Cigl e Cisl, è polemica pure sull’apprendistato
Data: Giovedì, 19 maggio 2011 ore 11:15:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
Il
segretario confederale Cgil Fammoni invia una lettera al ministro del
Lavoro con ben undici punti di dissenso, tra cui la mancanza di vincoli
di stabilizzazione degli apprendisti. Replica di Santini (Cisl): la
disoccupazione giovanile è oltre il 28%, non è tempo di alzare steccati
con elenchi di emendamenti che hanno il retrogusto delle
pregiudiziali.
Il messaggio che giunge dagli Stati Generali della Conoscenza è
orientato alla ripresa del dialogo, ma ad oggi dire che quello tra Cgil
e Cisl è un rapporto in crisi può sembrare addirittura un eufemismo.
Ormai siamo all’attacco quotidiano e senza esclusione di colpi.
L’ultimo dei quali ha avuto come sfondo le regole contenute nel decreto
legislativo per l`attuazione della delega di riforma del nuovo
apprendistato, la cui approvazione finale, tesa a favorire una ripresa
dell`occupazione giovanile, dovrebbe andare in porto entro l`estate con
un accordo tra Governo, Regioni e parti sociali.
A scatenare la polemica stavolta è stato il segretario confederale
della Cgil, Fulvio Fammoni: in una lettera inviata al ministro del
Lavoro, Maurizio Sacconi, il sindacalista ha espresso ben undici punti
di dissenso verso il provvedimento in via di definizione.
Il decreto, ha sottolineato Fammoni, non presenta una durata minima del
nuovo apprendistato, mentre quella massima rimane "prevista fino a sei
anni". Così come emerge evidente "la contraddizione tra l'enfasi,
mediatica soprattutto, sul carattere a tempo indeterminato del rapporto
di apprendistato, e la mancanza di qualsiasi vincolo di stabilizzazione
degli apprendisti che, assieme alla esclusione degli apprendisti dal
computo per il raggiungimento delle soglie, conferma che si sia rimasti
nella condizione di licenziabilità al termine del rapporto".
Inoltre non si fa "alcun riferimento ad ammortizzatori sociali" così
come "nulla si dice" nei testi circa "misure da prendere per
contrastare il cannibalismo verso il contratto di apprendistato di
altre tipologie, come gli stage, tirocini e le collaborazioni, su cui
pure c'era un accordo". Tra gli altri punti contestati dalla Cgil vi è
anche quello che prevede "addirittura la riduzione della formazione
formale su tematiche trasversali da 40 ore per il primo anno (quantità
da noi già valutata insufficiente) a 24 ore per il secondo anno, per
poi scomparire del tutto: il che – sostiene Fammoni - è del tutto
contraddittorio con un rapporto finalizzato all`inserimento
professionalmente solido dei giovani nel mondo del lavoro". Dissenso da
parte della Cgil anche sul "rinvio delle scelte ad ogni livello della
contrattazione collettiva, con il risultato di suggellare di fatto la
dimensione puramente aziendale e derogatoria rispetto ai Ccnl, che
porterà l'apprendistato ad essere puro e semplice addestramento, e a
togliere valore alla spendibilità esterna delle competenze acquisite".
La dura reazione della Cgil all’ipotesi normativa al vaglio del Governo
ha presto scatenato la reazioni della Cisl, per la quale ha parlato il
segretario generale aggiunto della Cisl, Giorgio Santini, per il quale
"se si considera la gravità della disoccupazione giovanile oltre il 28
per cento, si comprende subito che sull'apprendistato non è tempo di
alzare steccati". Santini ha aggiunto che "serve l'impegno di tutti
Governo, Regioni e parti sociali per arrivare rapidamente all'intesa
prevista dalla legge delega".
Ancora una volta, le critiche alla Cgil non sono in codice, ma ben
dirette. "E' fuorviante – sottolinea Santini - presentare lunghi
elenchi di emendamenti che hanno il retrogusto delle pregiudiziali.
Serve assumere tutti l'impegno innanzitutto di realizzare finalmente la
riforma dell'apprendistato per dare uno strumento per le assunzioni dei
giovani, bloccate da tempo". Detto questo, il giudizio del sindacato
guidato da Bonanni verso l’ipotesi di decreto rimane tendente
all’ottimismo. "Non ci sono difficoltà insormontabili – sostiene
Salvini – ma servono chiarimenti e precisazioni che si possono
rapidamente realizzare sul rafforzamento della formazione trasversale,
sull'opportunità di riduzione della durata massima, sul contrasto degli
abusi nei tirocini e nel lavoro a progetto, sull' equilibrio nelle
competenze tra Regioni e Stato".
La Cisl, a tale fine, indica anche che "può risultare molto utile come
elemento di raccordo con le Regioni, la valorizzazione prevista dal Dl
del Governo del ruolo delle parti sociali attraverso la contrattazione
collettiva e la bilateralita' dei Fondi Interprofessionali che la Cisl
non è assolutamente disponibile a vedere depotenziato o limitato".
(da Tecnica della Scuola)
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