da parte dei Neet rispetto ai loro coetanei. I Neet infatti dedicano piu' tempo al dormire e alle altre attivita' fisiologiche del mangiare e lavarsi e fruiscono meno degli altri di cinema, teatri, musei e mostre.

E ancora: leggono meno i quotidiani e usano meno il pc e internet. Infine, conclude l'Istat, lo stile di vita dei giovani Neet rischia anche di non essere del tutto salutare, mentre chi lavora o studia fa sport in oltre il 50% dei casi tra gli inattivi neppure 1 su 4 pratica attivita' sportive. (ASCA)






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