Intervista a Tullio De Mauro: inclusione e prospettive della scuola Italiana.
Data: Venerdì, 20 maggio 2011 ore 13:48:32 CEST Argomento: Rassegna stampa
Tullio De Mauro,
professore emerito dell’Università di Roma La Sapienza, dove ha
insegnato per molti anni Filosofia del linguaggio e Linguistica
generale, autore di numerosi saggi e volumi, ex Ministro
dell’Istruzione, ha curato per le Edizioni Erickson, insieme a Dario
Ianes, il nuovo libro 'Giorni di scuola. Pagine di diario di chi ci
crede ancora'. (da http://www.infooggi.it/)
Cosa ne pensa dell'iniziativa e della
scuola italiana così come emerge da queste pagine?
Tullio De Mauro: Credo che sia sempre bene dare voce a chi
pratica un mestiere, una professione, dare voce a chi è più
direttamente impegnato nelle cose, un po’ meno dare voce ai
commentatori esterni a un campo perché il mondo della scuola è un mondo
molto complicato. La scuola ha affrontato in questi decenni problemi
difficili di vario tipo, bisogna starci dentro per capire quello che si
sta facendo e quello che si può fare. Riassetto dei contenuti degli
insegnamenti, problemi di revisione profonda dei modi in cui si
può alimentare nelle ragazze, nei ragazzi, nei bambini l’interesse per
il sapere, per lo studio. Parlo di questi grandi problemi, ma chi vive
la vita della scuola, e in questo includerei anche l’Università,
conosce anche gli altri problemi che vanno dai modi deficitari del
reclutamento, della formazione, fino all’edilizia scolastica.
In sintesi far parlare gli insegnanti che non gettano la spugna, che
non si disperano, che lavorano con impegno, con serietà, sentire da
loro che cosa fanno e come fanno per mandare avanti il lavoro della
scuola, mi pare una cosa particolarmente positiva. Non sempre viene
fatta, forse quasi mai viene fatta dalla grande informazione, quindi è
importante che una casa editrice come Erickson si sia messa su
questa strada, raccolga queste voci di chi vive le giornate della
scuola, dentro la scuola, sviluppando proposte, modi di insegnamento
interessanti e nuovi.'
Il professor De Mauro sarà tra i relatori all'8° Convegno
Internazionale La Qualità dell’integrazione scolastica, Rimini 18-19-20
novembre 2011. Cosa ne pensa dell'inclusione scolastica in Italia e
quali sono secondo lei le prospettive per il domani?
Tullio de Mauro: L’inclusione, la più larga possibile, totale, di
ragazze e ragazzi nelle attività delle scuole è un obiettivo che anche
per gli aspetti più complicati, per quanto riguarda la disabilità,
abbiamo cercato dagli anni ‘70 in Italia di tenere presente come
obiettivo strategico e prioritario. In linea di principio la
battaglia è stata vinta, è stata vinta con lo sforzo meritorio che lo
Stato ha fatto, creando una rete di sostegno di insegnanti che si
occupano in particolare dei disabili, ma l’inclusione è qualcosa di
assai più vasto. Questa è una frontiera particolarmente difficile da
varcare, quella di far entrare nella scuola e dare la scuola a tutti,
anche se ci sono disabilità.
Questa battaglia è stata in larga misura vinta, ora certo ci sono dei
problemi perché il numero degli insegnanti di sostegno è stato ridotto.
Tuttavia, per quelle che sono state le esperienze di ormai più di
trent’anni di lavoro, penso che non si debba rinunciare a quanto si è
fin qui fatto e si è ottenuto.
Questo riguarda anzitutto il destino sociale di disabili che percorrono
le vie della scuola, ma riguarda anche la stessa scuola. Ricordo sempre
con affetto quanto diceva Luigi Cancrini tanti anni fa, che chi trae
vantaggio dall’inclusione non è l’incluso, ma è l’intera classe, è
l’intera scuola per
tutto ciò che è costretta a ripensare, dei suoi modi di porsi se non
c’è un problema così difficile come quello dell’integrazione di un
disabile.
La scuola, gli insegnanti, i compagni di classe si svegliano ai
problemi che altrimenti rischiano di ignorare e svegliarsi a questi
problemi significa poi saperli risolvere e saper risolvere tanti altri
problemi e questioni dell’apprendimento e dell’insegnamento. Questo
vale poi più in generale per tutto ciò che attiene all’inclusione di
bambini e bambine che vengono da altri Paesi, portatori di altre
culture, di altre lingue. La scuola agisce da sola, agisce in salita,
agisce in una società in cui dominano spinte consumistiche che non
aiutano a quella concentrazione e a quell’impegno di lunga lena che
l’attività scolastica comporta, che l’attività di apprendimento a
scuola comporta. Dunque le scuole hanno un compito molto difficile,
bisognerebbe che tutti fuori della scuola ne fossimo consapevoli, come
ne sono consapevoli gli insegnanti. Bisognerebbe lavorare anche proprio
sul fronte della consapevolezza esterna, essenziale per ottenere che
anche l’Italia si adegui, per esempio, all’investimento pubblico che,
per la scuola e per l’istruzione, fanno gli altri
Paesi europei e che noi non riusciamo a fare. I problemi sono molti e
centrale è il problema dell’inclusione di tutte e di tutti i ragazzi,
non uno di meno, come diceva il titolo di un bel film cinese su questo
tema”.
redazione@aetnanet.org
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