La raccolta
sistematica di basi informative sulle competenze scolastiche non si
configura come una forma di soffocamento della ricchezza culturale
della scuola con ignobili quiz. Né come un tentativo di limitare la
libertà di insegnamento. Al contrario, è uno strumento necessario per
mettere a punto politiche scolastiche in grado di utilizzare nel modo
migliore il denaro pubblico e garantire una maggiore efficacia dei
processi di apprendimento, una più equa distribuzione delle risorse
educative e una riduzione delle disuguaglianze sociali. Di scuola e
università si parlerà a Trento nei giorni del Festival dell'economia.
http://www.lavoce.info/articoli/-scuola_universita/pagina1002322.html
di Erich Battistin e Antonio Schizzerotto
Che questo Paese non ami confrontarsi con i dati di fatto e con
gli strumenti capaci di stabilire in termini obiettivi se decisioni
innovative o, all'opposto, comportamenti di routine producano esiti
positivi o negativi sull'esistenza degli individui, è ben noto.
Quella che alcuni quotidiani hanno chiamato la "rivolta"
contro i test di competenza disciplinare messi a punto dall'Invalsi e
- va riconosciuto - meritoriamente sostenuti dalla ministra Gelmini,
non suscita quindi particolare stupore. Ma il "Boikot Invalsi"
solleva forti preoccupazioni perché la manifestazione di
atteggiamenti negativi nei confronti di indagini rigorose proviene da
un mondo - quello della scuola e della cultura - che dovrebbe educare
al confronto pacato tra opinioni informate.
A COSA SERVONO LE PROVE
La generalità delle giustificazioni addotte per rifiutare le
prove Invalsi sono o infondate o basate su poco ragionevoli processi
alle intenzioni circa i loro usi futuri. Le procedure messe in atto
sono in realtà prove standardizzate che non limitano la libertà
degli insegnanti, non alterano i lineamenti del processo formativo e
non lo immiseriscono. Consentono, invece, di capire come funzionano
le nostre istituzioni educative e permettono di cogliere le ragioni
per cui alcune di esse raggiungono risultati migliori, o peggiori, di
altre. Fornire un'immagine obiettiva della nostra scuola permette di
ignorare il chiacchiericcio generato da narrazioni aneddotiche e
consente la progettazione di interventi mirati, evitando
sentenziosità arbitrarie. Del resto, ciò già avviene in molte
società avanzate. Le prove Invalsi si configurano, dunque, come
un'importante base informativa per mettere a punto politiche
scolastiche in grado di garantire una maggiore efficacia dei processi
di apprendimento, una più equa distribuzione delle risorse educative
e una riduzione delle disuguaglianze sociali.
RISULTATI DAL TRENTINO
Possiamo fornire una prova della fondatezza di queste asserzioni
riassumendo i risultati
di uno studio, condotto da Irvapp sugli effetti del cosiddetto
decreto Fioroni (Dm 80/07). Si tratta del provvedimento che ha
reintrodotto nelle scuole superiori, a partire dall'anno scolastico
2007/08, l'obbligo di verificare il recupero dei debiti formativi,
sotto pena di ripetenza dell'ultima classe frequentata. Determinare
in modo rigoroso gli effetti del decreto 80/07 comporta il
superamento di due problemi: uno di natura logica, e l'altro di
misura. Il problema logico è generato dall'impossibilità di fondare
l'identificazione della relazione causa-effetto sul vecchio criterio
millsiano del post hoc ergo propter hoc. È, invece, necessario
procedere al confronto tra apprendimenti osservati dopo l'entrata in
vigore del decreto e apprendimenti che si sarebbero osservati qualora
fosse rimasto in vigore l'istituto del debito formativo. Il problema
di misura richiede la disponibilità di test standardizzati per
l'accertamento obiettivo della qualità degli apprendimenti, nonché
di indicatori socio-economici che permettano di studiare come questi
apprendimenti siano distribuiti nella popolazione.
La soluzione al
primo problema ha sfruttato il fatto che l'attuazione del decreto non
è avvenuta uniformemente sul territorio. Nelle scuole della
provincia di Trento, in virtù della sua autonomia in materia
scolastica, il debito formativo - sia pure con alcune modificazioni -
è rimasto in essere. Tale discontinuità geografica è stata
utilizzata per stimare gli apprendimenti che si sarebbero osservati
mantenendo il debito formativo. L'indagine condotta ha confrontato le
competenze di studenti in scuole dei comuni della provincia di Trento
con quelle di studenti in scuole situate in comuni limitrofi a quelli
trentini, e a essi di fatto identici sotto il profilo
socio-economico. I dati utilizzati per comparare i livelli di
apprendimento provengono dalla somministrazione di un'apposita prova
di competenza linguistica, matematica e scientifica costruita con
l'Invalsi.
Dai risultati in tabella emerge che la reintroduzione
degli esami di riparazione ha moderatamente accentuato le
disuguaglianze cognitive già esistenti tra studenti liceali e degli
istituti tecnici/professionali e, dunque, tra studenti di origine
sociale diversa. È noto, infatti, che i liceali provengono per lo
più da famiglie di ceto sociale superiore e che l'opposto vale per
gli studenti degli istituti tecnici e professionali.
Da quanto
precede dovrebbe apparire evidente che la raccolta sistematica di
basi informative sulle competenze scolastiche non si configura come
una forma di soffocamento della ricchezza culturale della scuola con
"ignobili quiz", né come un tentativo di limitare la
libertà di insegnamento. Al contrario, si configura come uno
strumento necessario per modulare ex ante gli interventi pubblici e
per utilizzare nel modo migliore il denaro pubblico così da dotare
le scuole di risorse commisurate ai veri bisogni dei loro allievi e
da ridurre il divario di competenze esistenti tra studenti con
origini sociali differenti.
Tabella: Stima degli effetti degli esami di
riparazione sulle competenze scolastiche secondo la coorte e il tipo
di scuola.
|
Coorte 2006/07
|
Coorte 2007/08
|
Licei
|
Effetto
|
Std. Err.
|
Effetto
|
Std. Err.
|
Lettura
|
10.41
|
16.64
|
11.20
|
16.81
|
Matematica
|
7.08
|
17.17
|
13.64
|
16.16
|
Scienze
|
32.03
|
12.18
|
15.30
|
12.88
|
Istituiti tecnici, professionali
e licei delle scienze sociali
|
Effetto
|
Std. Err.
|
Effetto
|
Std. Err.
|
Lettura
|
-20.81
|
20.19
|
-29.80
|
19.78
|
Matematica
|
-5.06
|
18.95
|
-3.90
|
27.10
|
Scienze
|
-2.43
|
18.69
|
-25.40
|
23.45
|
Nota: Le differenze negli apprendimenti sono state
calcolate confrontando studenti in scuole fuori dal Trentino con
studenti simili (per caratteristiche individuali e familiari) nelle
stesse scuole in Trentino. In questo modo sono state messe a
confronto le performance di studenti tra loro "identici"
che differiscono esclusivamente per l'istituto scolastico attuato
(esame di riparazione vis-à-vis debito formativo). Differenze
positive segnalano maggiori apprendimenti causati dal decreto
Fioroni.
redazione@aetnanet.org