Graduatorie precari, la Lega garantisce: punti in più per chi non si sposta
Data: Martedì, 17 maggio 2011 ore 07:47:17 CEST Argomento: Rassegna stampa
La
rivelazione è stata fatta ad un agenzia di stampa dal senatore Mario
Pittoni, capogruppo in Commissione Istruzione al Senato: i punti per la
permanenza entreranno nel decreto Sviluppo in corso d’opera. Ma se la
modifica dovesse passare, a regolamento pubblicato, si aprirebbe
un’altra estenuante stagione di
ricorsi.
Potrebbe esserci un’imprevedibile “coda” ad animare il rinnovo delle
graduatorie ad esaurimento cui sono in qualche modo interessati oltre
240.000 insegnanti supplenti: in base a quanto dichiarato dal senatore
Mario Pittoni, capogruppo della Lega Nord in Commissione Istruzione al
Senato, il regolamento che regola l’aggiornamento in corso (c’è tempo
fino al 1° giugno) potrebbe infatti subire una importante modifica
proprio sul filo di lana (quindi in corso di revisione finale in vista
della trasformazione in legge dello Stato del cosiddetto Decreto
Sviluppo). E non si tratta di certo di una sfumatura, perché per
cercare di limitare gli spostamenti a “pettine” da una provincia
all’altra (in particolare da Sud a Nord, eventualità respinta a gran
voce da tutta la Lega), il partito creato da Umberto Bossi avrebbe
ottenuto la possibilità di assegnare un punteggio supplementare: una
quota maggiorata che andrebbe ai precari che non si sposteranno.
Le parole di Pittoni, nel commentare l’accoglimento solo della metà
delle richieste del Carroccio (quattro su otto) non sembrano, del
resto, lasciare spazio ad equivoci. “Un’altra nostra richiesta, che
riguarda i punti per la permanenza, – ha rivelato il senatore ad un
agenzia di stampa - in base agli accordi, entrerà nel decreto Sviluppo
in corso d’opera”.
Rimangono però dei dubbi. Uno in particolare: può il Miur decidere di
cambiare la regolamentazione ad avvenuta pubblicazione delle regole,
sulla carta immodificabili, che sarebbero dovute servire a gestire le
nuove graduatorie per il prossimo triennio? Evidentemente no. E così la
pensano sicuramente parte dei sindacati. Che presto si faranno sentire,
avviando un’altra estenuante stagione di ricorsi. (da
LaTecnicaDellaScuola)
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