Salone del libro di Torino, appello per scuola pubblica
Data: Domenica, 15 maggio 2011 ore 06:58:08 CEST Argomento: Rassegna stampa
Happening al Salone
del libro di Torino nato da una lettera aperta sulla scuola
pubblica-statale al presidente della Repubblica, al Parlamento e al
governo firmata da 10 editori. Tra i
primi firmatari, Laterza, Marco Cassini e Daniele di Gennaro (minimum
fax), Carmine Donzelli, Federico Enriques (Zanichelli), Carlo
Feltrinelli, Sandra e Sandro Ferri (E/O), Sergio Giunti e Bruno Mari
(Giunti), Stefano Mauri (Gruppo Mauri Spagnol), Paolo Mieli (Rcs),
Antonio e Olivia Sellerio, Antonio Baravalle (Mondadori Educational).
"Il Salone è una grande occasione che riunisce gli editori italiani
sotto i riflettori dei media, per chiedere a tutti maggiore attenzione
alla scuola e soltanto così si può ottenere che alla scuola pubblica
vadano maggiori risorse", ha detto Giuseppe Laterza aprendo
l'incontro allo stand della sua casa editrice. "Incontrare nella scuola
diverse culture, religioni ci sembra fondamentale", ha concluso
Laterza.
A una riflessione sul perché sia
importante sostenere la scuola pubblica ha invitato anche il linguista
Tullio De Mauro, ex ministro della Pubblica istruzione.
"Dobbiamo decidere se siamo più furbi degli altri Paesi ricchi o più
scemi. Se siamo più furbi - ha spiegato De Mauro - facciamo bene a
investire poco nell'università, nella ricerca, nella scuola elementare,
secondaria. Sono stupidi quei governi progressisti o conservatori di
Germania, Francia, Usa, paesi dell'ex blocco comunista, che investono
il doppio, il triplo, il quadruplo di noi. Anche Paesi che siamo abituati a
considerare il fanalino di coda dell'Unione Europea, come il Portogallo
e la Spagna, investono più di noi nella scuola. Siamo in
controtendenza rispetto all'Unione Europea. Disinvestiamo nella scuola,
siamo partiti da un investimento basso e investiamo sempre meno". Poi
il linguista ha aggiunto: "Sono nazionalista e patriottico. Vorrei
continuare a vivere qui finché mi lasciano vivere".
Questi sono solo alcuni dei motivi per cui a De Mauro sembrerebbe "non
stupido, non idiota investire un po' di più nella scuola anche per
onorare la Costituzione della nostra Repubblica e la lingua che stiamo
parlando". Sull'appello "prendiamo sul serio il nostro futuro" che vede
aumentare di ora in ora i firmatari - finora oltre 1.800 - il filologo Luciano Canfora ha fatto
notare che "se fossimo un Paese normale questo incontro sarebbe
inutile. Se è necessario vuol dire che c'é un'enorme anomalia. Quello
che altrove è considerato ovvio da noi si vuole mettere pesantemente in
discussione".
La scuola pubblica, ha ricordato Canfora, è sempre stata sotto attacco:
"Ha retto nonostante tutto al fascismo, ha superato bufere, questa è
una delle tante". Poi sono state letti da presidi e studenti delle
scuole di tutta Italia tanti messaggi arrivati in questi giorni a
sostegno dell'appello, e che da lunedì saranno pubblicati sul sito
della Laterza, firmati da scrittori e intellettuali. Tra questi: "La scuola deve essere come l'acqua,
pubblica e senza padroni", scrive Giancarlo Caselli. E ancora: "La scuola come l'acqua deve essere di
tutti", sottolinea Valerio Magrelli. Mentre Ernesto Galli della
Loggia dice: "Tutto quello che so, o quasi, lo devo alla scuola
pubblica del mio paese. Se essa domani scomparisse sarebbe come se scomparisse un pezzo della famiglia in
cui sono nato". "Trovo anche io molto grave che proprio dai
nostri dirigenti, da chi dovrebbe difendere la scuola pubblica,
arrivino queste chiare indicazioni di aggressività e progetti di
distruzione", dice nel suo messaggio Dacia Maraini.(Ansa di Mauretta
Capuano)
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