Gloria, decadenza e caduta del mestiere di insegnante
Data: Giovedì, 19 maggio 2011 ore 07:08:56 CEST
Argomento: Redazione


Nuccio PalumboUno spunto provocatorio  di discussione e di riflessione collettiva.
Docenti di scuola secondaria demotivati, sfiduciati, schiacciati dal routinarismo  e dal burocratismo nella realizzazione del lavoro scolastico?
Pare proprio di sì. Anche se non tutti i professori lo ammettono esplicitamente, si capisce dalle loro poche e smozzicate parole, e dai loro stanchi gesti quotidiani, che la professione docente non gratifica più; e questo, oramai, da molto, moltissimo tempo!
Insegnare stanca tanto, quanto interloquire con quella realtà sociale” di tipo privatistico e particolaristico” che è la famiglia, a cui sta a cuore- oggi, come non mai, in maniera sempre più spudorata- avere assicurata  solo una cosa per i propri figlioli: la promozione!
Le cause di questa crisi d’identità professionale? Fra le tante: 1) la dequalificazione sociale, lenta ma progressiva, della figura dell’insegnante: il lavoro scolastico non risulta più adeguatamente apprezzato, né occupa particolare centralità nel quadro delle preoccupazioni economiche, politiche e sociali del paese; 2) i mancati investimenti nella scuola, nella cultura, e nella ricerca: l’offerta  formativa di fatto- in assenza di una riforma credibile e seria della secondaria- ha subito una forte cura di dimagrimento di ore, a danno degli equilibri distributivi delle gerarchie dei contenuti disciplinari, dei tempi di apprendimento degli alunni, che si sono ristretti, e del carico di lavoro degli insegnanti, che è aumentato. Risultati: la piaga del precariato s’è fatta più purulenta e precaria la credibilità stessa della funzione pubblica- istituzionale della scuola.

Nuccio Palumbo
antoninopal@katamail.com






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