Classi a tempo pieno, a Catania respinte 34 istanze: «Le esigenze degli abitanti dei quartieri a rischio verranno così disattese, con gravi ripercussioni sociali»
Data: Martedì, 17 maggio 2011 ore 08:19:37 CEST
Argomento: Rassegna stampa


«L'Ufficio scolastico provinciale non ha autorizzato l'attivazione di nessuna classe prima a tempo pieno, nemmeno in quelle scuole in cui il tempo pieno è già una realtà. Sono state respinte tutte le 34 richieste di prime a tempo pieno, con la conseguente diminuzione di 28 unità lavorative». Inizia così la denuncia del parlamentare del Partito democratico, Giuseppe Berretta, a proposito dei pesanti tagli attuati dal Governo nazionale che anche per il prossimo anno scolastico colpiranno il mondo della scuola. In particolare, l'esponente dei Democratici ha presentato un'interpellanza al ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, sul taglio delle prime classi a tempo pieno che si verificherà nelle scuole catanesi a partire dal prossimo anno.                           
 Una denuncia, in sostanza, che va da aggiungersi a quelle già presentate in tema di formazione scolastica, e che di certo non servirà a rasserenare un clima già da troppo tempo burrascoso.
«Sappiamo benissimo, dati alla mano - afferma Beretta nell'interpellanza - che i tagli al sistema formativo ed in particolare al tempo pieno hanno provocato riduzioni indiscriminate su tutto il territorio nazionale ma stanno producendo effetti devastanti nel Mezzogiorno e in Sicilia, dove la qualità dell'offerta formativa per i prossimi anni scolastici risulterà notevolmente ridotta rispetto alle altre regioni. Già nel 2010 il parlamentare del Partito democratico aveva denunciato la riduzione delle classi a tempo pieno in Sicilia e nella provincia etnea a causa dei tagli del Governo (allora erano state 41 le richieste avanzate dai dirigenti scolastici e non concesse).
«Dal prossimo anno sarà ancora peggio, i tagli ministeriali si abbatteranno soprattutto nelle realtà più disagiate, nei quartieri a rischio in cui si vive un profondo disagio sociale, con altissime percentuali di dispersione scolastica – sottolinea il deputato Pd – Nella provincia di Catania la scuola pubblica non avrà la possibilità di rispondere in modo adeguato alle esigenze espresse dagli abitanti dei quartieri a rischio dove operano gli Istituti comprensivi "Musco", "Pestalozzi", "Dusmet", "Brancati", "San Giorgio" e Fontanarossa, dove il prolungamento dei tempi didattici risponde ad imprescindibili esigenze formative di crescita culturale dei bambini per allontanarli dai possibili pericoli di devianza. Di più, i tagli del ministro Gelmini colpiranno una fascia di utenza che non avrà la possibilità di ri volgersi al settore privato e si vedrà pertanto preclusa la possibilità di accedere ad un servizio che non solo rappresenta la concreta attuazione del diritto allo studio ma, in realtà difficili come quelle dei quartieri periferici catanesi, rappresenta l'unica via per fronteggiare evasione scolastica e disagio giovanile crescenti».
Per tutte queste ragioni il parlamentare Pd ha chiesto al ministero dell'Istruzione di «garantire risorse aggiuntive per l'attivazione del tempo pieno» e «in considerazione delle particolari condizioni economiche e sociali in cui operano gli Istituti comprensivi Musco, Pestalozzi, Dusmet, Brancati, San Giorgio, Fontanarossa, di varare per questi istituti dei progetti pilota, con l'obiettivo di assicurare comunque il prolungamento dell'attività didattica».  (da http://www.gazzettadelsud.it)

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