Il flop delle medie. Troppi restano indietro. Lo studio della Fondazione Agnelli
Data: Venerdì, 20 maggio 2011 ore 11:00:00 CEST
Argomento: Redazione


Bocciata la scuola media. La Fondazione Agnelli in c o l l a b o r az i o n e con il Dipartimento di Sanità Pubblica e Microbiologia di Torino ha condotto uno studio interamente dedicato alla scuola secondaria di primo grado. Il rapporto completo uscirà in autunno e non sarà lieve. I risultati - è scritto - «mettono in dubbio la capacità della scuola secondaria inferiore di garantire pari opportunità di apprendimento a tutti e di adempiere, quindi, a una delle missioni istituzionali che le sono state attribuite».             
  Il fallimento - prosegue il rapporto messo a punto da Gianfranco De Simone, ricercatore della Fondazione - investe direttamente l’organizzazione e le pratiche didattiche messi in atto in questo particolare segmento del processo educativo».

Un giudizio duro, insomma, riferito soprattutto agli studenti stranieri, spiega Andrea Gavosto, direttore della Fondazione. «Il sistema italiano prevede che i ragazzi vengano inseriti immediatamente nelle scuole se arrivano in Italia e sono nell’età dell’obbligo scolastico. A volte non parlano nemmeno italiano, vengono catapultati a scuola senza ammortizzatori di alcun tipo. Alle primarie in genere vengono promossi, è alle medie che si scontrano con la possibilità di una bocciatura e il rischio di non farcela può essere fino a 19 volte più elevato di quanto non avvenga ad uno studente italiano».

E’ quello che accade in terza media agli studenti stranieri con maggiori problemi, quelli arrivati in Italia in età scolare. Ma il divario rispetto ai coetanei italiani è già accentuato in prima media, 18 volte superiore. Anche per gli stranieri di seconda generazione, quelli nati in Italia, non va benissimo. Arrivano alle scuole medie in condizioni di sostanziale parità rispetto agli italiani ma già alla fine della terza media «la sua probabilità di perdere uno o più anni per strada cresce fino a diventare di 3,5 volte superiore a quella di un suo pari italiano».

Il motivo? «Problemi linguistici e di adattamento al nuovo contesto», risponde lo studio. Ma anche la conseguenza di «una pratica didattico-organizzativa: i nuovi arrivati vengono spesso inseriti in classi non corrispondenti all’età anagrafica, e inferiori ad essa, cumulando così un ritardo scolastico, rispetto ai coetanei di uno, due o più anni».

Il ritardo può in parte essere spiegato anche con problemi di integrazione fra studenti: il 76% degli italiani di 13 anni ritiene di essere accettato, il 70% dei coetanei stranieri. Nonostante i mille problemi, però, «ai ragazzi stranieri la scuola piace più di quanto non piaccia ai loro coetanei italiani, è un dato che deve far riflettere», sottolinea Franco Cavallo, docente di Epidemiologia Clinica all’università di Torino e responsabile per l’Italia di HBSC, la ricerca sugli adolescenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sui cui dati è stato realizzato lo studio della Fondazione Agnelli. Mostrano di apprezzare la scuola il 52% dei tredicenni italiani e il 58% dei figli di stranieri nati all’estero. E’ uno strumento «per migliorare le proprie condizioni di vita» ma anche un’alternativa preferibile «rispetto ad un ambiente domestico ritenuto meno stimolante».

Altri fattori a rischio nei ritardi sono quelli relativi alla salute: chi consuma alcol almeno una volta al mese ha il 50% di probabilità in più di essere in ritardo negli studi. Chi fuma più o meno regolarmente ha una probabilità di 4 volte superiore.

Non esistono grandi differenze tra Nord e Sud nelle bocciature e nei ritardi scolastici. Esiste però - sottolinea il rapporto - «un’attenuazione della selettività nel corso della scuola secondaria inferiore per alcune regioni meridionali», dalla Campania alla Calabria ma anchePuglia e Basilicata. A essere a rischio soprattutto i maschi, che in prima media hanno una probabilità del 30% superiore rispetto alle femmine di trovarsi in ritardo. Un valore che in terza media arriva al 50%. Rispetto ad un figlio di laureati chi ha genitori con la licenza media ha tre volte più probabilità di essere in ritardo in prima media e quattro volte di più in terza media.

Le soluzioni? «Un supporto differenziato ma garantito a tutti nelle ore pomeridiane», risponde il rapporto. E sostegno agli studenti stranieri arrivati in Italia in età scolare con «classi di benvenuto» e «specifici supporti pomeridiani».
  (da La Stampa di Flavia Amabile)

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